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Prima Conferenza Nazionale sulla TDT: istituzioni e imprese a confronto

Italia



Li hanno definiti ¿gli stati generali¿ della Tv digitale terrestre. In effetti, nei due giorni della Prima Conferenza Nazionale sulla Televisione Digitale Terrestre, tenutasi il 15 e 16 aprile a Santa Margherita di Pula (Cagliari), si &#232 parlato approfonditamente del nuovo sistema che porter&#224 l¿interattivit&#224 nelle case di tutti gli italiani.
Numerosi gli interventi e per i nostri lettori abbiamo raccolto i commenti di alcuni tra i numerosi addetti ai lavori presenti al convegno.

Ad aprire i lavori e a introdurre i numerosi presenti nella sala del Forte Village alle meraviglie del digitale terrestre &#232 stato Andrea Ambrogetti, presidente di Dgtvi. ¿Questa conferenza rappresenta il segno di una sfida gi&#224 vinta ¿ ha affermato in apertura Ambrogetti ¿ e che pochi credevano che potesse essere vinta in tempi stretti. Un anno fa eravamo all¿anno zero del digitale terrestre. Cosa &#233 successo in questi dodici mesi? E¿ successa una cosa dirompente: le aziende hanno investito, centinaia di milioni di euro; hanno creduto in questa sfida, dando vita a un cambiamento che mai in questi ultimi anni si era verificato a questi livelli¿. Ambrogetti ha poi fornito alcune cifre che danno il senso di questa rivoluzione in atto: ¿Si sono costruite cinque nuove reti digitali nazionali, che ormai superano il 70% di copertura della popolazione. Oltre a pi&#249 di 60 emittenti locali che hanno iniziato le proprie trasmissioni. Venticinque canali, alcuni completamente nuovi, come Rai Utile e Boing; altri che prima si ricevevano solo sul satellite, altri che sperimentano servizi interattivi. Si sono individuate nuove risorse per il sistema, sperimentando per la prima volta al mondo le carte pre-pagate, senza abbonamento, dando per la prima volta agli utenti la possibilit&#224 di accedere ai contenuti con maggiore facilit&#224 come qualcuno ha detto, ¿democratizzando¿ la televisione¿.

Rispondendo a quanti chiedono un maggiore pluralismo nell¿informazione televisiva, Ambrogetti ha ricordato che ¿si sono affacciati nuovi soggetti: TFR con Dfree e Sportitalia e il gruppo l¿Espresso con Rete A. Mai da 25 anni si era assistito a un tale fermento. Si &#232 messo in moto un vero e proprio processo industriale. Siamo arrivati a 2 milioni di decoder venduti, secondo una ricerca GFK, circa i due terzi con il contributo governativo. E¿ il pi&#249 grande fenomeno di vendita di beni di consumo mai avvenuto in Italia. Nemmeno le vendite di cellulari, nel primo hanno, avevano raggiunto tali risultati¿.

Ambrogetti ha poi annunciato che ¿in neanche 3 mesi dall¿avvio dell¿offerta Premium, sono oltre 750mila le famiglie che hanno acquistato e utilizzato le schede pre-pagate per l¿offerta di calcio. Si tratta di un processo e di risultati di evidenza chiara, che non devono essere ulteriormente commentati. La digitalizzazione in Italia &#232 diventata una vera case history a livello internazionale¿.

In conclusione, il presidente di Dgtvi ha affermato che la data del dicembre 2006 &#232 ¿decisiva¿ e ¿prima si arriva allo switch off e meglio &#232. Il lavoro di questi prossimi mesi sar&#224 tutto teso a evitare questo rinvio. Intanto proveremo ad anticipare lo switch off in due aree importanti del Paese, Val d¿Aosta e Sardegna¿.

Sulla televisione digitale terrestre &#232 stato fatto anche un grosso lavoro di regolamentazione, come ha testimoniato Roberto Viola dell¿Autorit&#224 per le Garanzie nelle Comunicazioni: ¿L¿Autorit&#224 ha iniziato a occuparsi di digitale nel ¿99, con il Libro Bianco, un vero ¿Nostradamus¿ della tv digitale… Molte cose oggi si stanno avverando: lo sviluppo a macchia di leopardo, un nuovo modo di fare regolamentazione per permettere agli attori del settore un ingresso orizzontale sul mercato, la possibilit&#224 di superare la rigidit&#224 di assegnazione delle frequenze mediante il trading, il sussidio all¿utenza. Tutto questo era il Libro Bianco. La legge 66 lo ha codificato, poi il piano delle frequenze; l¿ultimo atto &#232 stata la verifica da parte dell¿Autorit&#224 dello sviluppo del digitale. Infine, la legge Gasparri, con un nuovo modo di guardare alla regolazione, che d&#224 all¿Autorit&#224 nuovi compiti¿.

