Ci vediamo domani: a Torino un film-documentario per parlare di giovani con i giovani

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Gioved&#236 17 febbraio, gran debutto a Torino per il film-documentario di Alberto Coletta, Ci vediamo domani.

Come ci informa una nota, questo film si dispiega tra banchi di scuola, interrogazioni e dediche sul diario, intervalli, musica e palline, a casa, tra libri, Tv e genitori. E visualizza promesse di amicizia e litigi, sogni e timori per il domani.

La macchina da presa osserva per un intero anno scolastico, semplicemente, restituendone una descrizione puntuale, costruendo un film sottovoce, sempre discreto e delicato, ma al contempo intrusivo e smascherante che si propone come percorso di conoscenza. &#200 con questo sguardo che l¿autore si &#232 accostato alla classe: con occhi vergini, pronto ad accogliere la realt&#224 che fluiva davanti all¿obiettivo. Ed &#232 con questa realt&#224 che si &#232, solo una volta terminate le riprese, cercato uno sguardo con cui guardarla e ragionarla e si &#232 trovata una storia ¿ la storia ¿ da raccontare.

&#200 l¿ultimo anno della scuola dell¿obbligo, &#232 il momento della verifica, il periodo caratteristico in cui tutti i giovani, di ogni tempo e luogo, si trovano a dover affrontare i primi confronti con il mondo e con se stessi, le prime prove, il costituirsi delle priorit&#224, la consapevolezza dei propri limiti. Attraverso la loro voce e le loro corse, le parole dette e le azioni mancate, emerge l¿universalit&#224 di questa panoramica che diventa lente di ingrandimento sui ragazzi e sui ragazzi che sono diventati adulti.

Cine Citt&#224 News parla di un film piuttosto atipico perch&#233 a differenza di altri documentari sulla scuola, adotta il punto di vista degli adolescenti. ¿Il nostro target sono loro e, in seconda battuta, gli adulti a cui vorremmo far ricordare le emozioni del passato¿. Nel film emergono le personalit&#224 di 3 studenti: ¿Carmelo &#232 quello che pi&#249 avverte il peso della famiglia sul rendimento scolastico, Ignazio &#232 il leader della classe, buffo e socievole, autonomo dalla famiglia, Sabrina vive un conflitto con se stessa e con un rendimento non brillante¿.

Secondo La Stampa ¿Torino Sette, il film prova a ¿suscitare nello spettatore un¿emozione per un¿et&#224 fragile: il ricordo dei tredici anni, dei suoi tredici anni¿.

¿Ci vediamo domani¿ &#232 il saluto consueto col quale si congedano gli studenti. Ma siamo anche in terza media, perci&#242 il loro domani sar&#224 in scuole diverse e in cammino verso l¿et&#224 adulta, scrive La Stampa.

Per Coletta, ¿Ci vediamo domani¿ rappresenta aspettative, sogni e paure legate al domani per i ragazzi e i loro genitori. Ma non solo.

Il regista aggiunge: ¿Ci vediamo domani, una frase semplice, che per&#242 apre tante sfaccettature quante sono quelle che il film intende mostrarci, che propone spesso uno scarto tra il significato che attribuisce l¿adulto e quello che attribuisce il ragazzo, che suggerisce la distanza che sussiste tra il significato apparente e quello pi&#249 profondo, inquieto, difficile da elaborare, che il film tenta di percorrere in punta di piedi¿.

Coletta, dopo aver frequentato la Scuola Civica di Cinema di Milano nel 1994, ha lavorato per produzioni italiane (Stefilm e Zenit) come assistente regia, film-maker, montatore e cameraman.

Dal 1997 collabora all¿organizzazione del workshop Documentary in Europe e dal 2000 con altri documentaristi italiani, alla fondazione dell¿associazione Documentary in Europe, di cui dal 2004 &#232 anche vicepresidente.

L¿associazione ha come scopo di operare per la valorizzazione, promozione, divulgazione della cultura cinematografica e televisiva documentaria in tutte le sue forme, con particolare riguardo a quella europea ed internazionale. Dal 2001 lavora con la Cooperativa Animazione Valdocco. (r.n.)

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