Stanca respinge gli allarmi sul voto elettronico, ‘Nessun rischio, meno errori, più rapidità e maggiori risparmi’

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Non c’è alcun motivo di allarme e di preoccupazione per lo scrutinio elettronico dei voti che sarà effettuato con la massima trasparenza nelle prossime elezioni del 9 e 10 aprile, interessando 10 milioni di elettori in 12 mila sezioni elettorali (il 20% del totale), nelle regioni Liguria, Sardegna, Lazio e Puglia, dove comunque continuerà a svolgersi anche lo scrutinio tradizionale, ossia manuale, che in caso di difformità dei dati prevarrà su quello digitale.

 

A precisarlo è Lucio Stanca, Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, ricordando il contenuto del decreto legge 1 del gennaio 2006 (approvato recentemente dal Parlamento) e contestando le dichiarazioni di Beatrice Magnolfi e Fiorello Cortiana, parlamentari d’opposizione.

 

Stanca ha spiegato che “la procedura digitale oltre a ridurre notevolmente i tempi dei diversi adempimenti, dal conteggio dei voti alla compilazione dei relativi verbali sino alla comunicazione dei risultati, con una rilevante riduzione dei costi, ha come obiettivo anche quello di limitare al massimo gli errori manuali che hanno sempre caratterizzato lo spoglio dei voti e determinato ritardi, incertezze e contenziosi”.

 

Il ministro ha poi precisato che “la presenza nei seggi dell’operatore informatico è espressamente prevista dalle stesse disposizioni di legge e la scelta è basata sulle loro capacità tecniche e, comunque, ad essi verrà data specifica formazione e addestramento”.

 

Inoltre, ha aggiunto Stanca “la correttezza dell’immissione digitale dei risultati sarà costantemente visibile su un monitor da parte di tutti i componenti del seggio. La validità, la rapidità ma anche la precisione di queste procedure elettroniche sono state già confermate ed approvate da una apposita commissione tecnica, composta anche da rappresentanti della maggioranza e della minoranza, sulla base delle risultanze delle due sperimentazioni effettuate alle ultime consultazioni europee e regionali. Mentre nelle due precedenti esperienze si trattava di una semplice sperimentazione, per le elezioni politiche di aprile si è fatto un ulteriore passo in avanti dando valore giuridico anche allo scrutinio informatizzato. Giova ripetere che, per dimostrare infondate le preoccupazioni dei parlamentari d’opposizione, in caso di non corrispondenza tra il sistema digitale e quello tradizionale prevarrà sempre l’esito della rilevazione manuale, come previsto dalla legge”.

 

Il ministro ha poi respinto in modo fermo le perplessità sollevate dai parlamentari di minoranza sugli aspetti della sicurezza dei dati. Sono, infatti, state adottate misure che garantiscono pienamente la sicurezza e l’integrità della raccolta, memorizzazione, gestione e trasmissione dei dati attinenti all’esito della consultazione. Gli uffici del Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie sono disponibili a fornire approfondimenti e chiarimenti su questioni squisitamente tecniche.

 

Circa la scelta delle sezioni elettorali interessate allo scrutinio elettronico, la selezione è avvenuta secondo un bilanciamento territoriale: Nord (Liguria), Centro (Lazio), Sud (Puglia) e Isole (Sardegna) e nel rispetto dei limiti delle risorse finanziarie.

 

Per quanto riguarda le modalità di affidamento della commessa, il decreto legge 1/2006 ha espressamente previsto che essa avvenga in deroga alle norme di contabilità generale dello Stato, stante il brevissimo lasso di tempo disponibile. Pertanto essa si svolgerà con trattativa privata, sulla base di procedure trasparenti e di apertura al mercato, tenendo conto dell’economicità e della funzionalità delle offerte.

 

Il ministro Stanca, infine, ha sostenuto che “per le ragioni sopraesposte non c’è alcun motivo di preoccupazione se non quelle di coloro i quali temono, in generale, qualsiasi forma di innovazione e, in particolare, che queste operazioni elettorali evolvano con modalità che offrono tempi più veloci e, quindi, più economiche, ma anche in modo da evitare qualsiasi tipo di errore sia involontario, che volontario”.

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