Per Maurizio Beretta di Confindustria, la tv digitale terrestre &#232 ¿una scelta e deve poter essere un percorso in cui si coinvolge al meglio la capacit&#224 del Paese di sviluppare un progetto per la crescita industriale. La frontiera tecnologica deve essere seguita da vicino dall¿industria manifatturiera. Bisogna cogliere l¿opportunit&#224 per fare innovazione, ricerca e avere capacit&#224 competitiva sui mercati internazionali¿.

Guarda al futuro Pasquale Pistorio, di ST Microelectronics, societ&#224 che produce la tecnologia abilitante per il digitale terrestre. ¿La presenza di una grande industria nazionale in questo campo, credo sia stata una componente fondamentale per i tempi in cui si &#232 realizzato lo sviluppo del digitale terrestre, che rappresenta una innovazione molte importante per il Paese. D&#224 un servizio di qualit&#224 migliore, permette di allargare l¿offerta, l¿interattivit&#224, che apre orizzonti nuovi. Ma noi siamo pronti anche per quello che verr&#224 dopo¿.

Sul versante della pubblicit&#224 il confronto si &#232 svolto fra le maggiori agenzie nazionali. Per Giuliano Adreani (Publitalia), ¿il duopolio Rai-Mediaset non c¿&#233 pi&#249, soprattutto ora che c¿&#232 il digitale¿, e occorre saper cogliere le opportunit&#224 fornite dalla nuova tecnologia: ¿In Italia, in passato abbiamo perso tempo, anche con la televisione a colori; con il digitale abbiamo rischiato di fare la stessa fine. Fortunatamente &#233 arrivata la legge Gasparri, che ha fatto piazza pulita di una situazione vecchia e ha liberalizzato questo mercato. Il digitale &#232 una cosa seria, se ne sono accorti tutti quando abbiamo acquistato i diritti del calcio… Il digitale &#233 il futuro della televisione¿.


Mario Bianchi (Sipra) parla a nome di tutta la categoria, affermando che ¿…c¿&#232 una grande attesa da parte degli investitori pubblicitari sulle potenzialit&#224 della pubblicit&#224 interattiva. Si passa a una situazione in cui si pu&#242 interagire in una proposta di informazione o nella prova di un¿automobile. Ma la tv interattiva andr&#224 a offrire una serie di servizi che metteranno il telespettatore al posto centrale. Oggi lo si ottiene con Internet, ma ci vuole una predisposizione al computer; il focus del cambiamento &#232 con il telespettatore normale¿.

Per Giorgio Ferrari (MTV), ¿siamo di fronte a un grandissimo cambiamento. In MTV lo stiamo vivendo da diversi anni, ed &#232 paragonabile solo all¿avvento della tv commerciale negli anni ¿80. Il digitale terrestre, come interattivit&#224 forte, far&#224 cambiare la tv, che dovr&#224 avvicinarsi e condividere alcuni obiettivi fondamentali con la pubblicit&#224¿.

Al Forte Village di Santa Margherita di Pula erano presenti naturalmente anche i maggiori broadcaster. Per la Rai, il direttore generale Flavio Cattaneo ha voluto subito ribadire che ¿sulla tv digitale terrestre non si torna pi&#249 indietro, &#232 una strada che porta avanti¿, e ha ricordato gli ingenti investimenti fatti dall¿azienda radiotelevisiva pubblica: 120 milioni di euro in hardware e 20 milioni per i contenuti. ¿La Rai ¿ ha spiegato Cattaneo – sta producendo quello che era previsto nel piano industriale e per la tv interattiva vuole diventare l¿unico interlocutore della pubblica amministrazione¿. Parlando del futuro dell¿azienda, Cattaneo ha dichiarato che le televisioni ¿avranno reti un po¿ meno generaliste e pi&#249 targetizzate¿. ¿Oggi ¿ ha spiegato – una difficolt&#224 della Rai &#232 quella di targettizzare, come fa il nostro competitor Mediset. Aumentando i canali questa possibilit&#224 aumenta per Rai e pensiamo che si debba targettizzare di pi&#249 l¿offerta. L obiettivo &#232 il mantenimento della leadership¿. Rai azienda nazionale e locale: ¿abbiamo una rete regionale nel secondo multiplex¿. Rai sperimentatrice di nuove tecniche: ¿siamo partiti per primi a testare la tecnica DVB-H, la ricezione sui telefonini portatili, la mobile tv. Insomma, dal digitale a otto canali al digitale per 35 milioni di cellulari…¿. Cattaneo ha poi aggiunto che la Rai sta studiando nuovi canali, come Rai Famiglia, Rai Sport Digitale e un canale di home shopping.

