Comunicazioni elettroniche: approvata la delibera, l’Agcom apre il mercato della banda larga agli operatori alternativi

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L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato la delibera conclusiva relativa all’analisi del mercato di accesso a banda larga all’ingrosso. Una delibera che porterà notevoli benefici agli utenti finali che, in particolare, vedranno crescere sia la disponibilità di offerte di accesso in banda larga in concorrenza fra loro, sia la qualità delle medesime, in termini di velocità ed effettiva larghezza di banda. Lo ha deliberato il Consiglio dell’Authority nell’ambito del nuovo quadro regolamentare delle comunicazioni elettroniche, su proposta dei commissari relatori Roberto Napoli ed Enzo Savarese.

Una nota spiega che, ricevuti i pareri positivi dell’Antitrust e della Commissione Ue, l’Autorità “ha confermato la proposta di provvedimento sottoposta a consultazione pubblica. I servizi intermedi per l’accesso a banda larga sono fondamentali per consentire alle Imprese di telecomunicazioni e agli ISP (Internet Service Provider) di offrire accessi a banda larga alla clientela finale. Ancor più, alla luce delle previsioni particolarmente favorevoli per diffusione dei servizi di telefonia vocale basate su protocollo IP (VoIP).  

    

L’Agcom ha aggiunto che l’ampia disponibilità di punti e modalità di interconnessione permetterà, inoltre, agli operatori alternativi tanto di replicare, quanto di differenziare, i propri servizi rispetto a quelli forniti da Telecom Italia, portando notevoli benefici agli utenti finali.

   

Nel provvedimento, l’Autorità  individua un “unico mercato nazionale per i servizi di accesso a banda larga all’ingrosso offerti su diversi portanti trasmissivi (rete in rame, in fibra ottica, trasmissioni satellitari) e identifica Telecom Italia quale operatore notificato di una notevole forza di mercato“.

“La posizione di particolare forza di mercato detenuta da Telecom Italia – in un contesto di insufficiente concorrenza – ha indotto l’Autorità  a porre in capo a tale operatore l’obbligo di dare accesso alla propria rete a quattro diversi livelli di interconnessione della catena impiantistica, nonché l’obbligo di trasparenza e di non discriminazione”.

Telecom Italia sarà, quindi, tenuta, come sottolinea l’Agcom, a formulare un’offerta di riferimento anche per i servizi di accesso a banda larga all’ingrosso (bitstream), così come già accade per i servizi di interconnessione e di accesso per la fornitura dei servizi di telefonia.

   

La disposizione dell’Autorità prevede che i prezzi di accesso ai livelli più bassi della rete a banda larga di Telecom Italia siano calcolati sulla base dei costi sottostanti e non più a partire dai prezzi al dettaglio di Telecom Italia (meccanismo del retail minus). L’orientamento al costo è stato introdotto – sottolinea l’Authority – al fine di garantire che le efficienze derivanti dall’Innovazione siano effettivamente trasferite al cliente finale, nonché per prevenire l’adozione di strategie anticoncorrenziali da parte dell’impresa con notevole forza di mercato.

   

L’Autorità  ha – invece – deciso di non sottoporre a controllo i prezzi dei servizi di interconnessione offerti ai livelli più alti della catena impiantistica, al fine di incentivare gli operatori alternativi ad accrescere le proprie dotazioni infrastrutturali e di valorizzare gli investimenti in reti e infrastrutture fin qui effettuati.

 

Fino alla pubblicazione dell’offerta di riferimento per i servizi bitstream, le offerte di Telecom Italia saranno ancora sottoposte ad una verifica ex ante, sulla base del principio del retail minus, dove il minus non potrà essere inferiore al 30%. Più precisamente, permarranno in capo a Telecom Italia anche gli obblighi – attualmente in vigore – di comunicazione, preventiva alla commercializzazione, delle condizioni tecniche ed economiche che caratterizzano ciascuna nuova offerta al dettaglio di servizi a banda larga. (r.n.)

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