Anche la Ue vuole il proprio MIT: al via la costituzione di un polo d’eccellenza nella ricerca e innovazione. Microsoft tra i sostenitori 

di Raffaella Natale |

Europa


European Union

Un Massachusetts Institute of Technology (MIT) tutto europeo? Sembra proprio di sì, anche l’Europa potrebbe avere il suo Istituto di tecnologia, contando anche sul sostegno del fondatore di Microsoft, Bill Gates.

Per il 2010 anche l’Unione europea potrebbe essere già funzionante un “Institute of Technology“, con l’obiettivo di combattere la concorrenza degli Stati Uniti, Giappone e delle economie emergenti nella ricerca e innovazione.

E’ quanto riferito dalla Commissione Ue per voce del suo presidente Jose Manuel Barroso che ha sottolineato la necessità di risolvere un problema davvero urgente per il nostro deficit, soprattutto nei confronti degli Usa, nella scienza, nella ricerca e nell’innovazione. Altrimenti, sottolinea il presidente, la Ue rischia il sorpasso anche da parte di India e Cina

“Penso a un grande progetto per sviluppare l’ammiraglia europea della ricerca e della tecnologia”, ha spiegato Barroso in occasione della conferenza stampa con il Commissario alla Formazione e la Cultura, Jan Figel.

La Commissione Ue ha fatto appello agli Stati membri per creare l’EIT (European Institute of Technology) che, come spiega una nota, non si tratterà di un singolo campus universitario ma un gruppo di atenei, ricercatori, aziende coordinati da una piccola centrale operativa.

Il futuro organismo dovrà attrarre i migliori studenti, ricercatori e professionisti a livello internazionale che, lavorando in stretta collaborazione con le Imprese, dovranno dedicarsi a ricerche di avanguardia e alla loro applicazione.

“Non si capisce perché – ha osservato Barroso – l’Europa attiri i migliori calciatori internazionali e non sia invece capace di fare lo stesso con i migliori esperti scientifici”.

La Commissione precisa tuttavia che l’Istituto svolgerà un ruolo diverso e quindi complementare rispetto a quello di qualsiasi altra iniziativa comunitaria in programma o a qualsiasi università dei singoli Stati membri, anche per rispondere alle polemiche sollevate recentemente da chi teme che la nuova iniziativa distragga risorse dai centri di ricerca già esistenti.

Un compito importante, ha ricordato Barroso, per settori diversi è già svolto dall’Istituto europeo di Firenze o dal Collegio europeo di Bruges.

Secondo i piani dell’esecutivo europeo che ha avanzato la proposta dopo aver sondato il parere degli esperti e raccolto circa 700 contributi, l’Istituto dovrebbe puntare soprattutto su settori come le nanotecnologie, l’energie rinnovabili, i cambiamenti di clima e la eco-innovazione o le tecnologie dell’informazione. L’Istituto europeo di tecnologia, al quale sarà affidato il difficile compito di colmare i ritardi europei in materia di Innovazione e ricerca, riunirà in sé i tre lati del cosiddetto “triangolo della conoscenza“: istruzione, ricerca e Innovazione. Il “MIT europeo” sarà articolato in un Comitato direttivo, affiancato da un piccolo organo amministrativo, e in una serie di “Comunità della conoscenza”, sparse su tutto il territorio europeo.

Per la nascita del MIT dell’Ue, dovrebbero essere mobilitati non solo fondi pubblici ma anche privati.

“Prima di tutto dobbiamo verificare se l’idea è buona, poi parleremo di finanziamenti e di sede”, ha detto Barroso precisando di “non aver negoziato niente con nessuno”, ma di aver trovato tra diversi imprenditori una buona accoglienza, compreso Bill Gates.

Il coinvolgimento dei privati è il fattore chiave per il successo del progetto“, ha sottolineato Figel. Per questo la Commissione nei mesi scorsi ha riunito intorno a un tavolo di consultazione esperti, premi Nobel e tutti gli attori interessati, pubblici e privati. Tra questi ha partecipato alle consultazioni il gruppo italiano Pirelli che si è mostrato interessato al progetto ma, hanno fatto sapere, “bisogna prima definire chiaramente le competenze e le fonti di finanziamento”.

Un funzionario della Ue ha spiegato che l’Esecutivo non ha ancora deciso se l’EIT dovrà istituire riconoscimenti, aggiungendo che questo verrà preso in considerazione quando la Commissione presenterà la proposta formale per costituirlo a partire da fine anno.

Secondo alcune indiscrezioni Austria, Francia e Polonia si sarebbero già candidate per ospitare l’EIT e si spera di evitare la diatriba tra gli Stati membri come ogni volta accade quando bisogna decidere dove costruire una nuova struttura Ue. Alcune fonti comunitarie avrebbero comunque fatto sapere che la preferenza andrà a una località a forte tradizione tecnologica.

“Se iniziamo a discutere su dove collocare l’EIT, non ne avremo mai uno”, ha detto Barroso.

La creazione del nuovo Istituto sarà argomento che la Commissione porterà al Consiglio europeo di marzo e se il progetto ricevesse il via libera degli Stati membri, Bruxelles potrebbe presentare una proposta ufficiale entro la fine del 2006 e arrivare al lancio del progetto entro il 2010.

Non rimane che aspettare di vedere come verrà accolto il progetto dai governi 25 Paesi membri.

Sicuramente grande rilevanza in tutto questo progetto l’avrà il gruppo di Bill Gates, Microsoft, il colosso americano dei software. Microsoft amata e odiata.

E’ infatti di non molto ore fa una notizia che vede ancora coinvolta la società di Redmond: un gruppo di società concorrenti e clienti di Microsoft ha depositato presso la Ue una nuova querela. L’accusa è di concorrenza sleale.

L’European Committee for Interoperable Systems (ECIS), che include tra gli altri IBM, Oracle, Sun Microsystems, Nokia e RealNetworks, in una nota afferma che la società di Bill Gates “mette a rischio l’attività delle altre imprese e la reale possibilità di scelta dei singoli utenti”.

L’ECIS sottolinea con “rammarico” che “una rigida applicazione della legge antitrust sembra essere l’unico modo per porre fine al comportamento anti-competitivo della Microsoft”.

Il Comitato cita come esempio il software Microsoft Office che, sostiene, non permette alla concorrenza di interoperare in modo adeguato con il sistema operativo Windows, quindi impedendo ai rivali di competere.

Bruxelles chiede a Microsoft l’applicazione dei “rimedi” individuati nel marzo 2004 per porre fine al suo monopolio di fatto sul mercato dei sistemi operativi per pc. In particolare, l’Esecutivo Ue sottolinea la mancata pubblicazione – da parte del gruppo – di una “completa e accurata” documentazione sull’interfaccia, in modo da permettere ai server concorrenti di ottenere la piena interoperabilità (la condivisione con la concorrenza di alcune informazioni riservate in merito ai server di fascia bassa) con i personal computer ed i server di Windows.

In caso di mancato rispetto degli impegni presi nel 2004, il gruppo americano rischia l’imposizione, da parte della Commissione europea, di multe fino a 2 milioni di euro al giorno.

Microsoft ha replicato duramente alla nuova denuncia, accusando IBM e gli altri di sfuggire alla sfida innovativa: “Quando devono far fronte alle innovazioni preferiscono litigare”.

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