Privacy: cresce il sostegno dell’industria a una legge che protegga internauti e aziende dai rischi di abuso

di Alessandra Talarico |

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La privacy su Internet è ormai diventato argomento dibattuto e al centro delle discussioni internazionali, incentrate su come aumentare la tutela dei diritti alla riservatezza degli utenti di Internet.

 

Negli Stati Uniti, il Center for Democracy and Technology, che si occupa di promuovere i valori democratici e le libertà costituzionali nell’era digitale, ha più volte sollecitato, attraverso diversi modi, una regolamentazione della tutela dei diritti dei navigatori in Internet.

Tra le sue missioni, sviluppare e sostenere le politiche pubbliche volte all’avanzamento delle libertà civili e creare consenso tra i diversi soggetti interessati a alla regolamentazione della legislazione nazionale americana sui diritti alla privacy in Internet.

 

Anche la grande industria si è mossa per sostenere l’etica nell’uso delle nuove tecnologie e sollecitare una normativa aggiornata e in grado di tutelare i diritti alla privacy e la fruizione democratica dell’informazione.

 

Microsoft Corp. si è di recente aggiunto al gruppo delle maggiori compagnie high-tech che richiede la creazione di una legislazione sulle regole federali per proteggere i diritti dei cittadini alla privacy on line, pubblicando lo studio “Protecting Consumers and the Marketplace: the Need for Federal Privacy Legislation“.

 

Nel documento, il gruppo sottolinea come stia crescendo, tra i privati cittadini, le aziende e i legislatori, la preoccupazione relativa all’abuso delle informazioni personali, alla perdita o al furto di dati confidenziali e rende note le motivazioni per cui ritiene che sia indispensabile “una legislazione flessibile ma in grado di garantire ai consumatori una protezione robusta e fornire stabilità alle aziende che affrontano i rischi e i costi associati alla gestione e alla protezione dei dati personali”.

 

Oltre a Microsoft, anche HP e eBay si sono schierate a favore di una maggiore protezione della privacy online e risulta evidente che bisogna battere il ferro finché è caldo.

Jerry Barman, presidente del CDT, ha apprezzato la disponibilità di Microsoft e delle altre compagnie, associazioni di utenti e istituzioni nel sottolineare l’attuale lacuna normativa e nel sostenere la creazione di una legge federale che “trasformi in realtà” il sogno di una legislazione seria sulla privacy.