ITF 2005: dalle reti per le emergenze alle reti d’emergenza

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ITF 2005

Nella pratica medica era assodato, il successo di fiction televisive come la celeberrima “E.R.” lo ha reso evidente anche al pubblico non specializzato: nella cura di molte patologie, traumatiche e no, l’intervento tempestivo con le giuste competenze e gli ausili adatti fanno la differenza.

La storia della medicina d’urgenza degli ultimi cinquant’anni può essere vista come la ricerca incessante di ridurre i tempi di intervento, agendo su tutti gli anelli della catena: trasporti sempre più veloci, dotazioni di emergenza mobili, reparti specializzati.

 

Negli ultimi anni si è iniziato anche a operare sul flusso di informazioni che innerva tutto il processo di intervento di emergenza. L’obiettivo è quello di ridurre i tempi morti sia al momento del primo allarme che nella gestione del trasporto (banalmente, scegliere in tempo reale non solo l’ospedale attrezzato più vicino ma anche quello il cui percorso stradale di avvicinamento è meno trafficato) e nell’eliminazione delle discontinuità nel monitoraggio delle condizioni del paziente. Per fare un esempio pratico, se i dati vitali rilevati dalle apparecchiature di pronto intervento a bordo di un’ambulanza sono seguiti anche dall’equipe medica in attesa in ospedale, quest’ultima può prepararsi meglio a intervenire, conoscendo già la situazione nei dettagli.

 

In questo ambito le tecnologie di comunicazioni wireless sono naturalmente protagoniste. La fattibilità della trasmissione di dati clinici in tempo reale su reti senza fili è ormai dimostrata da centinaia di casi e soluzioni. Ora si sta lavorando all’interoperabilità tra i diversi sistemi in uso e all’integrazione a livello applicativo. I progetti in corso sono diversi e alcuni dei più significativi vengo analizzati in un workshop dedicato nell’ambito  dell’ITF 2005, in programma al Centro Congressi Lingotto di Torino il prossimo 24 novembre.

Si va dall’evoluzione del servizio 118, che dal call center delle origini si sta trasformando in una vera a propria centrale di coordinamento tra tutti i protagonisti dell’intervento in caso di emergenza medica, allo sviluppo di sistemi di coordinamento a base geografica che integrino tutti gli enti interessati in caso di qualunque tipo di emergenza.

 

Dal punto di vista delle tecnologie, sono oggi in uso diversi sistemi a radiofrequenza, dedicati come i collegamenti punto-punto o off-the-shelf come le reti cellulari, che fanno da infrastruttura generica di trasporto. Il futuro a breve è Tetra, una tecnologia di tipo simile al cellulare che usa la banda di frequenza a 450 MHz, la stessa usata dal primo servizio di telefonia mobile, anteriore al TACS e per lo più limitata all’uso veicolare (per il peso dei terminali). L’enorme vantaggio della tecnologia Tetra  consiste nel fatto di poter trasportare tutti i tipi di traffico (telefonia mobile, radio bidirezionale, messaggistica testuale, dati IP e tutto quello che questo significano, per esempio posta elettronica e  comunicazione multimediale e integrazione di applicazioni) e la possibilità di effettuare comunicazioni vocali in contemporanea a gruppi di utenti.

 

Esistono altre due aree contigue alle tecnologie wireless per le emergenze che stanno avendo un notevole sviluppo. La prima è l’uso del wireless per monitorare patologie croniche ma a rischio di acutizzazione improvvisa. Si tratta per esempio del telemonitoraggio in tempo reale di parametri clinici come il battito cardiaco e la pressione arteriosa di malati cronici, che possono quindi vivere una vita normale a casa propria essendo costantemente sotto controllo medico. Tecnologicamente esistono da tempo soluzioni di questo tipo. Finora la loro diffusione è stata limitata da problemi legati all’affidabilità e alla sicurezza della comunicazione e agli aspetti di responsabilità legale. Gradualmente si stanno trovando soluzioni a questi ostacoli, alcune delle quali verranno presentate all’ITF.

 

La seconda area è d’attualità per gli eventi avvenuti nel corso degli ultimi mesi e che si può riassumere in “dalla rete per le emergenze alla rete d’emergenza”, ossia reti e tecnologie che possono essere usate per sostituire le reti “normali” nel momento in cui esse siano messe fuori gioco da catastrofici che colpiscano aree geografiche vaste. Dal “disastro” individuale o di piccolissimi gruppi al disastro collettivo, quindi. Queste reti devono soddisfare una serie di esigenze che derivano dalle difficoltà provocate da un disastro: alimentazione elettrica autonoma per lunghi periodi, indipendenza totale da installazioni fisse, facilità d’uso e di messa in opera. Quest’ultima caratteristica è particolarmente importante dopo quanto emerso nei recenti eventi catastrofici: i terminali di comunicazione di una rete di emergenza devono essere presenti presso tutte le comunità, conservate in luoghi sicuri e affidate a gruppi di persone che possano garantirne sempre l’attivazione, anche in caso di disabilitazione di alcuni degli addetti. E’ infatti stato dimostrato che nella fase post-disastro, più che portare aiuto è critico sapere quale aiuto portare, per non disperdere risorse e intervenire in modo mirato.

 

Una soluzione standard non è stata ancora trovata. Una possibile soluzione passa per tecnologie satellitari o simili (ripetitori su palloni, per esempio), ma è sicuramente da trovare: anche nelle emergenze collettive quel che fa la differenza è la tempestività, e questa si ottiene soprattutto con la conoscenza e la comunicazione senza limitazioni. In due parole, senza fili.

 

ITF 2005 è organizzato da Camera di Commercio di Torino, Centro Sviluppo di Aosta e Wireless, cui si affianca come partner scientifico la Fondazione Torino Wireless.