Samsung: multa da 300 mln di dollari per un ‘cartello’ nel settore delle memorie DRAM

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


Lee Kun-hee - presidente Samsung

Samsung, che oltre a essere produttrice di telefonini, è il maggiore realizzatore mondiale di chip di memoria, si è dichiarato colpevole in merito all’accusa di aver partecipato a una intesa collusiva volta a bloccare i prezzi dei suoi prodotti.

La società è stata condannata da un tribunale di San Francisco a pagare una multa da 300 milioni di dollari dal momento che l’intesa avrebbe danneggiato i concorrenti e prodotto un aumento ingiustificato dei prezzi dei computer.

 

La decisione del giudice Phyllis J. Hamilton arriva dopo tre anni di indagini, che hanno coinvolto i tre maggiori produttori di memorie DRAM (Dynamic Random Access Memory), quelle normalmente utilizzate dai computer finalizzate a memorizzare i dati necessari per lo svolgimento di un’applicazione.

 

La Hynix Semiconductor, anch’essa sud coreana come Samsung, ha accettato, all’inizio di quest’anno, di pagare una multa di 185 milioni di dollari, mentre lo scorso anno la tedesca Infineon ha pagato 160 milioni di dollari.

Un quarto chip maker, lo statunitense Micron Technology, sta collaborando con gli inquirenti.

 

Secondo l’accusa, le compagnie in questione si sarebbero accordate,  via email, telefono e faccia a faccia, per fissare i prezzi dei chip di memoria utilizzati nei Pc, nelle stampanti, nei video registratori e in diversi altri dispositivi elettronici.

 

Vittime di queste pratiche, i maggiori produttori mondiali di computer, tra cui Dell, Compaq, HP, Apple, IBM e Gateway, costretti ad aumentare i prezzi dei computer o a diminuire la quantità di memoria installata nei loro sistemi.

 

Una tegola dopo l’altra sta cadendo sulla testa del conglomerato sudcoreano: le autorità coreane, infatti, stanno indagando per chiarire se Samsung abbia venduto i suoi chip flash memory a prezzi stracciati per ottenere la stipula di un contratto esclusivo con Apple.

I chip NAND sono utilizzati per i lettori MP3 e le fotocamere digitali. Samsung li avrebbe venduti ad Apple, applicando uno sconto del 50%.

Se fosse vero, “Samsung dovrebbe correggere le tariffe anticoncorrenziali applicate soltanto ad Apple e non ai clienti coreani”, ha spiegato il portavoce della Fair Trade Commission.

 

L’indagine arriva in concomitanza con l’annuncio della vittoria, da parte di Samsung e Hynix, di un contratto a lungo termine per la fornitura di chip NAND a Apple, che li utilizza per il celeberrimo iPod.

 

Il mese scorso, inoltre, due executive di Samsung sono stati condannati al carcere – con la sospensione della pena – dopo aver organizzato un accordo per consentire ai figli del presidente Lee di assumere il pacchetto di maggioranza in una società affiliata, attraverso bond che sarebbero stati venduti sotto costo.

 

Samsung, che già controlla quasi il 60% del mercato mondiale dei chip di memoria, ha intanto annunciato che il prossimo anno inizierà la produzione del chip di memoria flash a più alta densità del mondo, in grado di aumentare la capienza dei lettori di musica e delle macchine fotografiche digitali.

 

Il mercato mondiale delle flash memory dovrebbe raggiungere un fatturato di 8 miliardi di dollari per passare a 18 miliardi di dollari entro il 2008, con una crescita media annuale che, secondo Samsung, toccherà il 15%.

 

Alle vicissitudini giudiziarie si aggiunge anche la tragedia umana che ha toccato la società, dopo il suicidio della ventiseienne Lee Yoon-hyung, una delle eredi della ricca famiglia che controlla il gruppo.

 

Una morte avvolta dal mistero: le prime notizie, infatti, parlavano di incidente stradale, mentre la stampa ha riferito che la giovane si sarebbe tolta la vita impiccandosi con un cavo elettrico nel suo appartamento newyorkese.

 

La ragazza era diventata famosa in Corea del Sud in seguito all’apertura di un blog, “Pretty Yoon-hyung”, in cui raccontava la sua vita di rampolla della famiglia che controlla la maggiore società del paese.