Tv su cellulare: standard aperti, fattore di successo. Ma mancano ancora contenuti ad hoc e regole certe 

di Raffaella Natale |

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Mobile Tv Nokia

Gli standard aperti, come il DVB-H (Digital Video Broadcasting Handheld), sono la chiave per rendere l’industria della Mobile Tv un servizio economicamente vantaggioso per tutti gli utenti, oltre a permettere ai player di avviarsi verso un mercato più ampio, animato dai produttori di cellulari, ma anche dai broadcaster e fornitori di servizi. Questa è la strada giusta per garantire maggiore concorrenza, riduzione dei prezzi al consumo, e una più ampia e veloce distribuzione di servizi.

 

In attesa che arrivi il 2006, quando sarà completato il rollout dei servizi, sono partiti diversi test che coinvolgono l’ecosistema del DVB-H, e riguardano i modelli di business, le preferenze dei consumatori e le opportunità per le entrate aggiuntive. I primi esperimenti hanno evidenziato che i consumatori sarebbero ben disposti a pagare da 10 a 15 dollari al mese per accedere a servizi quotidiani di Mobile Tv, come notizie, sport, meteo e altri contenuti che consentono di creare nuove fonti di guadagno per gli operatori televisivi e i pubblicitari.

 

Gli operatori tlc e i gruppi che operano sul mercato audiovisivo si stanno lanciando con frenesia e apprensione nella nuova sfida dei contenuti su cellulare. Tutti vogliono il proprio spazio su questo nascente mercato. La grande preoccupazione è legata alla mancanza di un modello economico, molti temono addirittura lo scoppio di una Bolla speculativa, come è stato per Internet nel 2000.

Non fosse altro perché l’arrivo degli operatori delle telecomunicazioni dotati di enormi mezzi finanziari potrebbe creare problemi nell’ambito della gestione dei diritti di produzione e distribuzione.

 

Molti operatori del mercato televisivo, sottolineano l’ambiguità tra la televisione in mobilità e la televisione su telefonino. Se si tratta di video on demand, secondo loro, dovrebbe essere trattata come una comunicazione non lineare. Se è, invece, un servizio televisivo diffuso su cellulare, dovrebbe essere sottoposto a tutte le regole che devono già rispettare i broadcaster. L’unica certezza che si ha al momento, è che i contenuti su telefonino devono essere brevi, non possono durare più di cinque minuti. Da qui il termine “mobisodes“, per indicare i minivideo concepiti appositamente per essere guardati sul cellulare.

 

Greg Dyke, ex presidente della BBC e adesso presidente della HIT Entertainment, ricorda che assicurare il successo della Mobile Tv bisognerà spendere molto in marketing, per cui conviene almeno inizialmente trasmettere le serie divenute popolari in televisione.

A riguardo, France Télécom (vedi scheda) avverte: “Compreremo questi prodotti per quello che sono: vale a dire dei succedanei di successo e non i successi stessi”.

Le società si stanno muovendo in due direzioni: alcune grandi major, come Fox, stanno creando delle filiali dedite a queste produzioni specifiche, altre, come la Warner, preferiscono negoziare la loro produzione quali siano i supporti di diffusione.