Cartello sul mercato della musica online? Gi Usa indagano, coinvolte le principali Major e Apple

di Raffaella Natale |

Stati Uniti


utente su iTunes

Il ministero di Giustizia americano (Department of Justice) ha aperto un’indagine che mira a chiarire se le major discografiche abbiamo o meno stabilito un cartello sui prezzi di vendita della musica online.

Come ha spiegato il portavoce del ministero, Gina Talamona, senza tuttavia entrare nei dettagli, “ La divisione Antitrust sta verificando la possibile presenza di pratiche contrarie alla concorrenza” proprio per quanto riguarda la musica scaricabile da Internet.

 

Come hanno riferito fonti vicine al dossier, un’altra inchiesta simile è stata condotta dal Procuratore dello Stato di New York, Eliot Spitzer.

Stando alle indiscrezioni, tra i grossi nomi figurerebbero l’americana Warner Music, la britannica EMI, la controllata francese Universal Music Group (Vivendi Universal) e SonyBMG, jointventure controllata dalla giapponese Sony e dalla tedesca Bertelsmann. Ma a riguardo non si ha ancora nessuna conferma.

 

L’indagine potrebbe essere legata alle negoziazioni in corso tra le case discografiche e Apple, produttore dell’iPod, dominante sul mercato dei lettori Mp3, e proprietario del negozio online iTunes Music Store.

Secondo il Wall Street Journal, il governo federale sospetta “una possibile collusione in base alla quale le quattro principali case discografiche fissano i prezzi della musica online“.

 

Nel settembre scorso, il presidente di Apple, Steve Jobs, aveva criticato l’intenzione delle major di voler aumentare le loro tariffe sulla musica scaricabile dalla rete, affermando che una simile decisione avrebbe avuto come effetto di incoraggiare la pirateria. Al momento, un brano su iTunes si vede a 99 centesimi di euro.

 

I portavoce della Warner Music e della SonyBMG hanno rifiutato di commentare queste informazioni. Non è stato possibile raggiungere invece nessuno negli uffici americani della Universal Music, prima casa discografica del mondo. A fine dicembre, Warner Music aveva dichiarato d’essere stata convocata davanti al Procuratore Eliot Spitzer, che ha forgiato la propria reputazione in anni di lotta contro le pratiche anticoncorrenziali dei grandi gruppi.

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