Musica online e diritto d¿autore: altro colpo al P2p illegale, la giustizia condanna KaZaA

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Un altro duro colpo &#232 stato inferto al peer-to-peer di musica. La Corte federale australiana in una sentenza ha dichiarato illegale il famoso sito di file-sharing KaZaA, stabilendo che questo sistema, usato da migliaia di utenti, viola le leggi sul diritto d¿autore.

A citare in giudizio proprietari e sviluppatori australiani di KaZaA, sono state le principali case discografiche australiane (Universal, Emi, SonyBMG, Warner e Festival Mushroom), sostenendo che il sito ha procurato loro milioni di dollari di mancate vendite.

Secondo il giudice Murray Wilcox, la societ&#224 che ha sviluppato il software, Sharman Networks, ¿da lungo tempo sa che il sistema di KaZaA &#232 utilizzato ampiamente per la condivisione di file protetti”.

Secondo la giustizia australiana, i gestori del sito avrebbero, infatti, incoraggiato gli utenti a scaricare illegalmente musica dalla propria piattaforma, spingendoli cos&#236 alla violazione delle norme sul diritto d¿autore. Gli stessi per&#242 non possono essere ritenuti responsabili di pirateria.

Richiamandosi al Trade Practices Act, il giudice Wilcox, dopo dieci mesi di udienze, ha cos&#236 deciso che ¿I convenuti hanno autorizzato gli utenti a violare il copyright delle registrazioni musicali degli istanti“, dovranno, quindi, cessare l”attivit&#224 o entro due mesi rimettersi in linea con quanto fissato dalle norme sul copyright, apportando le opportune modifiche al sistema per permettere un maggiore controllo sullo scambio di file. Inoltre i gruppi riconosciuti colpevoli verseranno il 90% delle spese processuali.

Successivamente la Corte dovr&#224 quantificare i danni che il software ha provocato alle cinque industrie musicali chiamate in causa.

Sharman Networks ha cercato, senza successo, di difendere il download di musica e ha detto di non poter controllare l”azione di circa 100 milioni di utenti del mondo che scaricano musica attraverso questo sistema.

Immediata soddisfazione per la sentenza da parte della Federazione internazionale dell¿industria discografica (IFPI).

¿La sentenza di oggi – ha dichiarato il presidente John Kennedydimostra che KaZaA, uno dei pi&#249 importanti motori per la violazione del diritto d”autore nonch&#233 il marchio pi&#249 celebre nel furto della musica nel mondo, &#232 illegale“.

¿Questa – ha continuato Kennedy – &#232 una pietra miliare nella lotta internazionale contro la pirateria su Internet”.

Il presidente dell¿IFPI ha sottolineato che ¿nello spazio di dieci settimane, tre tribunali in tre diversi Paesi hanno dato un forte impulso allo sforzo delle societ&#224 della musica e della tecnologia per dar vita a un sistema legale di distribuzione”.

Con questa sentenza, ha aggiunto, ¿viene inviato un segnale a tutti gli altri network di file-sharing illegale: devono adattarsi ed entrare nella legalit&#224 subito”.

Sulla stessa linea dell¿IFPI anche la Federazione dell¿Industria Musicale Italiana (FIMI), aderente a Confindustria.

“Dopo la decisione su Grockster dalla Suprema Corte USA, ora anche una Corte australiana stabilisce che le imprese che propongono un modello di business basato sulla riproduzione illegale di musica sono responsabili per danni¿, ha affermato il Presidente di FIMI, Enzo Mazza.

“La musica legale online sta offrendo grandi prospettiva di sviluppo ma &#232 necessario che ci&#242 avvenga nell”ambito delle regole, la decisione australiana &#232 un”altro passo nella direzione di favorire il file-sharing legittimo, ora le aziende di tecnologia sanno quale strada intraprendere“, ha concluso Mazza.

Raffaella Natale

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