Dilaga la pirateria dei software, mentre la Cina vara nuove norme a protezione del copyright

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La pirateria dei software ¿ cos&#236 come quella dei contenuti audiovisivi – &#232 un problema sulla cui soluzione si stanno impegnando industria, governi e forze dell¿ordine.

Attualmente circa un terzo dei software installati sui computer di tutto il mondo non &#232 originale, ma la situazione &#232 destinata a peggiorare col passare del tempo, di pari passo con la crescita dell¿uso della rete.

Nei prossimi 5 anni, secondo uno studio IDC, i due terzi dei software presenti globalmente saranno piratati, per un mercato valutato attorno ai 200 miliardi di dollari.

Un¿enormit&#224, se si pensa che le spese per i software, sempre nei prossimi 5 anni, saliranno a 300 miliardi di dollari.

¿Di pari passo con l¿espansione di Internet e della banda larga, cresce anche il potenziale per la pirateria di software¿, spiega IDC.

Un fenomeno, dunque, globale e che sta impegnando su un fronte comune i player dell¿industria quanto i legislatori, ma che nonostante tutto si stenta ad arginare.

Basti pensare che pi&#249 di un terzo dei software utilizzati lo scorso anno erano piratati e che la met&#224 dei software illegali si concentra in Europa, Stati Uniti e Canada.

Lo scorso anno, il livello di pirateria sembra essere sceso di un punto percentuale, al 35%, ma il mercato illegale ha accresciuto il suo valore a 32,7 miliardi di dollari, contro i 28 miliardi del 2003.

Lo studio IDC copre 87 Paesi e dimostra che, sebbene i profitti globali del mercato dei software si siano attestati a 59 miliardi nel 2004, il valore dei software installati oltrepassa i 90 miliardi.

Il tasso di pirateria &#232 sceso in 37 dei Paesi analizzati, ma &#232 aumentato in 34. in pi&#249 della met&#224 dei Paesi presi in esame, la percentuale di programmi piratati era superiore al 60% e in 24, superava anche il 75%.

Per quanto riguarda nello specifico l¿area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), il tasso di pirateria &#232 sceso di due punti al 39% lo scorso anno, ma il valore dei software piratati &#232 anche qui cresciuto di 3 miliardi a 15,7 miliardi, pari a circa la met&#224 dei software illegali usati globalmente lo scorso anno.

Il Paese europeo al primo posto per la presenza di software illegali &#232 la Francia, con un tasso del 45%, probabilmente a causa dell¿ampia presenza di imprese di piccola entit&#224, dove la pirateria &#232 pi&#249 rampante.

IDC, esortando i governi a fare di pi&#249 per proteggere la propriet&#224 intellettuale, stima che un abbassamento anche del 10% del tasso di pirateria, potrebbe generare almeno 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro e contribuire con un gettito di almeno 400 miliardi di dollari alla crescita economica globale.

In questo senso si sta muovendo perfino la Cina – considerata la patria della pirateria non solo di software ¿ che ha varato delle nuove leggi che per la prima volta permetteranno di punire la violazione della propriet&#224 intellettuale su Internet.

La decisione arriva all¿indomani della pressante richiesta da parte degli Usa, di fare di pi&#249 per rispettare le regole del WTO, incluse quelle sui diritti di propriet&#224 intellettuale.

In base alle nuove leggi, gli ISP hanno l¿obbligo di rimuovere dai loro portali quei contenuti che violano il copyright e sono passibili di multe fino a 12 mila dollari.

La protezione dei diritti di propriet&#224 intellettuale in Cina &#232 diventata sempre pi&#249 urgente anche alla luce dell¿enorme espansione dell¿uso di Internet: nel Paese, lo scorso anno si contavano 94 milioni di utenti, ma dei 600 mila siti Web, soltanto 8 mila erano registrati legalmente.

Alessandra Talarico

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