Conferenza Ue sull’eGovernment: l’Italia colma il gap e supera i Paesi più avanzati 

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L’Italia ha messo il turbo al processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Non solo ha ben recuperato il gap del passato con gli altri Paesi industrializzati del mondo, ma per alcune applicazioni li ha addirittura superati. È la fotografia emersa alla Conferenza ministeriale UE sull’eGovernment in corso a Manchester nell’ambito delle iniziative del Semestre di Presidenza Inglese. A “certificare” i progressi fatti dal nostro Paese a livello mondiale è il rapporto realizzato dalla società internazionale di consulenza Booz Allen Hamilton che, per conto del Governo di Londra, per otto mesi ha studiato lo stato dello sviluppo dell’eGovernment nei paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia e Usa) e anche in Svezia e Australia.

 

“È una valutazione davvero positiva che riconosce il lavoro fatto in questi quattro anni in Italia nonostante una congiuntura economica negativa”, ha detto Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, commentando i risultati del monitoraggio internazionale.

“I risultati mettono in evidenza che l’Italia ha raggiunto e, a tratti, superato il livello di sviluppo dei Paesi del panel“, è scritto nell’indagine, ed è stata creata una struttura governativa “di forte impatto per lo sviluppo dell’eGovernment” con l’istituzione non solo di un ministero specifico, ma anche del CNIPA, di comitati interministeriali e organismi decentrati.

 

Il Report rileva che “l’Italia ha realizzato un contesto estremamente favorevole allo sviluppo dell’eGovernment” con “infrastrutture, come il Sistema Pubblico di Connettività-SPC, che sono a un livello di sviluppo evoluto” e il Codice dell’Amministrazione Digitale. Il Rapporto della società internazionale di consulenza ha però rilevato che, malgrado la costruzione di questo contesto favorevole allo sviluppo di una società basata sulle tecnologie digitali, “l’industria ancora non ne ha sfruttato appieno le potenzialità rappresentate dalla banda larga, dalla disponibilità dei siti governativi, dagli accessi, dagli strumenti digitali”. L’analisi inoltre sostiene che persistono alti costi di accesso alla banda larga rispetto agli altri Paesi.

 

Soffermandosi su nostro Paese, la Booz Allen Hamilton ha analizzato in dettaglio i progetti di eGovernment più significativi, a partire dal Piano di eGovernment predisposto dal Governo, “grazie al quale l’Italia in soli quattro anni è riuscita a recuperare il gap che la separava dagli altri Paesi industrializzati“. In tale ambito è stata apprezzata la valenza delle direttrici di sviluppo: l’accesso, la banda larga, il digitale terrestre e il sostegno alle iniziative locali. Tra i più rilevanti progetti portati avanti dal Governo italiano sono apprezzati quelli per l’utilizzo delle smart card (firma digitale, carta nazionale dei servizi, carta d’identità elettronica) e quelli per il fisco online, di cui è messa in evidenza la diffusione e l’impatto. A quest’ultimo proposito è sottolineato che “l’Italia è, al mondo, uno dei Paesi più sviluppati nel settore“.

 

L’indagine comparativa voluta dal Governo inglese si è anche addentrata nei servizi specifici e ha sottolineato che, in particolare, “la situazione è favorevole per la salute, l’istruzione e il fisco. Sul fronte della salute “l’Italia sta sviluppando servizi all’avanguardia grazie a iniziative come il Centro Unico Prenotazione e le Carte regionali dei servizi”.

 

Secondo l’analisi “ci sono le potenzialità perché le iniziative si sviluppino e determinino un impatto significativo sulla situazione italiana del settore“. Apprezzamento è stato espresso anche per i progetti congiunti portati avanti dai ministri Letizia Moratti e Lucio Stanca sia per le cosiddette lezioni digitali nelle scuole del Sud, che per lo sviluppo delle tecnologie all’interno delle scuole “con tassi di sviluppo significativi per banda larga e presenza di Pc”.