Prevenzione e gestione dei cyber-attacchi e dei disastri naturali: le ultime novità presentate a Tokio

di Raffaella Natale |

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Natural Disaster

Di fronte al crimine, al terrorismo, ai cyber-attacchi o alle catastrofi naturali, le grandi aziende giapponesi dell’elettronica e dei sistemi di sicurezza hanno sviluppato un arsenale di tecnologie spesso sorprendenti, presentate a Tokio nel corso del primo salone dedicato alle tecnologie di sicurezza.

Anche se, per fortuna, il terrorismo non fa ancora parte degli incubi del Giappone, i nipponici sono ossessionati dal tema della sicurezza personale, a causa, in particolare, dei rischi permanenti legati alla sismicità del territorio o al pericolo tsunami.

Il primo Salone sulle tecnologie della sicurezza, dedicato alle aziende come ai privati, si è fatto vetrina per ogni sorta di sistema di prevenzione e gestione per rispondere ai disastri naturali, con particolare enfasi verso il ‘Big One’, nomignolo con cui si cerca di esorcizzare l’attesa di un sisma in grado di distruggere Tokio.

I giganti dell’elettronica made in Japan, hanno dunque elaborato sistemi informatici ultra sofisticati, basati su sensori, fotocamere e reti di telecomunicazione che permettono, ad esempio, di simulare le catastrofi su cartografie sempre più vicine alla realtà.

Infrastrutture tecnologiche, insomma, in grado di percepire in largo anticipo una scossa tellurica e di trasmettere le informazioni agli abitanti della zona interessata prima che l’onda devastatrice possa causare le distruzioni a cui, purtroppo, sembra tutti ci siamo abituati con troppa facilità. Almeno finchè non ci toccano da vicino.

Sistemi complessi come i ‘robot di salvataggio’ (in grado di scoprire eventuali corpi sotto le maceri) o le costose strutture antisismiche, non sono le uniche tecnologie in grado di salvare delle vite in simili tragiche occasioni.

Ve ne sono infatti anche di molto semplici, come i kit di sopravvivenza personale, comprendenti ricetrasmittenti e lampade con ricarica a manovella.

Il telefonino gioca un ruolo sempre più importante per la sicurezza quotidiana, grazie alla sua vasta gamma di funzioni sempre più avanzate, come ad esempio la localizzazione.

Le potenzialità sfruttabili, è emerso nel corso del Salone, sono tantissime: la Secom (prima azienda privata giapponese specializzata in sicurezza) ha messo a punto con il secondo operatore mobile del Paese, KDDI, un servizio di sorveglianza per i bambini, basato sul telefonino associato a un sistema di allarme personalizzato.

Altro settore di sviluppo: la sicurezza dei dati personali, dal controllo degli accessi e della ricerca di individui all’aiuto dei sistemi RFID e delle tecnologie biometriche.

In questo campo, oltre alle tradizionali impronte digitali, i giapponesi hanno sviluppato nuove soluzioni basate sul riconoscimento del volto (Toshiba), delle vene delle dita (Hitachi) o ancora dell’iride (Panasonic).

La lotta contro il terrorismo è stato uno dei temi caldi del Salone: tra le novità presentate, gli ultimi sistemi per prevenire attacchi batteriologici e col gas e dei veicoli terrestri, aerei e nautici autonomi (Yamaha).

Tra le poche imprese europee presenti al salone, Thales ha presentato una “soluzione globale di sorveglianza delle coste”, dedicata ai guardia costieri, i doganieri e le forze dell’ordine giapponesi.

“Il Giappone conta 37,400 chilometri di coste, ed è da li che arrivano tutti i pericoli”, ha spiegato Michel Théoval, rappresentante di Thales in Giappone.