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Fermento sul mercato tlc: Pompei lascia Wind? Ericsson intanto punta a Marconi

Europa



Potrebbe arrivare entro oggi l’annuncio delle dimissioni dell’amministratore delegato di Wind, Tommaso Pompei che, secondo indiscrezioni non ancora commentate ufficialmente, avrebbe già comunicato la decisione alla Presidenza del Consiglio e al ministero del Tesoro, ex azionista di riferimento di Wind quando era controllata da Enel.

 

Sul ventilato divorzio, spiega il quotidiano La Stampa, peserebbero divergenze sul piano industriale e ¿la volontà del neopresidente di dimezzare la figura dell’ad attribuendo nuove funzioni a sé e ad altre figure aziendali”. 


l’operazione da 12,1 miliardi di euro che ha visto il terzo operatore telefonico italiano passare nelle mani di Naguib Sawiris, amministratore delegato dell’operatore egiziano Orascom ¿ a capo del fondo Weather Investments –  si è conclusa ad agosto e dovrebbe proseguire con la fusione dei due gruppi tlc e la quotazione in Borsa della nuova società.

A fine 2005, secondo gli ambiziosi progetti del tycoon egiziano, il nuovo gruppo dovrebbe registrare un Mol positivo per 3-3,5 miliardi e, entro il 2006, dovrebbe attuarsi la quotazione a Milano, Londra e al Cairo.



Dopo anni di ristrutturazione, sembra dunque che il settore delle telecomunicazioni stia vivendo una nuova ondata di euforia.

La scorsa settimana, l’operatore via cavo NTL ha annunciato la sua intenzione di acquisire il suo concorrente Telewest per 6 miliardi di dollari, mentre circola insistente la voce che  

Ericsson, uno tra i maggiori fornitori mondiali di infrastrutture per le tlc, avrebbe avviato le trattative per acquisire il suo concorrente britannico Marconi per 1,9 miliardi di euro.



Secondo quanto riportato da fonti vicine alle negoziazioni, la chiusura dell’operazione sarebbe imminente ¿ una decina di giorni ¿ e la cifra proposta da Ericsson corrisponderebbe all’incirca al doppio del valore di mercato del gruppo britannico.

 

I due gruppi coinvolti nei rumors non hanno comunque commentato.

 

Il costruttore britannico ha pagato duro lo scotto della bolla speculativa legata a Internet e alle telecomunicazioni, rischiando quasi di scomparire nel 2001 e ha ricevuto un nuovo colpo basso da BT che, lo scorso aprile, ha escluso Marconi dal suo programma di modernizzazione da 10 miliardi di sterline.

 

Da qui l’annuncio di Marconi di essere pronto a licenziare 800 dipendenti e a rivedere le proprie strategie sul mercato tlc.

 

In base alle notizie riportate dal Financial Mail, l’accordo Ericsson-Marconi prevede la partecipazione di diverse banche d’affari, come Morgan Stanley, JP Morgan e Lazard per Marconi ed Enskilda per Ericsson.

 

Sempre secondo la stampa, alcuni parlamentari britannici avrebbero chiesto al governo di intervenire nel caso in cui il gruppo cinese Huawei Technologies lanciasse un¿offerta su Marconi, dal momento che il gruppo sarebbe troppo vicino al governo di Pechino.

 

 


Alessandra Talarico

 

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