Italia
Lunedì 29 novembre 2004 sarà presentato a Milano, Palazzo Mezzanotte, il nuovo libro di Elserino Piol, presidente Pino Partecipazioni e membro dell¿advisory board di Key4biz.it, ¿Il sogno di un¿impresa – Dall¿Olivetti al venture capital: una vita nell¿Information Technology¿.
L¿appuntamento sarà un importante momento di confronto con l¿autore sui principali temi affrontati nel libro, dalla mancanza di una industria tecnologica italiana alle strada da percorrere per colmare il gap competitività-innovazione.
Presenti Giampio Bracchi, Massimo Capuano, Carlo De Benedetti, Adriano De Maio, Sandro Frova e Luciano Gallino.
Il dibattito sarà moderato da Alessandro Plateroti de Il Sole 24 Ore.
Key4biz.it ha rivolto qualche domanda a Elserino Piol, tra l¿altro presidente di Elitel.
K4B. Da dove è nata l¿idea di scrivere questo libro?
R. Quando si ha la grande fortuna di lavorare per oltre cinquant¿anni nei settori dell¿informatica e delle telecomunicazioni si ha la tentazione di lasciare una testimonianza sull¿esperienza acquisita. Inoltre ero stanco di sentire o leggere cose superficiali su Olivetti, come ad esempio che sia stata un¿azienda che abbia investito poco in ricerca e sviluppo, che il suo periodo d¿oro sia concentrato soltanto negli anni ¿50/primi anni ¿60, più in generale che non sia stata sufficientemente analizzata come una grande realtà industriale dell¿Information Technology.
Olivetti è stata un¿azienda meravigliosa che sembra sia stata distrutta con metodo e che oggi manca all¿Italia. Ho dunque deciso di scrivere un libro che ricordasse gli uomini e le donne che ho avuto la fortuna di conoscere e tracciare il ruolo che Olivetti ha davvero giocato sul piano non solo italiano ma internazionale dal 1953 fino alle soglie del 2000.
K4B. Quali sono stati i periodi più brillanti di Olivetti?
R. Ci sono stati due decenni d¿oro, certamente gli anni ¿50, gli anni di Adriano, ma anche gli anni di personaggi meno noti ma importantissimi come Ugo Galassi e Guido Trevese che hanno impostato l¿organizzazione commerciale di Olivetti, uno dei punti di forza di Olivetti nell¿ambito dei prodotti per ufficio e dei sistemi di calcolo prima e poi dei PC e dell¿informatica, e di Roberto Olivetti. Di questo periodo si è parlato molto, sotto diversi aspetti. Io ho voluto sottolineare soprattutto la realtà industriale di Olivetti in quegli anni e il suo posizionamento nel mercato.
Il secondo periodo d¿oro è quello degli anni ¿80, contrassegnato dall¿ingresso di Carlo De Benedetti: sono anni formidabili per Olivetti di cui si é parlato sino a oggi molto poco. Sono gli anni delle grandi alleanze: l¿accordo con St. Gobain, una grande alleanza paneuropea, l¿accordo con l¿AT&T (vedi scheda) la più grande azienda mondiale; i primati raggiunti in quel decennio: Olivetti è la nona azienda a livello mondiale nell¿Information Technology e la terza azienda nei personal computer.
K4B. Cosa fare da grandi?
R. Nel mondo IT operano i miei figli: Alessandro negli Stati Uniti, come venture capitalist; Andrea, in Italia, come dirigente di un¿azienda software. Vorrei poterli seguire in questi anni di grande cambiamento. Ma vi è un¿area in cui credo di poter dare ancora il mio contributo. Ed è il venture capital in Italia, nonostante il pessimismo di molti. Il venture capital è lo strumento più efficace per l¿innovazione e la crescita di una seria attività di venture capital certamente contribuirà a migliorare la competitività del sistema Italia.
Questo quanto ci ha dichiarato Elserino Piol, commentando i motivi di fondo che lo hanno portato alla stesura di quest¿ultimo libro che ripercorre l¿esperienza professionale dell¿autore.
Dall¿angolazione dei diversi ruoli assunti nell¿azienda Olivetti, da un rigoroso filo della memoria, dalle persone incontrate fra cui molti personaggi di primo piano come Ottorino Beltrami, Carlo De Benedetti, Renato Soru e Bill Gates.
Ne viene fuori un libro intenso, che ripercorre per la prima volta l¿intera storia di Olivetti e nello stesso tempo le tappe più significative dell¿Information Technology, mettendo in luce temi di grande attualità come la mancanza di una industria tecnologica italiana e le strade da percorrere per colmare il gap.
In questo lungo racconto che parte nel 1953 e arriva ad oggi, la narrazione di fallimenti e di vittorie, le descrizioni di strategie produttive, politiche commerciali e mercati esteri, danno vita a importanti pagine di storia d¿impresa e dell¿economia italiana.
Un racconto appassionante e appassionato come solo le storie vere possono essere, un libro di grande respiro, che può essere suddiviso in 3 parti, tutte collegate dal leitmotiv dell¿innovazione.
Una prima parte riguarda la storia maggiormente nota al pubblico italiano, quello dell¿azienda Olivetti come realtà industriale creata da Adriano, l¿avventura dell¿elettronica, il piano di intervento, il passaggio verso l¿informatica, gli anni di Ottorino Beltrami e di Marisa Bellisario.
Segue poi una seconda parte, quella centrale del libro, contraddistinta dall¿ingresso di Carlo De Benedetti nel 1978.
Sono gli anni delle grandi sfide Olivetti quelli delle grandi alleanze, di fatti, strategie, uomini, politiche che hanno condotto l¿azienda a diventare prima protagonista nell¿IT, poi precursore con la creazione di Omnitel nelle telecomunicazioni fino all¿amara trasformazione in una scatola finanziaria.
Il libro si conclude con una terza parte, quella che ripercorre i anni più recenti, dal 1996 ad oggi, con le esperienze di Piol nel venture capital come advisor di KIWI I e KIWI II, l¿incontro con Soru, la nascita di Tiscali, la net economy, il ruolo e il contributo dei capitali di rischio nel sostenere l¿innovazione e nel recupero di competitività al sistema paese Italia. Temi, questi ultimi, aperti intorno ai quali istituzioni, imprenditori, rappresentanti della finanza e del mondo accademico, stanno individuando proposte e piani per lo sviluppo.
¿Si è spesso affermato che l¿Italia è priva da tempo di una politica industriale. Come traspare dalle vicende qui narrate, ciò è vero soltanto in parte (¿) Leggendo le memorie di Piol, ci si può fare un¿idea più chiara di quella che potremmo chiamare la politica industriale sommersa dei governi italiani. E non solo quella attinente all¿Information Technology¿. (dalla prefazione di Luciano Gallino).
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