TDT: il Consiglio dei Ministri Ue adotta le nuove guidelines, tutti i Paesi membri rispettino la data del 2012 per lo switch-off

di Raffaella Natale |

Europa


Commissione europea

I Paesi dell’Unione europea devono accelerare il passo per poter rispettare la data del 2012 per il passaggio definitivo alla Tv digitale terrestre (TDT). Entro quel termine, tutti i cittadini della Ue dovranno dotarsi del decoder necessario per ricevere il segnale e abbandonare la trasmissione in analogico, nel rispetto di quanto stabilito dalla Commissione europea e dall’ultimo Consiglio dei ministri.

Una precedente discussione della Commissione europea in merito allo spettro lasciato libero dal passaggio al digitale terrestre, evidenziava anche la necessità di un tempo maggiore per trovare l’accordo tra i 25 Paesi membri. Cosa ormai necessaria, anche alla luce del fatto che uno Studio, richiesto dall’esecutivo europeo, ha valutato che la liberazione dello spettro per il passaggio alla TDT produrrebbe un utile netto di 8-9 miliardi di euro, grazie alla maggior efficienza della nuova tecnologia. La trasmissione digitale è, infatti, di circa sei volte più efficace dell’analogica, è permette che un numero maggiore di canali venga trasportato su un minor numero di onde radio. Questo passaggio libererà una grande quantità di spettro – la gamma di frequenze usate per trasportare il segnale televisivo e i sevizi di telefonia mobile – che potrà essere utilizzata per altre applicazioni, come la Mobile Tv.

 

Tornando alle decisioni prese dal Consiglio Ue, che ha varato le guidelines sul digitale terrestre che prevedono l’avvio del passaggio per tutti i Paesi membri a partire dal 2008, Alun Michael, ministro dell’Industria della Gran Bretagna, presidente di turno, ha dichiarato: “Ci siamo accordati sul fatto che la maggior parte dei Paesi Ue cercheranno di completare la transizione dalla trasmissione televisiva analogica a quella digitale entro il 2012. E’ uno sviluppo importante“.

Il ministro si attende che la maggior parte – se non tutti – dei Paesi dell’Unione Europea avvii lo switch-over entro quel termine. Un portavoce della Commissione Europea ha spiegato che 10 Stati membri hanno detto che completeranno il passaggio prima, entro il 2010, mentre cinque non hanno dato indicazioni.

 

Per allinearsi alle decisioni dell’Unione europea, l’Italia sposterà la data dello switch-off della Tv analogica dalla fine del 2006 alla fine del 2008, come ha riferito il Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, a margine del Consiglio dei Ministri delle Comunicazioni dei 25 Paesi membri, che si è tenuto a Bruxelles.

Lo strumento sarà un provvedimento legislativo che andrà oggi all’esame del Consiglio dei Ministri come “fuorisacco” e che dovrebbe essere approvato in quella sede.

Oggi, infatti, il governo dovrebbe approvare all’interno del decreto cosiddetto “milleproroghe” anche l’articolo 28 sulla “conversione in tecnica digitale del sistema televisivo su frequenze terrestri”, che sancisce lo slittamento di due anni della data prevista per il passaggio alla TDT, inizialmente previsto al 31 dicembre 2006.

La nuova norma modificherà la legge del 2001 che stabiliva il definitivo spegnimento della vecchia televisione analogica il 31 dicembre del 2006.

La decisione del governo italiano di far slittare il passaggio al digitale si “allinea” così con la decisione del Consiglio europeo per le Comunicazioni.

 

Landolfi ha, però, informato che lascerà immutato il progetto pilota per Sardegna e Valle d’Aosta, che per il prossimo luglio diverranno all digital, anticipando il passaggio alla nuova tecnologia di trasmissione radiotelevisiva.

Per queste due ragioni, più una terza che si dovrebbe aggiungere nel corso del prossimo anno, saranno previsti incentivi ancora per i decoder con fondi stanziati nella Finanziaria all’esame del Parlamento. Anche se il governatore della Sardegna, Renato Soru, proprio in questi giorni ha deciso di bloccare il finanziamento della Sardegna di 10 milioni di euro (2 per il 2005 e 8 per il 2006) per la diffusione della TDT, per destinarlo alla realizzazione del progetto MEDIR, che prevede la messa in rete delle strutture sanitarie e la costruzione del fascicolo sanitario elettronico dei cittadini.

La decisione è arrivata dopo che nelle scorse settimane lo stesso Soru aveva più volte criticato diversi aspetti del processo di sperimentazione, lamentando sia la messa in commercio di decoder obsoleti, sia ritardi e carenze sul fronte dei servizi interattivi.