Investimenti notevoli anche per Mediaset, come ha dichiarato il presidente Fedele Confalonieri: ¿Finora abbiamo investito 230 milioni di euro per la digitalizzazione degli impianti e l¿acquisizione delle frequenze, 15 milioni nei diritti e abbiamo programmi di investimenti per altri 230 milioni per l¿acquisto di frequenze e arrivare all¿80% di copertura. Con investimenti cosi massicci non si pu&#242 non crederci¿, ha poi affermato. Ma il cammino non &#232 ancora concluso: ¿E¿ importante continuare a lavorare in vista dello switch-off del sistema analogico fissato al 31 dicembre 2006, non da questo Governo ma da una legge approvata dal governo di centrosinistra nel 2001¿, ha sottolineato Confalonieri in risposta a una domanda sul possibile slittamento del termine.

Anche per La7, la tv digitale rappresenta una grande opportunit&#224. ¿Abbiamo investito pi&#249 di 40 milioni di euro nella rete digitale per coprire il 70 per cento della popolazione ¿ ha affermato Fabrizio Grassi, amministratore delegato La7. ¿Trenta milioni di euro per l¿acquisto dei contenuti¿. Ma la sfida, al cospetto dei due colossi Rai e Mediaset, non &#232 facile. ¿Dobbiamo inventarci dei modelli di business diversi; riuscire a contenere i costi, a fare un bilanciamento fra costi e ricavi. Per fare questo bisogna in primo luogo stimolare il mercato¿.

Per Tarak Ben Ammar, il finanziere tunisino proprietario della piattaforma digitale DFree, ¿l”Italia &#232 un mercato interessante, certamente il mercato televisivo pi&#249 aperto del mondo¿. Ben Ammar ha annunciato che entro la fine dell”estate DFree lancer&#224 un nuovo canale digitale e che sta trattando con numerose societ&#224 italiane e americane interessate a fornire i propri contenuti utilizzando le strutture della piattaforma. Ben Ammar ha poi confermato di aver avuto un ruolo nella recente operazione di collocamento di azioni Mediaset sul mercato e di aver coinvolto finanziatori esteri in Francia e in America.

Al tavolo della discussione sono state invitate anche le emittenti locali, che per bocca di Filippo Rebecchini (Frt) hanno potuto esporre le loro ragioni. Per Rebecchini, ¿opportunit&#224 ce ne sono. In Europa tutti vanno sul digitale, ma in Italia c¿&#233 la situazione delle locali che va considerata. Non per opporsi a un evento che &#232 in corso, ed &#232 impossibile fermare. Ma le emittenti locali temono il digitale: se non si muovono per tempo, e buona parte degli editori lo hanno fatto. Siamo entrati in Dgtvi. Ci siamo dati da fare sul posizionamento delle emittenti locali, in modo che non avessero il canale 800… Ma soprattutto abbiamo offerto collaborazione. Il problema vero delle locali &#232 il mercato, e lo sar&#224 ancora di pi&#249 con il digitale¿.

Anche Telecom Italia Media investir&#224 nel digitale terrestre, come ha spiegato il presidente, Riccardo Perissich, ¿quasi tutto¿ dei 250 milioni disponibili dopo la vendita alla capogruppo delle attivit&#224 internet Virgilio e Tin.it. ¿Stiamo ancora lavorando¿, ha detto Perissich. ¿E” tutto in una fase di valutazione¿, alludendo forse alle indiscrezioni secondo cui l¿azienda starebbe per rilevare il canale Elefante Tv Telemarket.

