Donne e Innovazione? Un binomio vincente. Lanzillotta: ‘Necessario valorizzare le potenzialità non ancora emerse’

di Stefania Pagliara |

Italia


Convegno 'L’innovazione è donna'

L’innovazione è donna. Questo il titolo dell’appuntamento romano che ha riunito alcune fra le protagoniste dello scenario Ict italiano per discutere assieme del delicato rapporto fra universo femminile e innovazione, di come l’innovazione possa oggi porsi al servizio delle donne, di come le donne debbano essere protagoniste dell’innovazione.
 
Organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulle ICT DL-La Margherita e moderato dal giornalista Rai Carlo Massarini, il convegno ha fornito l’occasione per fare il punto sul ruolo delle donne nel mondo dell’ICT, evidenziando la necessità di offrir loro maggiori spazi nel campo della ricerca, dell’economia, delle istituzioni.

“Lavorare con le donne è un privilegio, le loro caratteristiche in termini di creatività, sensibilità, e capacità di valutare le situazioni e concretezza nella soluzione dei problemi, sono fondamentali”.
Queste le parole di introduzione ai lavori di
Paolo Zocchi, Presidente dell’Osservatorio, che ha evidenziato la tendenza femminile a prediligere i ruoli dirigenziali optando per la scelta di rimanere ‘sole al timone’ dell’azienda. Lo rivelano i dati dell‘Osservatorio sull’imprenditoria femminile di Unioncamere, secondo cui a fine 2005 le imprese femminili hanno superato quota 1 milione e 220mila unità pari ad una crescita dell’1,8% rispetto al 2004, superiore a quella del totale delle imprese italiane (+1,1%).

“Necessario valorizzare le potenzialità non ancora emerse“, è quanto sottolineato da  Linda Lanzillotta Responsabile Dipartimento Innovazione & Sviluppo DL-Margherita, che ha spiegato come “l’attitudine della donna sia quella di gestire la complessità, caratteristica che la porta con sé anche nel lavoro e nella professione”. “L’ aumento delle imprese femminili – ha affermato – se da un lato dimostra la capacità delle donne di adattarsi alle forme di lavoro che il mercato offre, dall’altro coincide con la precarietà del lavoro; non sempre la flessibilità che il lavoro imprenditoriale comporta è frutto di una libera scelta, spesso anzi è la conseguenza di una impossibilità di scegliere la forma di lavoro più adatta alle proprie esigenze”.

L’innovazione tecnologica, ha aggiunto la Lanzillotta, è una grande opportunità per le donne perché consente loro una gestione più efficace del tempo in relazione all’attività professionale e familiare. Consente infatti di vivere oltre che lavorare anytime ed anywhere.
“Tra gli obiettivi che il centro-sinistra pone all’azione di governo
– ha aggiunto – è la valorizzazione della competenza e della conoscenza delle donne nella politica, nella società e nel lavoro”. In sintesi, niente più barriere all’accesso, né “tetti di cristallo” ma anche un sistema di welfare moderno che aiuti le donne ad affrontare le difficoltà ed i problemi di una società in cui è indispensabile aggiornare continuamente le proprie conoscenze per restare nel mercato del lavoro, in cui le donne per lavorare hanno bisogno di servizi ed asili nido.
 
Auspicando una forte presenza femminile nei settori predominanti per lo sviluppo del Paese, dall’economia alla politica, all’informazione, ha poi aggiunto: “Sarebbe necessario un Ministero dell’Economia affidato ad una donna, perché l’allocazione delle risorse è decisiva per fare emergere le potenzialità del Paese… Per fare questo, per valorizzare quelle potenzialità non ancora emerse bisogna immettere nei processi decisionali un punto di vista orientato al cambiamento, e questo può venire dall’azione delle donne”.

