Furti di dati personali: Schwarzenegger firma la prima legge anti-phishing

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Il fenomeno del furto di dati personali a scopo di frode cresce senza sosta e riguarda un numero sempre più cospicuo di utenti Internet.

Per arginarlo, la California ha varato la prima legge antiphishing, che rende la pratica un reato perseguibile e prevede per le vittime un risarcimento 300 volte superiore al danno subito o di 5.000 dollari per ogni violazione.

 

l’Anti-Phishing Act 2005, firmato dal governatore Arnold Schwarzenegger, punisce ¿tutti coloro i quali, attraverso Internet o altri mezzi elettronici, sollecitano, richiedono o attuano tecniche per indurre un’altra persona a fornire informazioni personali¿, spacciandosi per una azienda, senza ¿l’approvazione o l’autorità dell’azienda stessa¿.

 

Per ¿informazioni personali¿ si intendono: il numero della Social Security, della patente di guida, del conto corrente della carta di credito, il PIN, i dati biometrici, la firma elettronica, le password di account e ogni informazione che potrebbe essere usata per accedere ai beni finanziari e personali di altre persone.

 

I risultati di uno studio condotto da Experian e Gallup – presentati nel rapporto periodico Personal Credit Index, sulla situazione finanziaria dei consumatori – mostrano una realtà inquietante: il 16% degli americani ne è stato colpito; il 21% dei furti è stato fatto da conoscenti; un americano su due, compresi dunque anche quelli che non hanno subito violazioni, è molto preoccupato del fenomeno.

 

Il sondaggio è stato condotto su un campione rappresentativo di oltre un migliaio di consumatori, in base alla conoscenza del fenomeno da parte di Experian, leader mondiale dei servizi informativi sulle aziende e i consumatori, e delle metodologie di rilevazione Gallup.

 

Il risultati del sondaggio  mostrano che negli Stati Uniti il 16% dei consumatori ha subito furti di informazioni finanziarie (numeri di conti corrente o di carta di credito) o personali (Social Security, o dati di patente e di certificati).

 

Il 13 % di chi ha subito furti di informazioni finanziarie o personali, ha poi subito atti fraudolenti: il 2% attraverso veri e propri ¿furti di identità¿, con l’attivazione di conti correnti o carte di credito a loro nome da parte di terzi; l’11% con frodi d’altro genere.

 

Il 77% del campione interpellato teme che le frodi con le carte di credito siano prima o poi assimilabili a  furti di identità.

 

Le forme di difesa adottate dai consumatori sono le più diverse: l’81% per cento straccia i  documenti prima di gettarli nella spazzatura (miniera di informazioni per truffatori e ladri di identità); il 46% ha acquistato prodotti per proteggere i computer di casa da intrusioni via Internet; il 19% di avvale di servizi a pagamento di monitoraggio della propria affidabilità finanziaria, in modo da intercettare situazioni anomale; l’11% di forme assicurative  contro i furti di identità.

 

Fra le altre note del sondaggio Experian-Gallup il fatto che comunque il 50% dei consumatori non si preoccupa del fenomeno, con un quinto di essi, pari al 10% dell’intero campione, che non crede possa capitare loro e un altro quinto che pensa di possedere così poco da non aver nulla da perdere.
 

Alessandra Talarico 

 

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