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Time Warner e AOL, è scoccata l¿ora dell¿addio

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La divisione Internet AOL (America Online) continua a preoccupare il numero uno mondiale dei media Time Warner. Questa volta la crisi sembra proprio seria, al punto da far parlare di una possibile separazione della societ&#224 che continua a pesare sulle finanze del gruppo.

La nuova politica di business non &#232 servita a risollevare le sorti di AOL, che da anni ormai deve fare i conti con il vertiginoso calo degli abbonati e delle entrate pubblicitarie.

In un¿intervista rilasciata al giornale Fortune, il presidente e direttore generale di Time Warner, Richard Parsons, ha apertamente dichiarato che la societ&#224 sta valutando la possibilit&#224 di cedere la divisione, a meno che questa non riesca ad attirare pi&#249 pubblicit&#224 sul proprio portale gratuito.

¿Se AOL non va bene ¿ ha spiegato Parsons in modo molto conciso ¿ bisogna cominciare a pensare ad AOL in modo differente¿.

Parsons, sempre molto duro con la divisione Internet, ha preso le redini di Time Warner nel periodo di maggiore crisi, quando la societ&#224 &#232 stata travolta, dopo Enron e WorldCom (ora MCI), in uno scandalo finanziario senza precedenti che ha danneggiato l¿andamento del titolo sulla Borsa.

Da allora, il presidente &#232 impegnato in un arduo piano di risanamento della societ&#224, che dovrebbe portare alla riduzione del pesante indebitamento.

AOL continua a pesare sull¿andamento ed &#232 giusto, ha detto Parsons, che si trovi una soluzione, assicurando il massimo valore aggiunto per gli azionisti.

Al momento non &#232 in corso alcuna trattativa, ma questa dichiarazione avr&#224 sicuramente delle conseguenze e nei prossimi gironi &#232 possibile che si facciano avanti investor interessati.

Il fornitore di servizi Internet ha ancora perso negli Stati Uniti 549.000 abbonati nel primo trimestre e, al 31 marzo, ne contava 21,7 milioni.

In Europa, dove AOL conta 6,3 milioni di utenti, il saldo &#232 negativo rispetto allo scorso anno, ma nel trimestre sono stati guadagnati 18.000 abbonati.

Nota positiva, l¿utile operativo di AOL &#232 aumentato del 17% a 324 milioni di dollari, nonostante un fatturato in calo del 2,6% a 2,13 miliardi.

E pensare che 2000, in pieno boom di Internet, la ricchezza del gigante americano del settore America Online, aveva permesso di rilevare Time Warner, holding che raggruppa la rivista Time, il pioniere dell¿informazione continua CNN, gli studios cinematografici Warner Bros e l¿etichetta Warner Music, una delle cinque major del mercato musicale.

La fusione, stimata in circa 160 miliardi di dollari nel gennaio 2000, si &#232 conclusa un anno pi&#249 tardi.

Ma dopo lo scoppio della bolla speculativa, la divisione Internet ha visto ridurre pesantemente le proprie entrate pubblicitarie. Il titolo &#232 caduto vertiginosamente sui mercati finanziari, perdendo un terzo del suo valore e AOL ha spinto il gruppo a una perdita netta storica di circa 100 miliardi di dollari nel 2002.

Il matrimonio tra le due societ&#224 (i cui promotori furono l¿allora presidente di AOL Steve Case e di Time Warner Gerald Levin, ndr) non sembra aver portato bene.

Il piano di fusione aveva come obiettivo quello di sfruttare il boom della Net Economy. Ma lo scoppio della bolla speculativa ha fatto saltare tutti i piani. E ancora oggi AOL non riesce a riprendersi.

Raffaella Natale

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