Stangata su CD e DVD in Finanziaria? Sì, anzi no. Misteri dell’informazione. Ora la parola al Parlamento

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Stangata su CD e DVD“, questo riportava tutta la stampa nazionale, appena qualche giorno fa, con riferimento ad alcuni punti della Finanziaria in discussione. Poi nelle ultime ore tutto si è rivelato del tutto infondato. Ma da cosa ha avuto origine questa clamorosa svista? Considerando che l’emendamento è l’unico in materia di entrate approvato in Finanziaria, si è detto, i giornali hanno male interpretato quanto disposto.

 

Allora cerchiamo di capire cosa è successo.

 

Il valore dell’Equo Compenso su CD e DVD, stabilito dal decreto legislativo n. 68 del 2003, incide in modo estremamente rilevante sul valore industriale del bene e corrisponde ad un valore addirittura superiore al prezzo di vendita all’ingrosso.

Ciò sta causando una grave crisi del settore dovuta ad una riduzione nel 2004 del volume di vendite pari al 60% dei valori ottenuti nel 2003.

Tale situazione, riscontrabile solo in Italia rispetto agli altri paesi europei, sta creando condizioni di difficoltà, genera disoccupazione e mette in ulteriore pericolo altri posti di posti di lavoro. 

Tutto ciò ha  creato, inevitabilmente, un aumento sia del mercato illegale dei supporti vergini sia del volume di importazioni parallele che sfuggono all’IVA e all’Equo Compenso, determinando così un mancato introito per l’erario di milioni di Euro e un conseguente danno a carico dello Stato.

Un’ulteriore conseguenza coinvolge direttamente la SIAE.

Data la crisi del settore e la disaffezione generale nei confronti del prodotto, legata agli aumenti di costo ed all’evoluzione tecnologica stessa che caratterizza il mercato, gli autori e gli editori rischiano di veder diminuire in modo significativo i loro compensi nei prossimi anni.

 

Proprio per questo si è avvertita l’esigenza di una nuova normativa, dato che la misura dell’ Equo Compenso è stata fissata dal decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 68 fino al 31 dicembre 2005.

La  nuova proposta per la fissazione dell’Equo Compenso è arrivata dall’ASMI (Associazione dei Produttori di Supporti Multimediali) a seguito di oltre un anno di confronto con SIAE, con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e con il  Ministero delle Attività Produttive, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche. 

La proposta si è tradotta in un emendamento al DDL Finanziaria 2006.

 

Obiettivo dell’emendamento (originariamente presentato dai senatori Celestino Pedrazzini, Lega Nord, ed Enrico Morando, DS) confluito in quello del relatore di maggioranza Antonio Azzolini (FI), con parere favorevole del Governo, è di razionalizzare l’imposizione sui supporti “vergini” a favore della Siae e a tutela degli autori per far emergere il sommerso. Infatti attualmente il prelievo è a cifra fissa mentre l’emendamento prevede una tassazione del 10%, consentendo un prelievo più in linea con l’andamento del mercato.

 

In poche parole si è trattato di una proposta, come approvata dalla commissione Bilancio, che contrariamente a quanto letto in questi giorni sui giornali, ridurrebbe in modo considerevole la reale tassazione, tale da ristabilire una condizione di mercato così conveniente da non considerare più conveniente l’importazione illegale di prodotti.

Inoltre, non è da sottovalutare, l’effetto positivo sui prezzi di vendita dei prodotti che subiranno una sensibile riduzione con speciale riguardo a CD e DVD vergini a tutto vantaggio dei consumatori finali.

 

In conclusione, i produttori di supporti multimediali da noi ascoltati, auspicano che l’approvazione in Commissione Bilancio dell’emendamento sulla ridefinizione delle aliquote contenute nell’art. 39 ex d.l. n. 68 del 29 Aprile 2003 venga riconfermato durante l’esame dell’Aula e che l’iter legislativo possa proseguire, senza modifiche sostanziali per riportare ad una situazione di normalità il mercato dei supporti vergini  che è stato danneggiato, sia nella sua componente di domanda che di offerta, dalla precedente normativa. 

 

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