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ICT: mercato italiano in agitazione. Cosa riserva il futuro a Fastweb e Tiscali?

Italia


Il mercato dei provider italiani è in piena agitazione. Durante questo lungo weekend, notizie e indiscrezioni si sono susseguiti a gran velocità e hanno coinvolte due grossi player, Fastweb e Tiscali.

Sul finire della mattinata, il titolo della società fondata da Silvio Scaglia saliva del 2,52%, scambiando a quota 39,87 euro, sulla scia di un ipotetico riassetto azionario.

Il trend di Borsa cavalca le indiscrezioni dei giorni scorsi, secondo le quali l’amministratore delegato potrebbe vendere il proprio 25%, seguito da Carlo Micheli, che si sarebbe deciso a cedere la propria quota (10%).

Da Fastweb, un portavoce ha fatto sapere a Key4biz.it che si tratta di semplici rumor senza alcun fondamento: “Le trattative sul cambio di proprietà non esistono, né in fase avanzata né preliminare. Né vi è alcun accordo tra i due principali azionisti di Fastweb sulla tempistica della cessione delle rispettive quote”. “Eventuali patti parasociali – sottolinea il portavoce – se esistenti, sarebbero stati obbligatoriamente resi noti”.

Pare che diverse società, tra le quali BT Group, starebbero esaminando il dossier. A riguardo il portavoce ci ha dichiarato che Fastweb resta una delle poche società a mantenere una performance positiva sul mercato, risulta ovvio che, in questo particolare momento che vede diversi attori del mercato ICT impegnati in operazioni finanziarie, catalizzi l’attenzione di altri operatori.

Da parte sua, Scaglia ha sempre dichiarato che “non venderà prima di aver portato la società in pareggio”, il che significa che resterà alla guida dell’azienda almeno fino alla fine del 2006, data in cui è previsto, secondo l’ultimo piano industriale, il primo dividendo. Dopodiché si vedrà.

Grosse novità anche dal fronte Tiscali che, confermando i rumor che circolavano, ha nominato Tommaso Pompei nuovo amministratore delegato, al posto di Ruud Huisman, che lascia la guida operativa del gruppo ma resta membro del Consiglio d’amministrazione.

Rimane, quindi, in Italia Pompei, anche se molti lo davano già in partenza per gli Stati Uniti, destinazione Verizon, dove avrebbe dovuto occupare un posto di preminenza.

Il passaggio a Tiscali costerà a Pompei il pagamento di una penale, visto che al momento di lasciare Wind aveva sottoscritto un patto di non concorrenza. Intanto, le ultime indiscrezioni darebbero come imminente l’arrivo a Wind di Paolo dal Pino.

“La nomina di Pompei – commenta l’Isp sardo – avviene in un momento importante per la società. Dopo aver completato, sotto la guida di Ruud Huisman, il processo di focalizzazione nei mercati chiave e aver implementato con successo il processo di rifinanziamento, Tiscali oggi è pronta per affrontare una nuova fase di sviluppo che Tommaso Pompei saprà perseguire con il giusto approccio”.

Gli analisti danno fiducia a Pompei, anche se dirigere una società come Tiscali è ben altra cosa di Wind. L’ottimismo si giustifica alla luce delle cessioni degli asset stranieri, che permetteranno all’Isp di avere sufficienti risorse per rilanciare le attività core.

Si vocifera che dietro l’operazione Pompei ci sia la mano del tycoon dei media Rupert Murdoch. Se così fosse, Tiscali potrebbe entrare, anche se con un certo ritardo, sul mercato dell’offerta triple play.

Pompei, 63 anni, è stato tra i fondatori di Wind nel 1996 e ha guidato l’operatore telecom fino alla vendita, quando ha lasciato l’incarico, secondo indiscrezioni, per contrasti con il nuovo azionista di maggioranza, l’egiziano Naguib Sawiris. In precedenza, Pompei aveva ricoperto il ruolo di Ad di Pronto Italia – successivamente fusasi in Omnitel Pronto Italia ora Vodafone Italia – e di Sigma, società specializzata nello sviluppo di servizi informatici a valore aggiunto detenuta dall’IRI e dalle Ferrovie dello Stato.

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