eGovernment: l’ONU misura la partecipazione dei cittadini alla PA. USA ai vertici, ma preoccupa il digital divide

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Le nuove tecnologie sono da tempo ormai al centro delle strategie governative volte al rinnovamento della Pubblica Amministrazione.

Parte da questo assunto lo Studio sullo sviluppo dell’e-administration nel mondo, realizzato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

l’eGovernment Readiness Survey Report 2004 misura il progresso di 191 Paesi membri delle Nazioni Unite nello sviluppo e nell’accesso degli utenti ai servizi di eGovernment.

 

Dallo Studio 2004 emerge una constatazione incoraggiante: il 93% degli Stati membri dell’ONU installano e usano servizi Internet. Tra i Paesi coinvolti nella Ricerca, 178 contavano su una presenza online nel 2004, contro i 141 del 2001.

I 13 Paesi che risultano ancora assenti su questo fronte sono principalmente quelli africani.

A riguardo, il Rapporto sottolinea una volta di più il grosso divario esistente tra le grandi regioni del mondo, il cosiddetto digital divide, legato all’ineguale accesso dei Paesi alle nuove tecnologie.

La situazione resta sostanzialmente stabile rispetto al 2003, ma la differenza tra i grandi spazi mondiali è maggiormente accentuata.

Basta pensare che l’Africa conta solo 12 milioni di utenti Internet, contro i 203 milioni degli Stati Uniti.

 

Il Rapporto 2004 evidenzia anche la predominanza dell’America del Nord e dell’Europa in materia di eGovernment con un indice medio di maturità rispettivamente dello 0,8751 e dello 0,5866. Tra i primi 25 Paesi della classifica, 16 sono europei e due nord-americani. 

Gli Stati Uniti si piazzano in testa, davanti a Paesi come la Danimarca, la Gran Bretagna, la Svezia e la Corea del Sud, vantando servizi di eGovernment tra i più efficienti.

La Francia si piazza al 24 posto per quanto riguarda lo stato di avanzamento in materia di amministrazione elettronica, con un indice di maturità dello 0,6687 contro lo 0,690 del 2003, perdendo 5 postazioni nella classifica rispetto al 2003. l’ONU, tuttavia, sottolinea che non si tratta di mutamenti significativi dal punto di vista dello sviluppo dei servi di eGovernment.

¿I criteri di misurazione, la metodologia usata, evidenziano maggiormente la buona performance dei Paesi che hanno guadagnato postazioni nella classifica, piuttosto che una contro-performance di quelli che le hanno perse¿.

 

Rispetto agli altri partner europei, la Francia, per esempio, è dietro alla Gran Bretagna, la Germania, i Paesi scandinavi, il Belgio, Malta e l’Estonia. Ma precede la Spagna, l’Italia e il Portogallo.

La Francia ottiene la 14esima posizione in materia di e-partecipation, insieme a Malta. Solo 43 Paesi appaiono in questa classifica che misura la partecipazione interattiva dei cittadini all’elaborazione delle politiche pubbliche.

 

Come lo scorso anno, la classifica è dominata dai Paesi anglosassoni (Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada).

Nella lista dei Paesi che vantano i migliori siti l’Italia si piazza al 26esimo posto con un indice dello 0,6598 rispetto allo 0,9132 degli Stati Uniti. Nella classifica che riguarda l’eGovernment, il nostro Paese occupa il quarantesimo posto. In questo caso l’indice indica un valore dello 0,2295 contro 1 della Gran Bretagna.

 

l’elaborazione di questo Rapporto poggia sue due grandi indicatori sintetici: il primo misura lo stato d’avanzamento del Paese in materia di eGovernment, con l’uso di un indice di maturità stabilito per ciascun Paese; il secondo calcola, invece, l’e-partecipation dei cittadini.

l’indice di maturità in materia di amministrazione elettronica è stabilito a partire dalle infrastrutture di telecomunicazioni, dal numero dei siti pubblici e dei servizi online disponibili; tiene anche conto del grado di alfabetizzazione dei cittadini, della loro capacità ad accedere all’informazione e a usare le nuove tecnologie (capitale umano). 

 

l’indice di partecipazione interattiva (e-partecipation) si basa su un¿analisi qualitativa del contenuto dei siti pubblici, valutati secondo il contenuto, il tipo di servizi proposti (informativi, interattivi, transnazionali) e la presenza dei servizi online in cinque settori che l’ONU definisce come i settori essenziali (istruzione, salute, impiego, sociale, finanze). Considera anche l’esistenza di modelli di consultazione diretta da parte dei cittadini (esistenza di forum e di siti di discussione¿) e di tutti gli strumenti che incoraggiano la partecipazione alla vita pubblica. Questo indice permette di distinguere tra i Paesi che incoraggiano più fortemente la partecipazione degli utenti nel processo decisivo.

 

UN: Global eGovernment readiness Report 2004 – Towards Access for Opportunity

 

Raffaella Natale

 

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