Gli italiani? Un popolo di lettori ancora devoti alla carta stampata

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La carta stampata tiene duro. Nonostante la forte concorrenza di Internet e degli alert inviati sui telefonini, gli italiani preferiscono ancora leggere il giornale.

Secondo i dati di una Ricerca condotta da Eures su un campione di 1.205 persone, il 61,6% degli intervistati dichiara di leggere regolarmente i quotidiani. Solo il 33,5% del campione afferma di leggere il giornale ¿tutti i giorni¿, mentre il 28,1% lo legge ¿spesso¿.

Per un intervistato su tre (33,7%), invece, la lettura del quotidiano è saltuaria: il 21,5% lo legge ¿talvolta¿ e il 12,2% ¿raramente¿. Mentre soltanto il 4,6% afferma di non leggerne “mai“.

 

Le testate nazionali sono particolarmente apprezzate e vengono lette con regolarità dal 79,2% del campione, mentre i quotidiani regionali e locali dal 40,3%. La free press dimostra di aver ormai raggiunto una buona capacità di diffusione ed è letta abitualmente da un intervistato su cinque (21,8%), anche più dei quotidiani sportivi che registrano un 20,1%, che sono però particolarmente apprezzati dalle fasce più giovani. In coda alle preferenze dei lettori ci sono invece i quotidiani politici e di partito (4,4%).

 

Quali le motivazioni dietro la preferenza per un giornale o per un altro?

Dalla ricerca Eures si rileva che i lettori dei giornali possono essere divisi in tre grandi gruppi: il primo, e più numeroso, è rappresentato dai ‘lettori critici‘ che cercano nel quotidiano autorevolezza e indipendenza (37,5%) o la presenza di firme prestigiose del giornalismo (12,6%). Tra questi gli uomini, più delle donne, cercano in un quotidiano autorevolezza e indipendenza (43,3% contro il 31,5%), così come i laureati più del restante campione (51,5% contro il 31,7% dei diplomati e il 20,2% con un titolo inferiore).

 

Il secondo gruppo è invece composto dai ‘lettori consuetudinari‘, che tendono ad acquistare una o più testate per abitudine (36,6%) o per conformità alle proprie idee politiche (21,4%), concentrandosi soprattutto tra gli intervistati con la sola licenza media (44,9%), e tra i più giovani (39,4%).

Leggermente più consuetudinari gli uomini, che in edicola comprano il quotidiano per abitudine nel 37,7% dei casi, a fronte del 35,6% delle donne; stessa tendenza per quanto riguarda l’acquisto basato sulla conformità alle proprie idee politiche: si comporta in questo modo il 22,4% degli uomini, a fronte del 35,6% delle donne.

 

Il terzo gruppo di lettori, infine, è costituito dagli ‘acquirenti consumatori‘. E’ quella categoria che sceglie un quotidiano non solo per la qualità degli articoli, ma come prodotto, ovvero per l’insieme dei prodotti che offre. Particolarmente ricercati la pubblicazione di inserti interessanti (18,7%), le informazioni utili e gli annunci (12,4%) e le offerte e promozioni (4,3%), mentre il 5,4% dichiara di essere condizionato nell’acquisto dal formato del quotidiano. In tale categoria sono più rappresentate le donne, che sono interessate alla presenza di inserti per il 22,3% contro il 15,2% degli uomini, di informazioni utili e annunci (13,8% contro l’11% degli uomini), di offerte e promozioni (5,7% contro il 2,9%), così come al formato del quotidiano (6,5% contro il 4,3%). Coerentemente, tra le donne e i giovani si rileva il maggiore apprezzamento per gli allegati offerti dai principali quotidiani, la cui presenza è giudicata positivamente dal 57,3 delle donne contro il 47,4 degli uomini, e dal 63,6% dei più giovani (contro il 52,8% dei 30-44enni, il 45% dei 45-59enni e il 42,1% degli over 60).

 

Si conferma poi la maggiore esigenza di approfondimento da parte degli uomini, che nel 34,2% dei casi leggono abitualmente due giornali (a fronte del 27,6% delle donne) e nel 13,5% più di due (contro il 9,4% delle donne).

 

La cronaca continua a catturare l’attenzione dei lettori: il 47,3% del campione dichiara infatti di cercare nei quotidiani notizie di cronaca e di attualità delle indicazioni, seguite a ruota dalle pagine di cultura e spettacolo (38,1%), dalla politica interna (37,4%) e dalla cronaca locale (33,1%). Minore, invece, l’interesse per la politica estera (23,7%), lo sport (23%), la cronaca nera (18,3%) e l’economia (11,5%), mentre agli ultimi posti si collocano gli oroscopi (10,1%), il meteo (9,5%) e gli annunci commerciali (4,6%).

 

Dalla ricerca Eures giunge anche una conferma: i giornali sono ancora in grado di influenzare le opinioni dei lettori. Oltre 4 intervistati su 10 si dicono infatti condizionati dalla lettura del quotidiano nella formazione delle idee politiche (40,1%), e oltre 3 su 10 nelle valutazioni in campo economico e negli orientamenti etici (rispettivamente il 36,9% e il 31,9%).

Per quanto riguarda la formazione delle idee politiche si dicono più condizionate le donne (40,9%) e i laureati (48,2%); anche sugli orientamenti etici risulta più condizionata la componente femminile dei lettori italiani (33,9%), mentre nelle valutazioni in materia economica sono gli uomini (40,3%) e i laureati (51,1%) a recepire le posizioni e le analisi prodotte dai quotidiani.

 

Infine, cresce l’attenzione per le rassegne stampa televisive e radiofoniche. Oltre la metà del campione segue regolarmente le rassegne televisive (il 28,1% ‘tutti i giorni‘ e il 21,3% ‘spesso’) e circa 1 su 4 le rassegne radiofoniche (il 10,3% ‘tutti i giorni‘ e il 13,1% ‘spesso’). Nel pubblico fedele alle rassegne televisive prevalgono le donne (50,7% contro il 48,3% degli uomini), le persone con più di 44 anni (53% contro il 47% dei più giovani) e gli intervistati con titolo di studio più basso (58,9%). Le rassegne radiofoniche sono, invece, caratterizzate da una prevalenza di ascolti maschili (24,1% contro il 22,6% delle donne).

 

Raffaella Natale