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3G: l’Italia si conferma tra i leader mondiali. Ottimo anche lo sviluppo della banda larga. Studio Forrester

Italia


Secondo uno studio condotto da Forrester Research, entro il 2010 il 72% degli abbonati mobili italiani sarà passato a un cellulare di terza generazione e oltre la metà do loro utilizzerà regolarmente i servizi Internet mobile.

 

La ricerca – Italian Mobile Forecast 2005-2010 – traccia i contorni di un fenomeno, potremmo dire, tutto italiano.

 

A livello europeo, i servizi di terza generazione si sono imposti nel corso del 2004 dopo diversi mesi di incertezza, dovuta alla carenza di telefonini e alla scarsa copertura di rete.

Il debutto della nuova generazione è stato dunque un po’ a strappi e i primi frutti si sono raccolti solo nel 2005.

 

Alla fine dello scorso anno, il 15% degli utenti italiani possedeva un telefonino di terza generazione e già 4 operatori – tra cui 3 Italia che si occupa esclusivamente di Umts – avevano lanciato i servizi mobili avanzati come la mobile Tv.

 

Secondo Forrester gli sforzi dei player stanno cominciando a essere ripagati e sempre più utenti mostrano interesse per la nuova generazione di servizi.

 

Tra i Paesi più appassionati di 3G, oltre all’Italia, anche la Gran Bretagna che è uno dei mercati tlc più competitivi, con 5 operatori – incluso 3 UK – a competere per conquistare nuovi clienti e a riversare sul mercato un flusso di servizi avanzati – mobile music e Tv – che cominciano a ingrossare gli ancora scarsi profitti legati alla trasmissione dati mobile.

 

Più che in ogni altro paese europeo, gli utenti mobili britannici rispondono con prontezza al lancio di nuovi servizi e Forrester prevede che entro il 2010 il 68% dei britannici sarà passato al 3G e il 50% di loro utilizzerà regolarmente i servizi.

 

La società fa anche il punto sui ricavi legati alla messaggistica: il traffico legato a questi servizi crescerà del 92% nei prossimi 5 anni ma sarà sostanzialmente legato ancora agli sms.

I ricavi da SMS, MMS, video messaging, IMPS e mobile email cresceranno tuttavia solo del 10% a 21 miliardi di euro, con sostanziali differenze da paese a paese.

 

L’Italia, dice ancora Forrester, è da primato anche nella banda larga, la cui adozione è cresciuta nel 2005 di oltre il 100% per una penetrazione pari al 20% delle famiglie, in linea con la media europea.

 

Una pecca però è da segnalare: lo strapotere sul mercato di Telecom Italia, dovuto principalmente alla mancanza di competizione nelle infrastrutture – Wind e Tiscali faticano a tenere il passo – ma anche a una strategia che ha messo la banda larga al centro degli investimenti dell’ex monopolista.

 

Grazie al giusto mix di innovazione, investimenti e tariffe competitive – conclude Forrester – la banda larga è destinata a raggiungere il 40% delle famiglie italiane entro la fine del decennio, con l’ADSL a farla da padrone aggiudicandosi oltre il 94% delle connessioni.

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