Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo: uno Studio analizza il rapporto tra servizio pubblico e privato alla luce delle norme antitrust

di Raffaella Natale |

Europa


Tv a colori

A seguito dell’adozione da parte dell’UNESCO della Convenzione sulla Protezione e la Promozione della Diversità delle Espressioni Culturali, l’Osservatorio europeo dell’Audiovisivo ha deciso di focalizzare l’attenzione sulla regolamentazione comunitaria in materia di concorrenza, che permette di valutare in che misura gli aiuti di Stato all’espressione culturale sono accettabili in un’economia di mercato

 

Laurence Mayer-Robitaille, che ha curato questa parte dell’ultimo numero IRIS, esamina l’apparente contraddizione tra gli articoli del Trattato Ue che, da un parte, punta ad assicurare la libera concorrenza, autorizzando, dall’altra, politiche che favoriscano lo sviluppo delle industrie dell’audiovisivo negli Stati membri.

Questo Report spiega in dettaglio come le disposizioni Ue in materia di concorrenza vengono applicate agli accordi commerciali tra aziende audiovisive. Più specificatamente, la nozione “abuso di posizione dominante” è illustrata per il caso di un broadcaster ritenuto colpevole per aver tentato di monopolizzare la produzione di guide Tv, dal momento che deteneva i diritti d’autore su alcuni programmi.

 

Il documento tratta anche degli aiuti di Stato accordati alle imprese audiovisive, con riferimento alla normative comunitaria. Più precisamente, esamina le denunce ricevute dalla Commissione Ue nel corso degli anni ’90, avviate da alcuni broadcaster privati che lamentavano gli aiuti di Stato accordati al servizio pubblico. Si approfondisce anche l’aspetto dell’attribuzione del canone al finanziamento dei canali pubblici.

La seconda parte di questo Rapporto esamina la sottrazione alle regole della concorrenza di alcuni accordi commerciali tra aziende audiovisive e di certi aiuti di Stato.

 

All’inizio degli anni ’90, la cultura occupava un posto importante tra gli obiettivi dell’Europa. Il Trattato della Ue, conosciuto anche come Trattato di Maastricht (ampliato e approfondito dal seguente Trattato di Amsterdam), riconosceva esplicitamente le competenze della Comunità nel campo della cultura. Questo Trattato apportava anche innovazioni in materia di broadcasting (uno degli annessi è il Protocollo sul sistema di broadcasting pubblico negli Stati membri). L’autore del Report analizza in dettaglio gli sviluppi della legislazione comunitaria che hanno aperto la via a un finanziamento incontestato del servizio pubblico radiotelevisivo.

 

Questi sviluppi hanno permesso di pervenire a degli accordi come l’Eurovision System che consente lo scambio di programmi televisivi – essenzialmente nello sport – messo in atto dall’EBU (European Broadcasting Union) per i propri membri. Infine, questo Rapporto segnala che la Commissione europea ha annunciato di intraprendere una consultazione che punta a riformare gli aiuti di Stato per la produzione cinematografica e televisiva. L’autore conclude sottolineando l’importanza dell’articolo 151 CE, che mira a preservare la diversità culturale degli Stati membri dell’Unione europea.