Liberalizzazione del mercato broadband, prezzi trasparenti e standard aperti. Le proposte degli operatori per la nuova legislatura  

di Raffaella Natale |

Italia


Banda Larga

Internet e larga banda: proposte per la 15a legislatura“. Questo il titolo del convegno organizzato a Roma da Confcommercio e Assoprovider.

Alla giornata sono intervenuti tra gli altri il Ministro delle comunicazioni, Mario Landolfi, il Commissario dell’Agcom Nicola D’Angelo, l’assessore alla cultura e società dell’informazione della Provincia di Roma Vincenzo Vita.

I lavori sono stati aperti dal Presidente Confcommercio Carlo Sangalli, cui è seguito l’intervento del Presidente di Assoprovider Matteo Fici, il quale ha evidenziato in dieci punti chiave alcune proposte per “realizzare nel nostro Paese il modello della cosiddetta Società della Conoscenza dove, Internet – e tutto quello che le ruota intorno, compresa la larga banda – assume logicamente una funzione fondamentale”. Il politico deve attivare gli strumenti e le norme che rendano la SC il modello della società del futuro, più efficiente, ricca, competitiva, solidale e sostenibile” – ha sottolineato Fici. “Per fare questo, è venuto il momento di coinvolgere, in modo permanente, gli utenti e gli addetti ai lavori”.

Alla tavola rotonda ha partecipato per AERANTI-CORALLO il coordinatore Marco Rossignoli, che è intervenuto sulle problematiche relative alla convergenza tra trasmissioni digitali e banda larga.

Nel corso del convegno, sono state esposte alcune richieste che si intendono presentare alle forze politiche per la prossima legislatura.

La piena concorrenzialità del mercato, un catasto delle infrastrutture di telecomunicazioni, liberalizzazione sul mercato della banda larga, facilitazioni per le tecnologie wireless, rafforzamento e razionalizzazione del ruolo dell’Autorità di garanzia delle comunicazioni. Un invito al prossimo Governo “A riflettere su cosa fare di utile con Internet per il Paese. E a permettere alle PMI di stare al passo” con le nuove tecnologie, ma anche per aprire il mercato a un maggior numero di attori.

Tra i provvedimenti auspicati anche la separazione di Telecom Italia in due parti, reti e vendita al cliente. Operazione bocciata da Riccardo Perissich, secondo il quale “lo scorporo della rete è una assoluta follia, tanto è vero che nessun Paese l’ha seriamente prospettato, ancora meno lo ha messo in atto”.

Il presidente di TI Media ha definito “una colossale sciocchezza” l’idea di assimilare la rete delle tlc a quella di gas o elettricità. I primi a pagarne le conseguenze dello scorporo, secondo Perissich, sarebbero i clienti, “perché il proprietario della rete non avrebbe interesse a fare un grande investimento con tempi di ritorno molto inferiori a quelli tradizionali”.

La rete di Tlc, ha spiegato, “non è più la rete di rame che noi avevamo ereditato ma è un complesso tecnologicamente in continua evoluzione di Innovazione, di software, di applicazione, tutto integrato nella rete” e “non è una semplice autostrada attraverso la quale si trasportano delle cose“, come le reti del gas e dell’energia.

Il nuovo investimento è finalizzato all’offerta di nuovi servizi e se si separa la responsabilità di decisione sugli investimenti nella rete e sull’introduzione di servizi si crea uno scompenso: o si investe poco (cosa più probabile) o si investe troppo (e si crea un problema finanziario)”.

Per quanto riguarda la penetrazione di Internet e banda larga, Perissich ha indicato l’esistenza di un “problema per le PMI“, un problema “culturale e strutturale”. Ma forse, ha ammesso, “c’è stata una responsabilità anche da parte nostra. Non si tratta di una questione di prezzi, ma probabilmente di organizzazione” dell’offerta per le PMI.