Dedicata al dibattito politico la seconda giornata della Conferenza Nazionale sulla tv digitale terrestre. Per Paolo Gentiloni (Margherita), non si deve accettare ¿questa privatizzazione strisciante del digitale: presentato come grande occasione di tv free e arricchimento del pluralismo, non pu&#242 tradursi in una pay per view¿. L¿accusa non &#232 rivolta tanto nei confronti delle imprese, il cui mestiere &#232 fare utili, ma del governo. ¿L”Italia non pu&#242 finanziare una sola faccia del pianeta digitale e non pu&#242 farlo senza che il digitale mantenga le sue promesse di tv generalista free. In sostanza ¿ ha sostenuto Gentiloni ¿ apprezzo l”invenzione della pay per view italiana, ma non pu&#242 essere quella finanziata con centinaia di milioni di euro di fondi pubblici¿. Per Gentiloni, quindi, ¿l”Italia deve investire in tutta la filiera digitale, altrimenti i finanziamenti dello Stato si traducono in un programma di distribuzione di decoder¿. Scettico sul termine per lo switch off, Gentiloni ritiene che ¿la data del 2006 non verr&#224 rispettata e ci saranno solo alcuni switch off regionali¿. Inoltre, la legge Gasparri va cambiata: quattro i punti principali su cui intervenire: reintrodurre dei limiti Antitrust che il Sic ha cancellato; incentivare la tecnologia digitale su tutte le piattaforme e non solo per la tv terrestre; redistribuire le frequenze utilizzando il piano messo a punto dall”Autorit&#224 per le Comunicazioni; separare operatore di rete e fornitore di contenuti.

Anche per Carlo Rognoni (Ds) ¿va ritoccato un quadro normativo che non funziona¿.

Gli fa eco Rodolfo De Laurentiis (Udc): ¿Guardo con terrore alle ipotesi di introdurre un nuovo quadro normativo approvando una nuova legge di settore. Il rischio &#232 quello di creare contraccolpi proprio mentre si stanno iniziando ad avere i primi frutti dalla nuova tecnologia¿.

Qualche dubbio sui termini per lo switchoff sfiora anche la maggioranza. Per Alessio Butti (An), ¿La sperimentazione nelle aree ”all digital” regionali servir&#224 a capire se e come ci potr&#224 essere uno slittamento dei termini¿.

A volere delle modifiche alla attuale normativa &#232 anche l¿Associazione produttori indipendenti. Secondo il presidente, Carlo Degli Esposti, ¿l”attuale o il futuro governo deve modificare le distorsioni normative contenute nella legge Gasparri. In particolare, auspichiamo che la pubblicit&#224, per legge, non venga investita esclusivamente sui network ma in percentuale anche direttamente sul prodotto, anche in misura proporzionale all”audience. Questo darebbe ossigeno ai produttori italiani e ci aiuterebbe a creare finalmente un mercato del prodotto televisivo, che ha valore in s&#233 indipendentemente dal duopolio che lo distribuisce e lo sfrutta¿.

Dal canto suo, il ministro delle ComunicazioniMaurizio Gasparri non ha nascosto la soddisfazione e una punta di orgoglio per il risultato raggiunto. ¿Questo evento &#232 importante ¿ ha detto – perch&#233 qui abbiamo le televisioni, l¿industria, chi fa i contenuti. Perch&#233 ci sono 2 milioni di decoder: una crescita importante; nei primi anni di vita neanche la telefonia mobile ha avuto una crescita cos&#236 potente¿. Sicuro sulla data dello switch off, il 31 dicembre 2006, Gasparri ha annunciato che ¿…si sta meditando di anticipare i tempi, di fare lo switch off in alcune regioni¿. Il ministro ha dichiarato che per le aree ¿all digital¿ sono previsti stanziamenti per 10 milioni di euro nella Finanziaria. E rispondendo a quanti, negli ultimi tempi, hanno criticato l¿operato del governo in materia di digitale terrestre, ha affermato ¿Quello che stiamo facendo &#232 faticoso. Intanto lo stiamo facendo: siamo usciti dalla realt&#224 virtuale. Gli scettici hanno motivo di dolersi, gli artefici motivo di essere orgogliosi. Siamo il Paese di riferimento, stiamo collaborando con Francia, Spagna, Gran Bretagna. Anche la Spagna vuole anticipare il passaggio al digitale al 2010. L¿Europa sta per emanare un documento che incita tutti i Paesi ad andare verso il digitale terrestre e pochi giorni fa la Commissione Europea ha espresso una nota di merito per l¿Italia¿. Gasparri: conferma la data del dicembre 2006 per lo switch off. Gasparri ha poi lanciato un segnale di apertura verso Sky, affermando che anche i decoder per il satellite potranno godere degli incentivi statali, purch&#233 garantiscano lo stesso tipo di prestazione interattiva di quelli per il digitale terrestre. Nessuna discriminazione, dunque.

