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Par condicio: l’Agcom convoca le emittenti e le associazioni radioTv per verificare il rispetto del pluralismo

Italia


Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – presieduto da Corrado Calabrò – ha deciso, all’unanimità, di convocare per martedì 24 gennaio,  la Rai, le emittenti private Mediaset, La7 Televisioni e Sky Italia e le associazioni delle aziende radiotelevisive “per verificare quali iniziative concrete siano poste in atto al fine di garantire l’effettiva osservanza, da parte della Rai e delle altre emittenti, delle norme di legge, dei regolamenti e degli atti d’indirizzo che tutelano l’equilibrio, l’imparzialità, la lealtà e la completezza dell’informazione”.

“Sono questi criteri – spiega la nota dell’Authority – che devono informare le trasmissioni in ogni periodo e, con particolare sensibilità, nell’attuale fase antecedente la campagna elettorale. Il Consiglio ha altresì deciso di intensificare al riguardo il proprio monitoraggio, d’ufficio e su segnalazione”.

 

Tutto questo avviene ad alcuni giorni dall’appello lanciato dal Presidente della Repubblica Ciampi al rispetto della par condicio nella comunicazione politica della campagna elettorale ormai alle porte, ma nei fatti iniziata ormai da tempo. Durante l’audizione in Quirinale dei membri della Commissione di vigilanza Rai, il Presidente ha raccomandato: “Avete ormai l’esperienza di passate elezioni che vi può permettere di meglio calibrare il vostro regolamento alle esigenze di un parità effettiva nella prossima campagna elettorale”. Poi un nuovo monito: “La vostra sia una vigilanza attiva per far sì che la sostanza, al di là di quelle che sono le norme scritte, venga rispettata in tutte le trasmissioni”.

 

Riguardo alle dichiarazioni del Capo dello Stato, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ha dichiarato: “Ciampi fa il suo mestiere. Il richiamo è ai politici, non ai mezzi di comunicazione”. Aggiungendo che “in realtà, nella legge Gasparri c’è già una sorta di par condicio permanente, cioè un equilibrio da rispettare“.

“Dal Capo dello Stato emerge un metodo – ha detto invece il presidente di Telecom Italia Marco Tronchetti Provera – non entra nel merito, ma chiede agli organi responsabili il rispetto delle regole in un momento così delicato“.

Il presidente del Consiglio, dalla sua, sostiene che le parole del Presidente della Repubblica non erano dirette a lui: “Non credo proprio – ha detto il Premier – che possa essere rivolto a me”. Se Berlusconi respinge le accuse rivoltegli dall’opposizione, il leader dell’Unione Romano Prodi denuncia “negli ultimi 15 giorni nei telegiornali e nelle trasmissioni radiotelevisive Berlusconi è stato 3 ore e 6 minuti, io 8 minuti, è questo l’equilibrio“.

 

Nei giorni scorsi, Berlusconi ha dovuto ritirare l’emendamento per modificare la legge sulla par condicio a causa dei pareri diversi nella sua maggioranza.

“Ho dovuto dire di no a un emendamento che avevamo presentato, ho dovuto ritirarlo. Un emendamento che dava a ogni formazione politica un tempo in televisione nel cosiddetto periodo della par condicio pari alla propria forza politica”.

“Succederà che un partito come Forza Italia che ha avuto il 30% alle passate elezioni avrà il 4% di tempo, credo, esattamente come un partito qualsiasi che si presenta per la prima volta. Non mi sembra giusto”, ha detto ancora il Premier.

Lo scontro è assicurato e sicuramente ne vedremo ancora delle belle.

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