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TDT: Calabrò, ‘la Gasparri era up to date, più realistico lo switch-off per il 2008’

Italia


Si torna a parlare di Tv digitale terrestre (TDT) e dello slittamento della data dello switch-off, deciso dal Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, per il 31 dicembre 2008, anche a fronte della posizione assunta dall’Unione europea. A tornare sull’argomento è il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, ospite di “Economix” in onda  su Raitre.

 

“Ora posso dirlo – ha dichiarato Calabrò – la data del 31 dicembre 2006 fissata per lo switch-off era velleitaria, utopistica, impossibile. La Gasparri era ‘up to date’ per vari aspetti quando è stata approvata, ma l’evoluzione tecnologica è tale da superare rapidamente ogni norma. Basti pensare che negli ultimi tre anni il progresso nel settore televisivo equivale a quello che si è realizzato nei vent’anni precedenti”. “Per questo credo che la legge debba definire i contorni, ma il ‘sarto’ che deve confezionare le regole e adeguarle di continuo, debba essere l’Autorità, perché per una legge ci vogliono mesi, mentre noi una nuova regola la possiamo fare in 15 giorni. Quel che è certo è che negli ultimi tre anni la televisione ha subito un’Innovazione”.

 

Così il presidente dell’Autorità ha delineato quella che a suo parere potrebbe essere la tempistica della rivoluzione tecnologica all’interno della televisione.

E’ realistico che per il 2008 si possano spegnere le trasmissioni analogiche per passare al digitale terrestre, come previsto oggi dalle norme, se si vuole, si può fare. Il passaggio al digitale terrestre non è facile, ma non va visto come una chimera. Ci sono i presupposti e tecnicamente si può fare”.

 

Nel definire realistico il passaggio al sistema digitale, Calabrò ha tenuto a sottolineare che la Rai, che ha il dovere di adeguarsi al nuovo sistema, dal giugno scorso era tenuta a realizzare un canale generalista: “prima lo fa meglio è”, ha concluso.

 

A Economix Calabrò risponde anche sul “caso Meocci”, a proposito dei tempi lunghi per la procedura di verifica dell’eventuale incompatibilità con la carica di direttore generale della Rai: “Noi eravamo pronti fin dal 26 agosto per esaminare la questione dell’eventuale incompatibilità del direttore generale Meocci. Abbiamo dovuto aspettare il parere del Consiglio di Stato, ma il giorno dopo abbiamo avviato la procedura di contestazione. Ci sono dei termini da rispettare per permettere all’interessato e alla Rai di difendersi e risponderci con delle memorie. E questi termini non sono ancora scaduti”.

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