“L’innovazione – ha concluso la Lanzillotta – sarà al centro dell’azione di governo del centro-sinistra, con un pacchetto di misure concrete, perché le nostre aziende tornino a competere sui mercati internazionali e le amministrazioni pubbliche offrano ai cittadini e alle imprese servizi di qualità”. 
Tra le misure previste: istituzione di una figura politicamente centrale con responsabilità e poteri di coordinamento di tutte le politiche in materia di ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione; sviluppo della rete, con estensione della banda larga a tutto il territorio nazionale e a tutti i cittadini; sviluppo della politica dell’eGovernment; adozione di carta di identità elettronica e di un sistema di pagamento sicuro in rete; promozione della ricerca scientifica, che vedrà raddoppiati gli investimenti pubblici e privati in R&; sostegno alle PMI nell’accesso al credito in relazione ai progetti innovativi; formulazione di nuove regole e di un sistema di diritti adeguati alla nuova democrazia della rete attraverso una riformulazione del copyright e del diritto d’autore che va rivisto sull’esempio dei “creative commons”, dal “tutti i diritti riservati” ad “alcuni diritti riservati”.

Donne, quindi, sempre più impegnate nell’ICT. Un’impresa su quattro è gestita da donne e spesso sono proprio quest’ultime ad essere le più dinamiche e proattive – ha sottolineato Roberta Cocco, Direttore Divisione Marketing Communication di Microsoft Italia e Responsabile del progetto futuro@lfemminile – “Allo stesso tempo, però, le donne lavoratrici lamentano sempre maggiori difficoltà nel conciliare vita lavorativa e cura della famiglia”.
 
“In Microsoft,
ha proseguito Roberta Cocco, crediamo nelle donne e nelle loro capacità ed è per questo che ci impegniamo per migliorare gli ambienti di lavoro e renderli più flessibili attraverso l’uso della tecnologia. Riteniamo, infatti, che questa possa essere una leva fondamentale per le politiche occupazionali I seminari di formazione gratuiti Impres@Donna e Mamme@web rispondono a questa filosofia: una tecnologia che si pone al servizio delle donne e dell’espressione del loro potenziale”.

Il Progetto Microsoft futuro@lfemminile, realizzato in collaborazione con Accenture e HP con il patrocinio del Ministero per le Pari Opportunità, prevede diversi gli ambiti di intervento – Istruzione, Pubblica Amministrazione, Impresa, famiglia – secondo iniziative mirate, che partono dal mondo della scuola e dell’università per finire a quello professionale, sia istituzionale che imprenditoriale. Dalle proposte di intervento di ricerca e sperimentazione di prassi di orientamento per colmare il gap di genere nelle diverse facoltà universitarie scientifiche, fino alla iniziative volte a creare spazi di formazione per approfondire la conoscenza degli strumenti innovativi a servizio delle donne che non vogliono rinunciare a lavorare.

In termini di tutela del diritto lavoro, infatti, lo scenario femminile italiano è fra i più allarmanti nel più vasto panorama europeo.
Non solo secondo i dati ILO (International Labour Organization) le donne manager italiane sono appena il 18%, ma considerando ostacoli quali la scarsa flessibilità e la quasi assenza del telelavoro, si ha come diretta conseguenza la scelta dell’imprenditorialità come unico modo per conciliare casa e lavoro. 
Anche il mondo istituzionale è vittima del medesimo fenomeno. Le stanze del potere in Italia sono ancora monopolio degli uomini. Sono donne solo l’8,3% dei ministri (ma il 13,1% dei sottosegretari), l’11,5% dei deputati, l’8,1% dei senatori. A livello locale la situazione non migliora: appena il 10% sono presidenti di giunte regionali, il 6,7% di giunte provinciali, il 9,6% sindaco(dati Censis). In una situazione di netta minoranza, è importante che le esperienze al femminile riescano a fare rete tra di loro. Per questa ragione futuro@lfemminile prevede per le donne della PA uno spazio virtuale di incontro e confronto, secondo i termini di un progetto che verrà presentato in maggio a Roma in occasione del Forum PA 2006.
 
