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La proposta di Direttiva sulla brevettabilità dei Software torna nuovamente alla Commissione Ue e si riaccende il dibattito. Per Stanca, ¿scelta opportuna e necessaria¿

Europa



Ancora polemiche intorno alla proposta di Direttiva sulla brevettabilit&#224 dei software, da mesi ormai al centro del dibattito europeo.

Il testo, che avrebbe dovuto essere approvato ieri 17 febbraio dal ministri europei, &#232 stato ritirato per la terza volta dall¿ordine del giorno, come ha lamentato il Commissario Ue al Mercato interno, Charlie McCreevy, che si &#232 detto veramente ¿dispiaciuto¿.

E¿ arrivata infatti la notizia che la Conferenza dei presidenti di gruppo del Parlamento europeo ha nuovamente inviato alla Commissione, come prevede l¿iter legislativo della Ue, la bozza della legge sui brevetti dei software, sottolineando la propria disapprovazione per la legge.

La Commissione Ue ha dichiarato di aver preso atto del nuovo voto del Parlamento e informato che una decisione verr&#224 presa dopo che i Paesi membri avranno discusso l¿argomento, il prossimo 7 marzo.

Graham Watson, leader dei liberali, ha confermato alle agenzie di stampa che &#232 stata chiesta una riconsultazione sulle disposizioni normative che dovrebbero regolamentare la complessa materia della brevettabilit&#224 dei software.

Watson ha aggiunto che, ai sensi dei poteri riconosciutigli in sede comunitaria, il Paralamento Ue pu&#242 chiedere alla Commissione solo una riconsultazione del provvedimento, anche se da parte dei rappresentanti nazionali c¿&#232 proprio la non condivisione della legge cos&#236 come disposta.

Da mesi il disegno di legge sulla brevettabilit&#224 dei software, come predisposto dalla Commissione, ha sollevato diverse polemiche.

I problemi nascono sulla questione se sia necessario prevedere un brevetto anche per i programmi per computer o invece si debba seguire il modello statunitense che prevede di assegnare un software patent per sistemi commerciali su Internet.

Questo progetto di legge oppone i giganti mondiali dell¿informatica, che vogliono poter brevettare tutto, come negli Stati Uniti appunto, dove &#232 possibile brevettare anche le semplici idee, e i fautori del software libero, il cosiddetto freeware, che desiderano lasciare il massimo dei programmi informatici a disposizione di tutti.

Michel Rocard, europarlamentare francese del Partito socialista, &#232 il maggiore oppositore alla brevettabilit&#224 del software. In un¿intervista rilasciata ieri al quotidiano Le Monde, ha spiegato le ragioni di questa posizione.

L¿ex Primo Ministro francese ha chiarito che le polemiche nascono dall¿ampiezza degli interessi coinvolti in questa legge. Rocard dice che intorno alla brevettabilit&#224 dei software circolano cifre esorbitanti, si parla di 35-40 miliardi di dollari l¿anno di royalties.

¿Nessuno contesta che un¿idea sia brevettabile: che si tratti di una successione di parole, di un accordo musicale o di un algoritmo. Si dice che Einstein abbia detto ¿Una formula matematica non &#232 brevettabile¿. Che cos¿&#232 un software? Un insieme di formule matematiche correlate che guida il funzionamento di un computer. Non &#232 quindi brevettabile in quanto tale¿, ha detto Rocard.

Il deputato Ue ha anche precisato che l¿articolo 52 della Convenzione europea sui brevetti del 1972 esclude la brevettabilit&#224 dei software.

Nonostante ci&#242, continua Rocard, l¿Ufficio europeo dei brevetti ne ha concesso circa 30mila in meno di dieci anni.

Il riferimento va poi agli Stati Uniti. Rocard ha sottolineato a Le Monde che negli Usa esistono solo delle leggi quadro sui brevetti, ma non esiste niente di specifico per le invenzioni di software.

L¿iniziale intenzione della Commissione, nel 2002, era di mettere ordine in un ambito legale caotico. ¿Tuttavia – ha evidenziato Rocard – il testo non conteneva alcuna disposizione giuridica che fissava la linea rossa tra ci&#242 che &#232 brevettabile e ci&#242 che non lo &#232¿.

¿Da ci&#242 risultava che il testo della Commissione era permissivo senza alcun chiaro limite¿.

Il Parlamento, in prima lettura, aveva proposto degli emendamenti che prevedevano la brevettabilit&#224 solo per quei software che implicavano ¿la messa in opera delle forze della natura¿.

L¿europarlamentare ha spiegato che cos&#236 era stato fissato un limite che avrebbe consentito di brevettare 15-20% dei software oggi prodotti.

