VoIP: le regole della FCC sul 911 faranno aumentare il prezzo delle chiamate su Internet

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Il basso costo delle chiamate VoIP &#232 senza dubbio il maggiore driver della sua adozione, ma le cose potrebbero cambiare, almeno negli Usa, in seguito alla decisone della FCC di obbligare i fornitori del servizio a garantire le chiamate d¿emergenza al 911.

Gli operatori VoIP, in base alle disposizioni appena emanate, hanno 120 giorni di tempo per accordarsi con gli incumbent e garantire che chiunque si trovi in situazioni di pericolo possa mettersi in contatto con un operatore d¿emergenza.

Tutto questo, per&#242, si traduce in una bella gatta da pelare per le oltre 11 mila compagnie che offrono il servizio, che dovranno ora scegliere se accontentarsi di margini ridotti o aumentare il prezzo del servizio.

Il cosiddetto E911 d&#224 agli utenti VoIP accesso al servizio di emergenza, cos&#236 come avviene per la telefonia tradizionale.

Molti operatori, tra cui Vonage, hanno gi&#224 siglato accordi con gli operatori incumbent, ma molto spesso non chiariscono che si tratta di un servizio opt-in.

Molti altri non abilitano il servizio a tutti i clienti e altri ancora includono i costi dell¿E911 come extra nell¿abbonamento mensile.

La telefonia su Internet &#232 una tecnologia sempre pi&#249 utilizzata, apprezzata poich&#233 permette di bypassare le reti tradizionali e telefonare in maniera molto pi&#249 economica. Attualmente sono pi&#249 di 1,5 milioni gli americani che la utilizzano.

La decisione della FCC implica per&#242 diverse difficolt&#224 tecniche, finanziarie e politiche: innanzitutto perch&#233 chi usa il VoIP, lo fa per una questione di risparmio sulla bolletta.

Questo vuol dire, dunque, che il VoIP sottrae profitti agli incumbent, che hanno di contro la prerogativa di decidere di aprire, e a che prezzo, le reti agli operatori del VoIP.

Le critiche alla decisione della FCC, dunque, non sono mancate, anche se tutti concordano sul fatto che garantire i servizi di emergenza sia una priorit&#224.

Jeff Pulver, cofondatore di Vonage e pioniere del VoIP, dice che la Commissione ha perso un¿occasione d¿oro per la promozione delle comunicazioni basate su protocollo IP, non avendo proibito il cosiddetto ¿port blocking¿ e obbligando l¿accesso diretto alle infrastrutture controllate dagli operatori.

Cos&#236 come sono state concepite, spiega Pulver, ¿le imposizioni della FCC lasciano i provider VoIP in balia degli operatori tradizionali¿, cio&#232 quelle aziende che si sentono minacciate dal VoIP e che hanno ora il coltello dalla parte del manico.

La scorsa settimana, Vonage ha lanciato i suoi servizi anche in Gran Bretagna, e nell¿ambito della presentazione, il Ceo Jeffrey Citron ha riferito che la societ&#224 spender&#224 circa 10 milioni di dollari per mettersi in regola con le richieste della FCC.

Una delle questioni principali riguarda il fatto che negli Usa sono circa 480 i provider di servizi 911, e non tutti potrebbero voler garantire a Vonage l¿accesso ai loro sistemi.

La situazione potrebbe essere diversa in alter parti del mondo: in Gran Bretagna, ad esempio, dove BT controlla circa l¿85% del traffico di emergenza.

La compagnia americana, tra l¿altro, fa anche parte di un gruppo di lavoro istituito dall¿Authority britannica (Ofcom) per esplorare nuovi servizi avanzati di emergenza.

Pulver ha spiegato che, in seguito alla decisione della FCC, le aziende del VoIP potrebbero decidere di allontanarsi dal mercato americano per focalizzare i loro investimenti su Paesi pi&#249 ¿lungimiranti¿.

¿Le regole imposte dalla FCC potrebbero essere il colpo di grazia per quelle aziende che non vogliono solo essere un sostituto delle compagnie tradizionali, ma usano il VoIP per lanciare sul mercato nuovi servizi e applicazioni di comunicazione¿.

Alessandra Talarico

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