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Mercato retail: continuano a crescere gli investimenti in tecnologia. Studio Teradata

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Oggi gli operatori del settore retail si rendono conto che gli operatori  front-line necessitano di dati più affidabili per potere supportare meglio il cliente; è quanto hanno risposto gli intervistati di una ricerca svolta da Teradata, una divisione di NCR Corporation (NYSE: NCR). 

Tre su cinque hanno dichiarato che i loro dipendenti necessitano di un accesso più veloce a dati più precisi. Circa l’85% degli intervistati ha affermato che nella supply chain è anche importante che la gestione delle scorte sia maggiormente in linea con le richieste del cliente, affinché l’azienda possa mantenere una posizione di competitività.

Queste e altre esigenze sono il motore di un aumento negli investimenti in IT da parte dei retailers nel 2006. 

 

La ricerca svolta da Teradata presso i manager retail ha evidenziato cospicui aumenti nell’applicazione della tecnologia RFID, oltre a una maggiore necessità di ottenere informazioni praticamente in tempo reale per supportare gli utenti front-line nell’offrire una migliore assistenza ai propri clienti. I manager del settore retail continuano a far fronte a quantitativi sempre crescenti di dati e richieste da parte degli utenti business investendo in misura sempre maggiore in IT.

La ricerca, svolta nel mese di Dicembre, ha confermato che la spesa in IT crescerà enormemente nel corso del 2006. Questo risultato è coerente con quelli ottenuti dalla precedente ricerca del 2005, in cui si prevedeva un aumento della spesa sia per l’anno 2005 che per il 2006.

 

La generazione di dati continua a crescere in maniera esponenziale, e disporre di informazioni per i responsabili front-line assume ancora più importanza, soprattutto se si parla di gestione delle scorte e delle giacenze a magazzino, rivela  la ricerca. Gli intervistati hanno dichiarato di riuscire a migliorare la gestione delle scorte, il controllo e la sicurezza utilizzando le tecnologie RFID e l’active data warehouse.

 

Des Martin, industry managing partner di Teradata ha commentato: “Stiamo assistendo a una evidente crescita nell’utilizzo della tecnologia che guida la top-line, semplificando il processo di acquisto per il cliente grazie alla generazione di promozioni che siano più specifiche e ne soddisfino le reali esigenze. La tecnologia continua a essere impiegata per migliorare l’efficienza della supply chain e delle operazioni di controllo, ma anche in questo caso il settore retail si deve affidare a informazioni sempre più precise per aumentare la probabilità che i clienti trovino esattamente quello che desiderano, ottimizzando allo stesso tempo i livelli di scorte del punto vendita”.

 

Per il secondo anno consecutivo, gli intervistati hanno dichiarato che la spesa per l’IT aumenterà.  Due terzi degli intervistati hanno affermato che la spesa in IT nella loro azienda è aumentata rispetto a un anno fa. Circa il 45% degli intervistati ha dichiarato che il budget della loro azienda da investire in IT verrà suddiviso tra data warehouse e sistemi analitici di supporto.

 

In base a quanto emerso dalla ricerca, il 20% dei manager retail ha dichiarato che la propria azienda prevede o ha già in corso progetti di RFID, mentre quasi la metà (47%) degli intervistati nel 2005 affermava di volere sviluppare la tecnologia RFID nel prossimo futuro o di essere già attualmente in fase di sviluppo.  I progetti di RFID sono quasi il doppio nelle aziende con fatturato annuale pari a 3 miliardi di dollari o superiori.  Tra le aziende che hanno in corso progetti di RFID, circa la metà sta aggiornando la tecnologia RFID o effettuando test.

 

“Le società del settore retail di maggiori dimensioni, che fino a qualche tempo fa ritenevano l’RFID una tecnologia nuova ed emergente, oggi ne fanno un ampio impiego, cercando di ottenere vantaggi sia per la top-line sia per la bottom-line. I dati rappresentano ancora l’elemento principale dell’RFID, e proprio la raccolta e l’analisi dei dati potrà fare o meno la fortuna dei diversi fornitori che stanno effettuando test di prova,” ha affermato Richard Beaver, senior industry consultant di Teradata. 

 

Per la maggior parte dei partecipanti alla ricerca, i vantaggi principali che ci si aspetta dall’RFID sono la possibilità di controllare e tracciare meglio le scorte e una maggiore sicurezza nel processo. Circa nove su 10 intervistati (87%) hanno dichiarato che la propria azienda utilizzerà l’RFID per il controllo delle scorte o la sicurezza del punto vendita, e il 58% di questi ha dichiarato trattarsi della priorità primaria della propria società, poiché consente di effettuare il riassortimento dei prodotti in modo più veloce ed efficace, oltre a identificare e prevenire i furti. Circa i due terzi degli intervistati (65%) ha dichiarato che la loro società utilizzerà l’RFID per la gestione delle promozioni e il 40% ha affermato che la tecnologia RFID sarà di supporto per problematiche legate ai prodotti in garanzia e ai resi.

 

Dalla ricerca risulta che più dei due terzi degli intervistati ha dichiarato, in linea con la necessità di analizzare in modo veloce e accurato i dati raccolti attraverso l’RFID o altri strumenti, che l’uso dell’active data warehouse fornisce un accesso praticamente in tempo reale alle informazioni necessarie per il processo decisionale, ed è in fase di crescita nel settore retail

“Oltre alla comprensione dei vantaggi apportati dall’active data warehouse, esiste la consapevolezza delle sfide che ne caratterizzano l’implementazione, in particolare la condivisione di dati attraverso l’intera organizzazione, gli standard e gli strumenti, la qualità e il consolidamento dei dati e le problematiche legate ai costi e alle politiche interne. I manager del retail sembrano aver capito che la ‘sopravvivenza del più veloce’ sarà un elemento di sempre maggiore differenziazione di chi ha successo, e per avere successo il mondo retail sta spostando le proprie applicazioni sempre più verso un modello di active data warehouse”, ha affermato Martin.

 

Lo studio Teradata è stato condotto dalla BuzzBack Market Research in Dicembre, intervistando più di 100 dirigenti del settore retail. Tutti gli intervistati vivono negli Stati Uniti e lavorano presso aziende retail di livello mondiale con entrate pari a 500 milioni di dollari o superiori. Tutti gli intervistati ricoprono una posizione dirigenziale e si occupano della gestione societaria/generale, della pianificazione finanziaria/strategica, delle operations o dell’IT. I dirigenti intervistati sono rappresentanti di aziende retail nei settori: abbigliamento, elettronica, alimentare, elettrodomestici, cosmetica, giocattoli e rappresentano tutte le zone geografiche del Paese.

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