Standard 3G: la Cina prossima all’assegnazione delle licenze. Solo una sarà basata sul TD-SCDMA

di Alessandra Talarico |

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TD-SCDMA

La Cina potrebbe avviare l’assegnazione delle licenze 3G a partire dal prossimo anno, con l’obbligo, almeno per quel che riguarda la prima, di utilizzare lo standard locale TD-SCDMA.

Entro l’inizio del 2006, in ogni caso, il governo di Pechino dovrebbe rendere nota la roadmap per la creazione delle prime reti 3G del Paese, ma molti osservatori hanno anticipato che le licenze dovrebbero essere almeno 4 e il TD-SCDMA dovrebbe avere un ruolo minore del previsto.

 

Secondo Christoph Caselitz, presidente della divisione mobile di Siemens (il maggiore supporter internazionale dello standard 3G made in Cina), “dalle discussioni avute con le autorità, appare probabile che il TD-SCDMA riguarderà soltanto la prima licenza assegnata”.

 

Caselitz ha riferito che Siemens “investirà centinaia di milioni di euro sul mercato mobile asiatico”, nel tentativo di sopravanzare Nokia come secondo fornitore mondiale di infrastrutture wireless.

In questo contesto, l’Asia è un mercato chiave e gli investimenti multimilionari effettuati solo in quest’anno fiscale, permetteranno a Siemens di ottenere “una quota di mercato superiore alla media”, in un mercato dove il numero di utenti mobili dovrebbe passare dagli attuali 820 milioni a 1,2 miliardi nei prossimi 5 anni.

 

Si tratta, più che altro, di speculazioni, ma un simile approccio, da parte delle imperscrutabili autorità tlc cinesi, sarebbe un bel trampolino di lancio per lo standard locale, che non è stato ancora testato e, di certo, non appare favorito nelle scelte degli operatori.

 

I produttori di telefonini e i fornitori di componenti si sono per la maggior parte dimostrati scettici di fronte allo standard cinese, anche se nell’ultimo periodo si è registrato qualche cambiamento di fronte e, nel Paese, si susseguono le alleanze internazionali per la promozione e lo sviluppo dello standard.

 

la giapponese Nec ha messo in piedi una società focalizzata sul 3G per accaparrarsi una fetta dell’enorme mercato; la statunitense Lucent Technologies, sta cercando un accordo con  Datang Telecom Technology per la produzione di infrastrutture; la finlandese Nokia ha annunciato il mese scorso una joint venture da 111 milioni di dollari con la cinese China Putian per poter offrire prodotti basati sullo standard.

Anche la STMicroelectronics ha fatto sapere che sarebbe entrata nella TD-SCDMA Association, mentre Motorola ha annunciato lo scorso anno di aver avviato i primi test sulle infrastrutture destinate a supportare lo standard cinese.

 

La decisione del governo cinese di sperimentare uno standard 3G ‘locale’  in competizione con il WCDMA e il CDMA2000, ha scatenato forti polemiche.

 

La Cina, infatti, ha investito molto nello sviluppo di una tecnologia indipendente da quelle occidentali, annunciando anche che il governo si riservava il diritto di non imporre alcuna royalty sulla vendita. Una decisione che influirebbe in modo decisivo sulle scelte degli operatori che intendono investire sul gigantesco mercato locale, con 300 milioni di utenti previsti nel 2005.

 

La mossa, visti anche i ritardi nell’implementazione dello standard, è stata subito indicata come un espediente per indurre le aziende occidentali ad abbassare le loro di royalties, che nel caso di Qualcomm vanno dal 5 al 6 per cento.

 

Secondo l’agenzia Xinhuanet, la Cina potrebbe risparmiare fino a 10 miliardi di dollari grazie a minori costi di importazione e a meno spese di royalty per il 3G, ma, secondo i dirigenti di Nokia e Siemens, il TD-SCDMA difficilmente sarà assunto come standard nazionale e potrebbe avere piuttosto un ruolo complementare nelle reti basate sul favorito standard europeo WCDMA.