Telecom Italia ha allo studio un pacchetto commerciale mirato proprio alle PMI, un “mondo molto complesso e frammentato” che deve essere “trattato in modo diverso rispetto alle grandi Imprese e alle famiglie”.

Per le PMI “non è un problema di prezzo ma probabilmente di organizzare un pacchetto commerciale” ha detto il presidente di Telecom Italia Media. I prezzi sono adeguati perché rispetto agli altri Paesi d’Europa offriamo quelli più bassi. “Dobbiamo organizzarci meglio sulla interfaccia con il cliente PMI, diventare più user-friendly”. E su questo tema, “stiamo migliorando la nostra offerta“.

Perissich ha sottolineato quanto il mondo delle telecomunicazioni stia rapidamente cambiando. Il processo di consolidamento in atto negli Stati Uniti “si trasferirà anche in Europa“. “Quali saranno le forme e i modi lo dirà il mercato“, ma è certo che anche in Europa il panorama vedrà la “concentrazione di un numero più limitato di attori” poiché è necessario “uno sforzo di tecnologia e investimenti che richiede spalle larghe“.

“Ci sono operatori come Telefonica – ha affermato Perissich – che hanno scelto di anticipare l’espansione all’estero, c’è chi come noi ha preferito, e pensiamo di avere ragione, dare la priorità all’integrazione tra fisso e mobile perché questo ci consente di acquistare un vantaggio tecnologico e di beneficiare delle sinergie“.

Durante il dibattito, il presidente di Telecom Italia Media, ha parlato anche dei “nuovi concorrenti, che non sono operatori, ma Imprese, come Google, Yahoo e Skype, che offrono servizi sulle nostre reti praticamente gratis“. “Nessuno – ha detto – pensa di bloccarli. Non essendo questi operatori di rete non è neanche concepibile dire che devono pagare il passaggio perché non usano la rete ma si immettono con un servizio sulla rete“, ma occorrerà “avere una maggiore libertà nella formulazione delle offerte perché dobbiamo saper rispondere a questi concorrenti”. E, inoltre, “si pone il problema della garanzia della qualità elevata della banda larga. E la discussione in corso negli Usa è se per questa qualità elevata su base commerciale debba essere corrisposto un compenso“. Si tratta “di servizi innovativi che fanno bene al mercato, ma la regolazione dovrà tener conto di questo fenomeno”.

Della necessità di nuove misure per Internet e banda larga si è detto convinto anche Gianluca Petrillo , consigliere del ministro per le Comunicazioni, pur non condividendo tutte le proposte avanzate da Assoprovider: “Realizzare una Commissione parlamentare mi sembra difficile – ha osservato – e non è detto che sarebbe un valore aggiunto. Per la liberalizzazione del mercato, è opportuno creare condizioni che tutti gli operatori possano crescere ed avere un proprio spazio. Di certo, il costo dell’informatica deve diminuire, così come è necessaria la trasparenza di prezzi e l’esistenza di standard aperti”.

Di certo, ha aggiunto Paolo Zocchi, presidente dell’osservatorio nazionale Ict della Margherita, “I progetti di eGovernment sono indietro, i bandi hanno avuto il difetto di dare finanziamenti a pioggia. Il ministero dell’Innovazione, in questa legislatura non è riuscito a essere incisivo, ma nel programma del centrosinistra è considerato centrale, non più un ministero senza portafoglio ma con più competenze”.

“E’ indispensabile – ha rilevato Simonpaolo Buongiardino, consigliere di Confcommercio – che il mondo del commercio, del turismo e dei servizi faccia passi in avanti per l’Innovazione”.

E’ necessario che si muova anche il Governo per sostenere in questo percorso le piccole e medie Imprese e la rete di servizi. Promuovere innanzitutto la concorrenza e la liberalizzazione del mercato della banda larga, rafforzando iniziative come Infratel e promuovendo, per quanto riguarda Telecom Italia, la separazione della rete dalla vendita.

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