Musica e televisione, un difficile equilibrio. Le case discografiche francesi chiedono maggiore spazio con l’appoggio del governo

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Europa


Tv e famiglie

Poco spazio per la musica in televisione. Da tempo le case discografiche lamentano questo stato di cose e recentemente il governo francese ha deciso di raccogliere queste istanze, chiedendo a Véronique Cayla, direttrice del Festival di Cannes un rapporto ad hoc.

Si tratta di un primo importante passo verso la pianificazione di un maggior numero di programmi televisivi dedicati alla musica, che però trova reticenti le emittenti, restii a concedere spazi nelle ore di maggiore ascolto.

La situazione richiede una soluzione immediata o, eventualmente, lo studio di vie alternative. In Italia, per esempio, sono previsti alcuni programmi di grande appeal per i giovani, come Top of the Pops, Cd Live, che vanno in onda nel primo pomeriggio di sabato, quando molti giovani stanno davanti alla Tv.

Per soddisfare le due parti, scrive Le Figaro, bisognerà cercare di fare quanto è stato già fatto per le radio: lo scorso anno, le reti e le case discografiche hanno definito degli obiettivi comuni in materia di diversità e di sostegno alla produzione francese. Un accordo reso più facile dal fatto che la radio è già inquadrata in un sistema di quote che impone agli editori di trasmettere una percentuale alta di canzoni francesi.

Al momento non esistono disposizioni di questo tipo per la televisione, e pare proprio che i broadcaster non ne vogliano neanche parlare. Bisognerà, quindi, praticare altre vie per pervenire a un accordo.

  

Le Figaro sottolinea, in questo senso, la buona volontà del Ministro delle Cultura e della Comunicazione, Renaud Donnedieu de Vabres, che ha spinto molto perché le case discografiche e le emittenti televisive firmassero un accordo bilaterale, sulla stessa linea della posizione di Véronique Cayla.

Ma pare che niente si sia mosso, tanto da spingere il ministero a prendere un provvedimento, per cui tre settimane fa è stato nominato un mediatore nella persona di Pierre-François Racine, attuale presidente della Corte amministrativa d’appello di Parigi ed ex direttore generale della Commissione nazionale della comunicazione e delle libertà (CNCL), la cui eredità è stata raccolta dal Consiglio superiore dell’audiovisivo (CSA).

Racine si è messo subito al lavoro, incontrando i responsabili delle emittenti televisive e adesso toccherà ai professionisti della musica.

  

Il ministero, dalla sua, dice il noto quotidiano francese, dovrà prevedere dei mezzi che permettano di misurare i differenti parametri di esposizione della musica in televisione. La neutralità di questi strumenti dovrà, almeno momentaneamente, placare le tensioni tra case discografiche e televisione.

  

Il provvedimento va nella direzione di aiutare il mercato discografico che, nonostante si stia risollevando, sta attraversando una crisi senza precedenti.

Le osservazioni del presidente del Festival di Cannes non sono meno preoccupanti, scrive il quotidiano francese, puntualizzano, infatti, che lo spazio che la televisione prevede per la musica continua a diminuire, ma soprattutto la diversità e le novità sono sempre più rare. Le trasmissioni come Star Academy prevedono spazi per la musica francese, ma non c’è posto per le novità o i nuovi talenti, come invece vorrebbero le case discografiche.