Francia: più trasparenza e rispetto delle leggi per tutelare gli acquisti online tra privati

di Alessandra Talarico |

Francia


Sede eBay

Il commercio online tra privati, reso possibile da siti come eBay, è una pratica che prende sempre più piede e permette ai singoli utenti di diventare attori di primo piano del mercato.

C’è però chi pensa che, essendo questo settore ancora agli albori, i gestori dei siti che si occupano di compravendite peer-to-peer debbano informare meglio gli acquirenti sui loro diritti, al fine di creare un clima di maggiore fiducia.

 

Almeno così la pensa il Forum dei diritti su Internet, un organismo francese indipendente creato nel 2001 con l’obiettivo di favorire la collaborazione tra settore pubblico e privato nell’elaborazione di regole e linee di principio riguardanti il Web.

 

Il presidente del Forum, Isabelle Falque-Pierrotin, ha sottolineato che il mercato francese della vendita online tra privati è ancora agli inizi, se paragonato ad altri Paesi europei come la Germania, dove circa il 25% del commercio in Rete avviene tra singoli utenti, contro il 5-8% della Francia.

Secondo uno studio Médiamétrie/Fevad relativo al mercato francese, l’uso di queste piattaforme è tuttavia cresciuto del 55% tra aprile 2004 e aprile 2005 e il 39,4% degli internauti, ossia circa 5 milioni di francesi, hanno fatto acquisti utilizzando il Web.

 

Succede però che, molto spesso, i siti che gestiscono gli scambi tra privati non rispettino gli obblighi previsti dalla legge e diano informazioni poco dettagliate ai propri utenti, andando contro i loro stessi interessi.

 

I siti che praticano il commercio tra singoli utenti e vogliano assicurarsi uno sviluppo adeguato, ha ricordato il Forum, devono svolgere “un ruolo privilegiato nella costruzione della fiducia”, e ciò avviene innanzitutto garantendo agli utenti una migliore informazione.

 

Secondo alcuni rappresentanti del settore, bisognerebbe creare una sorta di segnaletica che distingua le aziende dai privati venditori, per meglio chiarire i rispettivi obblighi, tenendo conto, ad esempio, che alcuni ‘privati’, sono stati oggetto di inchieste fiscali a causa dei loro volumi di vendita.

 

In questo contesto, si potrebbero applicare tre criteri di distinzione: la regolarità dell’attività di vendita, il suo carattere lucrativo e l’intenzione di avviare un’attività professionale.

 

Sarebbe buona cosa, poi, che i venditori esponessero con chiarezza il prezzo di vendita dei prodotti, comprese le spese di imballaggio e spedizione, per evitare spiacevoli sorprese dell’ultimo minuto.

Il Forum avalla anche l’applicazione del regime di responsabilità di chi ospita il sito. Le piattaforme potrebbero essere ritenute responsabili, civilmente o penalmente, nell’ipotesi in cui i gestori siano a conoscenza di un annuncio o di un contenuto illecito e non lo abbiano sospeso o cancellato.

 

Non mancano, infine i consigli per gli aspiranti compratori, tra questi, quello che non bisogna mai dimenticare è di non fidarsi dei sistemi di pagamento non garantiti e dei meccanismi che non effettuano una verifica sistematica del destinatario.