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Tempo di trimestrali: continua la crescita per Ericsson e Nokia

Europa



Grazie al forte incremento delle vendite di cellulari, Nokia ha registrato un utile netto di 881 milioni di euro, in crescita del 28,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (685 milioni di euro).

l’utile per azione si attestato a 0,20 euro, rispetto a 0,15 euro dello scorso anno (+33%).

 

I risultati del costruttore finlandese ¿ numero uno del mercato mondiale dei cellulari – superano sia le previsioni della stessa società (0,18-0,19 euro) che quelle degli analisti, che puntavano su un eps di 0,19 euro.

 

Il fatturato è salito del 18% a 8,4 miliardi di euro dai precedenti 7,1 miliardi, ma la forte concorrenza nel settore ha pesato sui margini del gruppo.

 

¿La crescita dell’insieme del settore al terzo trimestre ha superato ancora una volta le nostre attese, con 199 milioni di unità vendute¿, ha dichiarato il presidente Nokia Jorma Ollila.

 

È infatti ancora la divisione Mobile Phone a trainare i risultati del gruppo, il cui margine operativo ha però perduto circa il 2% su un anno, passando dal 18,8% al 16,8%.

 

In discesa anche il prezzo medio di vendita dei telefonini (ASP), che si è stabilito a 102 euro, rispetto ai 105 del secondo trimestre e ai 108 euro dello scorso anno. Un dato che, tra l’altro, continuerà a diminuire nei mesi a venire.

 

Gli analisti attendevano un prezzo medio di vendita di 104 euro, dal momento che sullo stesso periodo, la diretta concorrente di Nokia ¿ la statunitense Motorola – ha aumentato sia i volumi che l’ASP.

 

Su 66 milioni di telefonini venduti nel corso del terzo trimestre, 32,2 milioni (+30%) sono stati venduti nella regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), ma la crescita maggiore  si è registrata in Cina, dove sono stati venduti 8,5 milioni in Cina (+87%).

Buona la crescita anche nella regione Asia Pacifico, con 12,6 milioni i cellulari venduti dal gruppo, pari a una crescita del 43%, e in America latina con 7,5 milioni di apparecchi venduti (+11%).

 

Calano invece del 13% le vendite in Nord America, dove i telefonini venduti sono 5,8 milioni.

 

Per l’intero anno, Nokia punta su vendite per 780 milioni di unità, contro i 643 milioni del 2004. le stime precedenti parlavano di 760 milioni di unità.

 

La quota di mercato del gruppo è risalita al 33%, in crescita di un punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2004.

 

I telefonini continuano a fare la fortuna anche di Ericsson.

Il fabbricante svedese ha registrato una crescita del fatturato del 14%, a 36,2 miliardi di corone (36,3 miliardi le stime degli analisti) e un utile pretasse di 8 milioni di corone, in linea con le attese.

Il margine lordo del gruppo è sceso dal 47,1% dell’anno scorso al 45,2%, ¿a causa della forte crescita delle attività e dell’installazione di reti non ancora fatturate¿.

 

La joint-venure attiva nella produzione di cellulari ¿ Sony Ericsson ¿ ha conseguito un utile pretasse di 151 milioni di euro, nettamente sopra le attese, mentre le vendite si sono attestate a 2,06 miliardi contro 1,73 attesi.

Il numero di unità vendute è salito a 13,8 milioni contro 12,4 milioni e, a differenza di Nokia, i prezzi medi di vendita sono saliti “proporzionalmente all’ingresso nel mix di nuovi prodotti di fascia alta”, come il Walkman W800, descritto come “un eccezionale successo”.

Secondo Carl Henric Svanberg, presidente del gruppo,  il mercato dei telefonini dovrebbe continuare a crescere a dei solidi ritmi, per raggiungere, entro la fine di quest’anno, 760 milioni di unità vendute.
Nei prossimi 5 anni, il settore potrebbe raggiungere i 3 miliardi di utenti, anche se nel frattempo diminuiranno ancora di più i prezzi dei telefonini e i margini.

 

 

Per Ericsson, il mercato è diventato molto concorrenziale, soprattutto sui mercati maturi come gli Stati Uniti e l’Europa.

Le offerte degli operatori si fanno sempre più diversificate per rispondere alle esigenze dei clienti, ed è per questo che il gruppo ha cercato di adattarsi, offrendo ¿servizi che permettono agli operatori di avere dei costi più bassi e un¿offerta più ricca¿.

  

Alessandra Talarico

 

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