Il 24 settembre 2003, il Parlamento ha adottato questi emendamenti con una maggioranza di 361 voti, 157 voti contrari e 28 astensioni.

Ma questa votazione non &#232 piaciuta alla Commissione e ha determinato la presa di posizione da parte dei grandi gruppi informatici, primo fra tutti Microsoft.

Diverse aziende, non solo americane hanno fatto pressioni sulla Commissione, ha ammesso Rocard, riferendosi a Nokia ad Alcatel.

La Commissione europea si &#232 allora servita di consulenze esterne, da parte di Microsoft e altre societ&#224 informatiche, con cui, ha detto ancora l¿europarlamentare francese, ¿non &#232 mai stato possibile intenderci¿.

¿Per loro ¿ ha sottolineato Rocard ¿ tutto ci&#242 che pu&#242 produrre profitto cessa di essere un motore di crescita¿.

Secondo alcune indiscrezioni, nel corso di un incontro, che si sarebbe tenuto nel novembre 2004, con il primo Ministro danese Anders Fogh Rasmussen, presente anche il Ministro dell¿Economia Bendt Bendtsen e quello alla Ricerca Helge Sander, Bill Gates avrebbe minacciato di chiudere l¿attivit&#224 di Navision in Danimarca se non fosse stata adottata la direttiva sulla brevettabilit&#224. La notizia &#232 stata riportata dal quotidiano finanziario Borsen, nell¿edizione del 15 febbraio scorso. Navision, acquistata nel 2002 dal gruppo americano, impiega 800 programmatori in Danimarca.

Microsoft avrebbe evidenziato che Navision potrebbe essere spostata negli Stati Uniti, dove il diritto sulla propriet&#224 sarebbe protetto da brevetto e non solo dal diritto d¿autore.

Rocard ha anche ricordato che ¿La presidenza Irlandese, riguardo alla quale non possiamo rimanere insensibili al fatto che il suo sito Web venga sponsorizzato da Microsoft, ha tentato di archiviare il dossier come punto A, pronto per essere adottato senza dibattito¿.

Questa mattina, il Ministro italiano per l”Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, intervenendo nel merito della decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo del Parlamento europeo di chiedere alla Commissione Ue di ripresentare la proposta di direttiva sulla brevettabilit&#224 del software, ha parlato di ¿scelta opportuna e necessaria¿.

¿E” quanto mai opportuno ripartire da capo perch&#233, francamente, sia per come &#232 stata condotta tutta la vicenda di ipotesi normativa, che per il risultato proposto non si risolveva assolutamente il problema¿, ha detto Stanca, sottolineando poi che ¿&#232 stata una scelta necessaria in quanto abbiamo bisogno di una indicazione precisa e uguale in tutti i Paesi per delineare in modo preciso ed inequivocabile le aree di brevettabilit&#224. Non sarebbe stato cos&#236, invece, se fosse passata la proposta di direttiva che si stava delineando¿.

Stanca, che nella primavera scorsa su questa proposta aveva prospettato alcuni rischi e richiamando i problemi che si sarebbero determinati per le industrie italiane del settore, in gran parte piccole e medie, ha infine espresso la speranza che ¿ripartendo da capo si possa arrivare ad un risultato migliore¿.

Intanto questa mattina, si &#232 tenuta a Milano, la conferenza stampa ¿No alla brevettazione del software in Italia ed in Europa¿, a cui hanno partecipato, oltre al senatore Fiorello Cortiana, l”europarlamentare austriaca Eva Lichtemberger, Carlo Formenti del Corriere della Sera, Giuseppe Scarano, promotore della mozione contro la Brevettabilit&#224 del software alla Provincia di Milano.

Il tema della conferenza &#232 stato la direttiva in discussione al Consiglio d”Europa, mozione che, come sottolinea Cortiana, ¿metterebbe in grande difficolt&#224 il sistema delle piccole e medie imprese europee e lombarde che operano nell”Information Technology, favorendo le grandi imprese americane ed asiatiche¿.

Per il senatore dei Verdi &#232 necessario che, dopo pi&#249 di due milioni di firme sulla petizione promossa da FFII, dopo una mozione sottoscritta da quasi cento senatori, contro la brevettazione del software, dopo che quasi l”unanimit&#224 del Parlamento Europeo ha chiesto il riavvio del dossier grazie ad una mozione di Eva Lichtemberger, ¿tutte le amministrazioni locali, quelle su cui pi&#249 di tutte avrebbe conseguenze una tale direttiva, prendano l”iniziativa¿.

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Brevettabilit&#224 dei software: il Consiglio Ue annulla il lavoro del Parlamento. Per Stanca Direttiva contraria agli interessi della PMI

S&#236 ai brevetti informatici dall¿Europarlamento, ma con riserve. Contrastanti le reazioni del mondo politico e industriale

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