Domini .xxx: l’Icann rinvia ancora la decisione finale

di Alessandra Talarico |

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Hi tech e pornografia

È stata rimandata ancora una volta la decisione sull’approvazione del controverso dominio .xxx, che dovrebbe designare i siti Internet per soli adulti.

L’idea di creare un’etichetta apposita per i siti pornografici è nell’aria dal 2001 e avrebbe dovuto ricevere l’approvazione finale nel corso del meeting Icann svoltosi a Vancouver dal 30 novembre al 4 dicembre.

 

Nel corso del meeting, però, il presidente dell’Icann Vinton Cerf ha annunciato che la decisione è stata rinviata ulteriormente poiché le organizzazioni ei governi hanno richiesto più tempo per stabilire l’opportunità di creare un simile dominio.

In pratica, l’Icann è in attesa dei risultati della consultazione di una commissione governativa, la Governmental Advisory Committee, su un report di 350 pagine, completato ad agosto ma pubblicato la scorsa settimana.

 

È il secondo rinvio, dopo quello di settembre, e nessuna data certa per la riapertura delle discussioni è stata fornita dall’associazione.

 

Ad agosto, la decisione finale in merito alla creazione del domino .xxx è stata rimandata a causa delle perplessità espresse dal Dipartimento del Commercio Usa, diretto ‘superiore’ dell’Icann.

 

Le critiche al progetto sono arrivate anche da personaggi al di sopra di ogni sospetto.

Per Karl Auerbach, ex membro dell’Icann, la decisione è addirittura ‘oscena’, mentre per le associazioni a difesa dell’infanzia è ‘pericolosa’ oltre che inutile.

 

Per Auerbach, l’associazione avrebbe dovuto dare priorità a domini ‘socialmente positivi’ piuttosto che favorire la già fiorente industria pornografica.

 

La decisione di creare un dominio .xxx era stata dettata dalla volontà di delimitare chiaramente i siti a carattere pornografico, per renderne più facile la ricerca e il filtraggio.

Nessuno però, potrà costringere i siti pornografici a migrare al suffisso .xxx e, secondo molti, non tutti lo faranno: saranno piuttosto creati siti ‘paralleli’, cosa che per le associazioni anti-pornografia equivale a fare un buco nell’acqua.

 

L’Icann, trovatasi al centro delle polemiche internazionali per il suo ruolo esclusivo di supervisore di internet – rimasto intaccato nonostante la bagarre a margine dell’ultimo WSIS – si trova dunque con una grossa gatta da pelare e, prima di prendere qualsiasi decisione, dovrà tener conto che gli occhi dei critici sono tutti puntati sulla risoluzione di un problema quanto mai delicato.

 

 

L’industria pornografica genera attualmente un fatturato annuale di 57 miliardi di dollari, 2,5 dei quali provengono da Internet, dove i siti per adulti rappresentano il 12% del totale.

 

Il settore della web pornografia è in costante crescita e secondo la società americana Secure Computing, se nel 1998 i siti pornografici erano 71 mila, oggi sono 2 milioni, pari a circa 400 milioni di pagine a contenuto pornografico.