L’iPod generation a rischio sordità. Studio conferma: danni permanenti all’udito

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


iPod

L’iPod, il lettore digitale di Apple ormai diventato oggetto di culto in tutto il mondo, è di nuovo sotto accusa per le ripercussioni che un suo uso continuato potrebbero avere sull’udito.

 

In base a uno studio condotto negli Usa, infatti, oltre la metà degli studenti delle superiori riportano chiari segni di perdita dell’udito, un risultato che gli audiologi attribuiscono in larga parte all’uso continuato dei lettori MP3 portatili e, più nello specifico, dell’iPod, di gran lunga il più diffuso tra giovani e meno giovani.

 

Lo studio, commissionato dall’American Speech-Language-Hearing Association, ha rilevato che il livello di perdita dell’udito della nuova generazione è molto più diffuso e di entità superiore a quello delle generazioni precedenti.

 

È ormai chiaro che iPod e simili hanno rivoluzionato il modo di concepire e ascoltare la musica. Capita sempre più spesso e nei posti più svariati di vedere persone intente ad ascoltare musica dalle cuffiette.

La cosa preoccupante, ha spiegato però la ricercatrice Brenda Lonsbury-Martin, è che le ripercussioni sull’udito della musica ascoltata ad alto volume magari per più ore di fila sarebbero permanenti.

 

Nel corso degli ultimi anni, spiegano ancora i ricercatori, sono aumentati considerevolmente i teen-ager con problemi di udito legati all’ascolto continuato di musica dagli auricolari, che sono – questi più delle normali cuffie dei tempi del walkman – una parte importante del problema.

 

Tra i sintomi più evidenti di un abbassamento dell’udito, l’ascolto di radio e Tv a un volume più alto del normale, la ripetizione – durante una conversazione – di espressioni quali ‘cosa?’, ‘eh?’, e la costante sensazione di ronzio nelle orecchie.

 

Gli esperti, quindi, danno dei semplici consigli, da seguire con attenzione per quanto possano sembrare scontati: abbassare sempre il volume anche quando i rumori di sottofondo non consentono un ascolto ottimale; tenere gli auricolari solo per brevi periodi di tempo; preferire le cuffie tradizionali e consultare subito un medico specialista in caso di chiari sintomi di abbassamento dell’udito.

 

Non è comunque la prima volta che si associa l’iPod ai problemi dell’udito: il mese scorso John Kiel Patterson ha fatto causa alla Apple, chiedendo un risarcimento per potenziali danni all’udito provocati dall’iPod e per ottenere miglioramenti tecnologici.

 

L’uomo sostiene infatti che il lettore l’iPod è in grado di emettere suoni di una intensità fino a 115 decibel, che possono danneggiare l’udito di una persona che ascolta musica ad alto volume in solo 28 secondi. A titolo esemplificativo il tipico rumore di una sega elettrica raggiunge i 110 decibel e quello di un martello pneumatico i 120 decibel.

 

Patterson, che mira a intentare una causa collettiva per coinvolgere tutti i consumatori che si ritengono lesi, sostiene che i lettori digitali “presentano difetti nella loro concezione e non sono muniti di avvertimenti abbastanza espliciti sui rischi di perdere l’udito”.

 

Un rischio sottolineato da alcuni esperti, ma minimizzato da altri come Deanna Meinke, specialista in audiologia e foniatria presso l’University of Northern Colorado, secondo cui “il rischio esiste, ma sta nelle mani degli utenti, perché solo loro a regolare il volume del proprio lettore”.

Apple da canto suo, avverte nella confezione degli iPod che il lettore “può provocare perdite permanenti della qualità dell’udito se auricolari o cuffie vengono usati a volume elevato”.

Un po’ poco vista la gravità dei rischi e, secondo Patterson, alla luce degli spot del lettore che inciterebbero a portare il volume al massimo con slogan tipo “crank up the tunes” e “bring in the noise”.

 

L’uomo, che a onor del vero non ha alcun problema all’udito nonostante abbia un iPod dal 2005, ha lanciato questa campagna di ‘sensibilizzazione’ con l’intento di spingere Apple a migliorare la qualità del lettore, poiché – spiega il suo avvocato – “Ha comprato un prodotto che non è sicuro, così come viene venduto sul mercato. Ha pagato per un dispositivo che è difettoso, e la legge in questo senso è piuttosto chiara. Se qualcuno ti vende un oggetto difettoso ha l’obbligo di ripararlo”.

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