Della difficoltà delle donne a fare carriera e ad occupare ruoli di spicco ha parlato anche Amalia Vetromile Membro del Coordinamento Donne-ICT Osservatorio Nazionale ICT DL-Margherita. “Cosa cela il famoso ‘soffitto di cristallo’ che ferma le donne ai livelli intermedi manageriali? Le organizzazioni aziendali sono state create da un universo maschile e impostate su un modello sociale antico e ormai desueto. Negli ultimi trent’anni le donne hanno preso prepotentemente posto nel mondo produttivo, ma anziché dare una svolta creativa ai modelli organizzativi li hanno consacrati, facendoli propri in pieno”.
 

La Vetromile ha quindi auspicato un approccio ‘femminile’ al lavoro per favorire il costituirsi di organizzazioni meno gerarchiche, dove maggiore flessibilità e adattamento al mercato lasciano più spazio all’integrazione di competenze e creatività. Un modo di lavorare dove uomini e donne possano offrire contributi e critiche costruttive, dove la diversità di genere, che si esplica in stili cognitivi diversi, diventi ricchezza per le aziende, come indubbiamente lo è l’integrazione di competenze diverse e la multidisciplinarietà nel mercato di servizi ad alto valore aggiunto.

Raffaella Alibrandi Presidente Unione Romana Industriali ed Amministratore Delegato della Fiera di Roma, ha illustrato quindi le iniziative che la UIR, d’intesa con il Comune di Roma ed il Consorzio Gioventù Digitale – soci fondatori Acea, Elea, Engineering, eWorrks, Wind e Unisys, ha messo in atto per favorire la presenza femminile nell’industria ICT romana.
Sono stati organizzati dei corsi formativi finalizzati a favorire l’ingresso delle donne partecipanti nelle aziende ICT che hanno aderito all’iniziativa”. In questo modo, da un lato, si è accresciuto il tasso di innovazione del tessuto produttivo per una maggiore competitività dell’area romana, dall’altro la presenza femminile qualificata è propedeutica ad una carriera professionale di successo per rompere il “soffitto di cristallo”.
La Alibrandi ha poi fornito dei dati sull’incremento delle imprese femminili laziali e romane che evidenziano come
quando è il mercato a decidere, non c’è differenza di genere. Quando è il mercato a decidere e non i Consigli di Amministrazione, le donne incontrano meno ostacoli e possono far emergere tutte le loro qualità“.

A richiamare l’attenzione sulla valenza innovatrice e creativa della donna negli scenari produttivi è stata anche Barbara Scaramucci, Direttrice delle Teche RAI, secondo cui la capacità di innovazione è donna perché c’è da parte della donna una forte sensibilità verso l’uso e l’applicazione delle nuove tecnologie, e perché tali applicazioni richiedono una forte spinta creativa tipicamente femminile”. Dello stesso avviso Lucia De Siervo, Assessore del Comune di Firenze, “innovare vuol dire essere aperti, saper ascoltare, saper diffondere le nuove tecnologie nella maniera più semplice ed efficace possibile, tutte caratteristiche che le donne possiedono pienamente”.

Infine, ad approfondire il rapporto femminile con l’universo scientifico è stata invece Flavia Zucco Presidente dell’Associazione Donne e Scienza, che si prefigge di promuovere la partecipazione delle donne alla ricerca scientifica italiana e internazionale. ” Con la loro capacità di avere una visione olistica dei problemi, con la grande flessibilità e la capacità di interconnessione, ha dichiarato la Zucco, le donne possono portare un patrimonio finora sconosciuto nel campo della ricerca scientifica. Le facoltà tecnico-scientifiche respingono ancora le donne, ponendo una serie di barriere all’ingresso. In Nord Europa sono state istituite delle figure di tutor, per aiutare le ragazze in difficoltà nelle facoltà a forte prevalenza maschile”.