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Mercato tlc: DT esclude una controfferta su 02, Telenor acquisisce Vodafone Svezia

Europa


Prosegue a suon di acquisizioni ‘eccellenti’ la fase di concentrazione del mercato europeo delle telecomunicazioni, che nell’ultimo weekend ha registrato due operazioni che ridisegnano la geografia competitiva del Vecchio Continente, sulla scia di quanto sta avvenendo in tutto il mondo ormai dall’inizio dell’anno.

E così, l’operatore mobile britannico 02 – ex filiale mobile di BT – è finito nelle mani della spagnola Telefonica per 17,7 miliardi di sterline (26 miliardi di euro) mentre la filiale svedese di Vodafone è stata acquisita dalla norvegese Telenor per 1,04 miliardi di euro, (970 in cash e il restante con l’assunzione di debiti societari). 

 

L’operazione Telefonica-02 si conferma come la più importante degli ultimi 5 anni e si inserisce in un filone di acquisizioni miliardarie di come non se ne vedevano da un bel po’ di anni.

 

Terzo operatore mondiale per capitalizzazione di Borsa (82 miliardi di dollari) dopo Vodafone e Verizon, il gruppo iberico finanzierà l’acquisizione per indebitamento, sostenuta da Citigroup, Goldman Sachs e Royal Bank of Scotland.

 

L’operazione, che riconosce agli azionisti O2 un premio del 22% sul prezzo medio di chiusura di venerdì scorso, consentirà a Telefonica di avere una forte presenza in Gran Bretagna, dove O2 manterrà il proprio nome e la propria sede, e in Germania.

 

Sui due mercati, il gruppo conta 25 milioni di clienti e, grazie alle sinergie generate dall’operazione, Telefonica pensa di risparmiare 293 milioni di euro l’anno a partire dal 2008.

 

Non si è fatta attendere la reazione delle banche d’affari: Credit Suisse First Boston ha abbassato sia il rating su Telefonica da ‘neutral’ a ‘underperform’, che il prezzo obiettivo da 15 a 13,5 euro per azione, mentre gli analisti di Lehman Brothers ritengono che l’acquisizione avrà effetti positivi per l’intero settore tlc europeo.

 

Deutsche Telekom, nel frattempo, ha smentito i rumors che la volevano pronta a presentare una controfferta su O2.

L’operazione portata a termine da Telenor, che dovrà essere approvata dalla Ue per essere conclusa entro la fine dell’anno, permetterà invece alla divisione mobile del gruppo di diventare il terzo operatore svedese, grazie agli 1,5 milioni di clienti di Vodafone Svezia, che controllava il 15% del mercato.

La filiale di Vodafone, spiegano gli analisti, ha perso appeal in seguito al rebranding della società, che prima si chiamava Europolitan. Nell’anno fiscale concluso il 31 marzo 2005, Vodafone Svezia ha registrato profitti per 6,7 miliardi di corone.

 

La divisione mobile svedese di Telenor, che ha finora utilizzato le reti di Tele2 per i suoi servizi, ha accumulato, da canto suo,  perdite operative per 1,7 miliardi di corone norvegesi dalla sua nascita nel 2003 e a marzo 2005 aveva conquistato solo 97 mila clienti.

 

I Paesi nordici, del resto, sono i mercati wireless più affollati e che più hanno risentito della forte concorrenza sui prezzi generata dall’arrivo degli operatori low-cost.

La nuova entità nata dalla fusione dovrà inoltre battersi con operatori del calibro di TeliaSonera, Tele2 e 3, per conquistare nuovi clienti in un Paese con una popolazione di appena 9 milioni di abitanti.

 

In seguito all’acquisizione, dunque, Telenor sarà in grado di offrire soluzioni complete e di competere con i big player del mercato svedese.

 

Per Vodafone, la vendita arriva subito dopo l’acquisizione del 10% dell’operatore indiano Bharti TeleVentures per 1,24 miliardi di euro e conferma come la società britannica stia cercando di riassestare il suo portfolio sui mercati mondiali.

L’India, del resto, è uno dei Paesi che trainerà la crescita del mercato negli anni a venire: secondo dati recenti, gli utenti mobili indiani nel 2009 saranno circa 300 milioni, 5 volte di più che nel 2004.

 

 

 

I grandi gruppi tlc europei, comunque, sono tutti in prima linea sul mercato delle acquisizioni: la stessa Telefonica aveva acquisito quest’anno una quota del 69,4% nella ceca Cesky Telecom per 3,7 miliardi di euro e c’è già chi scommette che i giochi non siano ancora chiusi, in una sorta di botta e risposta e suon di nuove maxi operazioni.

Sperando soltanto che la storia recente abbia insegnato qualcosa e che non si stia creando, come ha già pronosticato The Economist, una nuova bolla speculativa come quella che ha portato nel 2000 a un collasso finanziario da cui il settore aveva appena iniziato a riprendersi.

 

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