Tlc mobili: multa record da 534 milioni di euro agli operatori francesi

di |

Europa


Giustizia

Il Consiglio francese della concorrenza ha comminato una multa record di 534 milioni di euro ai tre operatori mobili del Paese – Orange (France Telecom), Bouygues Telecom e SFR (Vivendi Universal e Vodafone) – accusati di essersi messi d’accordo sui prezzi ai danni del consumatori.

 

Dopo la multa da 80 miliardi di euro, per avere abusato della sua posizione dominante nel mercato Adsl all’ingrosso fino a ottobre 2002, France Telecom, via Orange, batte un nuovo record, con una sanzione da 256 milioni di euro.

SFR  non è messa meglio, con una multa da 220 milioni di euro, mentre Bouygues Telecom è stata relativamente graziato e dovrà pagare 58 milioni di euro.

 

In un rapporto di 90 pagine appena pubblicato, il Consiglio della Concorrenza rimprovera due cose agli operatori: da una parte di essersi scambiati, tra il 1997 e il 2003, delle informazioni confidenziali sulle loro parti di mercato e sul numero di nuovi abbonati e delle rescissioni; d’altra parte, di aver formato un cartello per bloccare i prezzi al consumo tra il 1997 e il 2002 e mantenere le rispettive quote di mercato.

 

Secondo il Consiglio, queste azioni hanno causato un rilevante danno economico: non dovendosi battere per conservare la propria posizione sul mercato, infatti, gli operatori hanno potuto concentrarsi sull’aumento dei profitti, a discapito dei consumatori.

Gli operatori, ad esempio, hanno adottato le medesime tariffe, uno scatto ogni 30 secondi, una misura che ha contribuito ad appesantire le bollette dei consumatori.

 

La vicenda è emersa nel 2001, quando il Consiglio della concorrenza ha avviato un’indagine sulle tariffe di roaming, constatando che in un certo numero di casi non vi era alcuna differenza di prezzo tra i tre operatori.

Nel 2002, poi, l’associazione dei consumatori UFC-Que Choisir ha denunciato le barriere tariffarie dei tre operatori.

Nell’ambito di questa doppia inchiesta, la DGCCRF – la Direzione per la concorrenza e la repressione delle frodi –  ha avviato un’istruttoria sfociata in dossier pubblicato a maggio del 2004.

 

Nel suo rapporto, la DGCCRF ha denunciato un “accordo occulto sul lungo periodo”, aggiungendo che il presidente di Orange, Didier Quillot, avrebbe definito l’accordo con i concorrenti come la “Yalta delle quote di mercato”, mentre SFR si sarebbe fatta sorprendere con una nota in cui indicava che “Michel Bon è d’accordo a ripetere nel 2001 l’accordo del 2000”.

 

Queste rivelazioni hanno spinto il presidente del Consiglio della Concorrenza, Bruno Lasserre, alla fine di ottobre, a chiamare in causa la procura della Repubblica per chiarire l’origine di questa fuga di notizie, i cui autori rischiano una multa da 15 mila euro e un anno di prigione.

 

Di fatto, da allora, poco è cambiato nella ripartizione del mercato mobile francese: Orange si è mantenuto attorno al 48%, SFR al 35% e Bouygues Télécom dal 16 al 17%.

 

In teoria, i tre operatori rischiavano una multa pari al 10% del loro fatturato, stimato in 14,6 miliardi di euro nel 2004.

Le sanzioni comminate sono ovviamente largamente inferiori a questa percentuale, sebbene alcune associazioni dei consumatori abbiano già dichiarato di voler chiedere i danni e gli interessi per conto dei propri clienti.

 

I tre operatori coinvolti, hanno respinto le accuse, definite “infondate e notevolmente sproporzionate” da Orange e “astratte” da SFR.

 

In sua difesa, Orange – che ha già annunciato un ricorso in appello – ha aggiunto che i consumatori, tra il 1998 e il 2002 “hanno beneficiato di una diminuzione dei prezzi superiore al 40%” e che lo scambio di informazioni avvenuto con i concorrenti era di natura non concorrenziale.

 

Considerati i loro profitti miliardari, il danno finanziario agli operatori, non è drammatico. Non quanto il danno all’immagine, almeno, vista la grande pubblicità fatta attorno alla spinosa questione delle tariffe telefoniche.

 

Il settore delle telecomunicazioni figura in testa alle classifiche dei più sanzionati dalle Autorità. Il record spetta all’ex monopolista France Telecom, con 80 miliardi di euro, per avere abusato della sua posizione dominante nel mercato Adsl all’ingrosso fino a ottobre 2002.