Il punto di vista della Commissione europea &#232 stato espresso da Fabio Colasanti, Direttore generale della Societ&#224 dell¿Informazione. ¿Al momento vediamo gli inizi di questa trasformazione¿, ha affermato Colasanti. ¿Dal punto di vista dell¿interesse pubblico occorre che il passaggio dall¿analogico al digitale sia fatto rapidamente, non solo per i servizi pi&#249 interessanti, ma perch&#233 permette una utilizzazione pi&#249 efficace delle frequenze e noi siamo in una situazione in cui le nuove tecnologie richiedono sempre pi&#249 frequenze, c¿&#233 scarsezza. L¿utilizzo delle frequenze deve essere armonizzato il pi&#249 possibile, in maniera da creare un mercato per gli operatori e chi produce attrezzature. Si sta lavorando sulle frequenze che saranno liberate, ma &#232 importante che queste frequenze siano armonizzate, non solo in Europa ma anche in altri paesi, come Africa, Paesi arabi, con cui abbiamo scambi frequenti e poi a livello mondiale. Il digitale &#232 una lingua che si sta imponendo dappertutto¿.

La Prima Conferenza Nazionale sulla Tv Digitale Terrestre &#232 stato un evento di grande risonanza, al quale hanno partecipato, anche in veste di uditori, molti rappresentanti del mondo dell¿industria e della comunicazione. Durante le pause dei lavori abbiamo potuto riprendere i commenti di alcuni di loro.

Per Gianni Celata, presidente del Distretto dell¿Audiovisivo di Roma e Lazio, occorre che ¿il governo si impegni in un tavolo dove le grandi imprese che sono coinvolte su queste tecnologie dicano al paese quali sperimentazioni sono disposte a fare per accompagnare lo switch off, anche con azioni importanti di politica industriale¿. Per Celata ¿&#232 assolutamente necessario che questa innovazione non venga lasciata perdere, ma venga utilizzata come un motore di sviluppo della nostra industria elettronica e software. C¿&#233 un Paese che ha le risorse utili per poter fare questa operazione. Bene, il Paese, nella sua massima espressione, il governo, si confronti con questi grandi gruppi, italiani e multinazionali, per vedere come questo switch off si pu&#242 accompagnare con uno sviluppo industriale in un settore di assoluta innovativit&#224¿.

Secondo il direttore di Rai Utile, Angelo Lonardi, al centro di ogni considerazione sul digitale terrestre deve esserci il processo industriale, senn&#242 ¿¿si rischia di fare i conti senza l¿oste, di trovarsi a dover ridefinire i processi, come qualche volta abbiamo temuto e come qualche ipercritico del digitale terrestre ha paventato nelle ultime settimane, proprio perch&#233 non scorgeva un aggregazione interessante¿. Lonardi ha quindi annunciato che dal prossimo mese di maggio Rai Utile lancer&#224 una propria pubblicit&#224 interattiva.

Il punto di vista di uno dei principali costruttori di decoder, la Philips, &#232 stato espresso da Secondo Montrucchio, Responsabile per la tv digitale, secondo cui l¿Italia sta vincendo questa partita per aver scelto l¿interattivit&#224. ¿Un aspetto importantissimo, perch&#233 permette di rendere i cittadini partecipi di questo processo e di creare una rivoluzione che non ha uguale in altri Paesi dove viene utilizzato il digitale in genere, satellite, cavo, terrestre. E¿ importante, perch&#233 l¿interattivit&#224 presuppone un canale di ritorno che non fa parte del mondo broadcast e permette di mescolare due tipologie di reti che sono sempre state distinte¿.(Fine 1a parte)

Per proseguire la lettura:
Prima Conferenza Nazionale sulla TDT: istituzioni e imprese a confronto – 2a parte

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