Nasce la nuova AT&T: il colosso punterà sul triple play

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


AT&T

Con l’approvazione definitiva, arrivata lo scorso venerdì dalle Autorità competenti, dell’acquisizione di AT&T da parte di SBC Communications, per un valore di 16 miliardi di dollari, è nato ufficialmente il nuovo colosso della telefonia made in Usa, che prenderà il nome di AT&T.

   

Attraverso le società sussidiarie e affiliate, AT&T è la maggiore compagnia tlc degli Stati Uniti e una delle più grandi del mondo: la nuova entità nata dalla fusione con SBC diventerà il maggiore provider di servizi Internet DSL e di servizi voce locali e long-distance, nonché, secondo il Fortune 1000, il provider numero 1 di servizi dati.

La nuova AT&T controlla infatti il 60% di Cingular Wireless, che è il primo service provider wireless degli Usa.

   

La nuova entità, oltre a produrre benefici per i clienti, genererà anche sinergie nette per oltre 15 miliardi di dollari e potrà contare su un fatturato cumulato di 71 miliardi di dollari.

   

Il completamento della fusione è il culmine di un processo di revisione durato 10 mesi che, si legge nella nota diramata dal gruppo, “produrrà uno dei mutamenti più significativi nelle tecnologie di comunicazione dall’invenzione del telefono, 120 anni fa”.

   

Un progetto ambizioso e non privo di rischi, che vedrà il nuovo management impegnato nell’immediata integrazione tra le reti, il portafoglio prodotti e le operazioni dei due gruppi, per assicurare una transizione efficace e indolore e focalizzarsi sulle soluzioni e i servizi IP.

   

Il nuovo operatore telefonico si concentrerà, infatti, soprattutto sulla combinazione dei servizi video, wireless e Internet, e sul lancio, previsto per i prossimi 18 mesi, di una nuova televisione, con più di 1000 canali.

   

“Siamo pronti a soddisfare i bisogni di una nuova generazione di utenti, in una nuova era di comunicazioni e intrattenimento”, ha spiegato Edward Whitacre, presidente e Ceo di AT&T.

 

La combinazione tra SBC e AT&T è molto potente, visti gli alti livelli “di innovazione, qualità del servizio, affidabilità e integrità” delle due aziende, ha aggiunto Whitacre, sottolineando come da ora in poi, “le aziende locali, nazionali e internazionali, così come le agenzie federali saranno in grado di effettuare una singola chiamata per l’accesso alla rete locale e per la connettività al backbone globale e ai servizi wireless”.

   

Dal 1° dicembre, la nuova società adotterà il simbolo “T” sul New York Stock Exchange, nel frattempo continuerà a utilizzare il simbolo “SBC”.

   

Il completamento dell’operazione cambia radicalmente lo scenario delle telecomunicazioni americane, non solo perché la nuova società andrà a competere direttamente con Verizon, la maggiore compagnia telefonica nazionale, ma anche perché implicherà la scomparsa di una delle più note icone del capitalismo made in Usa.

 

Fondata 130 anni or sono, AT&T aveva dominato completamente il settore delle tlc americane, al punto da essere smembrata nel 1984 dalle autorità della concorrenza: le sue attività di telefonia locale erano allora state ripartite a 7 compagnie specializzate, le cosiddette “Baby Bells”, di cui SBC faceva parte.

   

AT&T aveva conservato soltanto il business delle comunicazioni a lunga distanza e internazionali, ma negli ultimi anni non ha saputo reggere alla pressione delle Baby Bells e delle nuove tecnologie come la telefonia mobile e il VoIP.

 

Nel 2004, dunque, il gruppo ha visto le vendite crollare dell’11,6% e si è visto costretto a effettuare svalutazioni degli asset per 11,4 miliardi di dollari e a licenziare 14 mila dipendenti.

   

Un tracollo che lo storico delle telecomunicazioni James E. Katz interpreta così: “AT&T è stata la risposta americana al comunismo…Ma né il comunismo, né AT&T si sono adeguate al capitalismo nel 21° secolo e come altri ex monopoli, il gruppo non è riuscito a sopravvivere ai cambiamenti delle tecnologie”.

 

SBC, da canto suo, ha registrato una crescita senza soste, passando dal settimo al secondo posto per importanza tra le Baby Bells e arrivando a conquistare 50 milioni di abbonati e a moltiplicare le acquisizioni: la più clamorosa, lo scorso anno, quella di AT&T Wireless, effettuata attraverso la controllata Cingular Wireless, per un montante di oltre 41 miliardi di dollari.