I rischi di Internet: nasce la Scuola on line di educazione ai media. Intanto diminuiscono i siti pedofili italiani

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In un¿epoca in cui comunicazione e Internet vanno ormai a braccetto, appare essenziale sottolineare l¿importanza di una corretta educazione ai nuovi mezzi di informazione, soprattutto dal momento che sono sempre di pi&#249 i minori che navigano la Rete.

Per questo ci sembra giusto dare spazio alle diverse iniziative, studi e progetti volti a indirizzare adulti e ragazzi verso un corretto approccio agli strumenti che la tecnologia mette a disposizione.

Molto interessante, ad esempio, l¿iniziativa promossa dall”Osservatorio sui Diritti dei Minori che ha lanciato il 18 novembre la Scuola on line permanente di educazione ai media, con il patrocinio del ministero delle Comunicazioni e la collaborazione del dipartimento di Psicologia dell”Universita” di Pavia e dell”Associazione nazionale sociologi.

¿Il progetto – spiega il sociologo Antonio Marziale, presidente del Comitato Scientifico dell¿Osservatorio sui Diritti dei Minori – consiste nella periodica messa in rete di lezioni, tenute da esperti di chiara fama in materia, allo scopo di stimolare un approccio costruttivo da parte dei soggetti in divenire con il mondo della tecnologia applicata alle comunicazioni di massa, che ha finito per soppiantare in termini di quantit&#224 di tempo le primarie agenzie di socializzazione, e di favorire la riduzione del gap generazionale acuito proprio dall¿avvento tecnologico. Un progetto di sicura e sperimentata utilit&#224 etica, sociale e culturale – conclude Marziale – destinato a divenire nel tempo un imponente centro documentale in materia di comunicazione-media-minori¿.

Direttore del progetto &#232 Maria Assunta Zanetti, professore associato di Psicologia dello Sviluppo e dell¿Educazione presso l¿ateneo pavese, secondo la quale: ¿Il progetto intende fornire risposte concrete ai segnali di sofferenza dell¿et&#224 evolutiva, spesso destinati a scivolare nel silenzio a causa dell¿incapacit&#224 adulta di ascoltare. Puntiamo sulla necessit&#224 etica di interpretare l¿informazione come ¿IN-FORMAZIONE¿ per agevolare il successo di prospettive morali pi&#249 responsabili legate alla fruizione dei media tecnologici¿.

La prima lezione &#232 incentrata sui rischi connessi all”uso di Internet, da quelli attinenti alla legalit&#224 a quelli pi&#249 legati alla sfera psicologica. Relatore &#232 Marco Strano, direttore tecnico capo psicologo della Polizia di Stato, uno dei maggiori esperti internazionali di problematiche psicologiche e criminologiche connesse alle nuove tecnologie.

¿Una parte della lezione &#232 dedicata al rischio che internet divenga un ¿rifugio della mente¿ – spiega Strano – e che la fruizione esagerata di tale mezzo possa provocare disagio psicologico nei giovani web-surfer¿.

Il progetto si avvale di importanti e qualificate partnership, fra le quali: il Consiglio Regionale della Lombardia, la Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria, l¿Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, il Comune di Pavia e il Credito Bergamasco.

Sempre in ambito dei rischi legati all¿uso di internet, &#232 stato presentato ieri a Roma il secondo rapporto su ¿Pedo-pornografia: chi sono le vittime e quali i rischi su Internet?¿ di Save the Children, la pi&#249 grande organizzazione internazionale indipendente di tutela e promozione dei diritti dell¿infanzia.

Secondo quanto emerge dal rapporto, l¿attivit&#224 di contrasto della pedo-pornografia su Internet da parte delle hotline e delle Forze dell¿Ordine sta producendo buoni risultati.

Tuttavia sono pochissime nel mondo le vittime finora identificate di questa forma di abuso sessuale.

Maggiore attenzione inoltre deve essere data all¿educazione di ragazzi e adulti sui rischi che Internet e le nuove tecnologie possono comportare.

Il Rapporto, presentato a Roma nell¿ambito di una Conferenza Stampa a cui hanno partecipato anche l¿on. Maria Burani Procaccini Presidente della Commissione Bicamerale per l¿Infanzia e il prof. Giovanni Bollea neuropsichiatra infantile, si colloca nell¿ambito di Stop-It, il progetto di Save the Children Italia che attraverso il sito http://www.stop-it.org/raccoglie segnalazioni di materiale pedo-pornografico casualmente incontrato in rete.

Le segnalazioni passano al vaglio del team di operatori di Save the Children e, qualora giudicate potenzialmente illegali, vengono girate alla Polizia Postale se relative a materiale residente in Italia, e anche alle hotline di Inhope (associazione che raccoglie 20 hotline di 18 paesi del mondo), qualora si tratti di materiale localizzabile in uno dei paesi in cui risiedono tali hotline.

Tra il novembre 2002 e il settembre 2004 Stop-It ha ricevuto 4664 segnalazioni pari a 203 al mese. Quelle considerate potenzialmente illegali e quindi girate alle autorit&#224 competenti sono state 1553: il 74,3% &#232 costituito da siti e spazi web, il 10,7% da spam, il 6,8% da Newsgroup, il 5,1% da condivisione di file (peer to peer).

Analizzando l¿andamento delle segnalazioni, si registra una flessione, essendo passate dal 38,96% (sul totale di quelle ricevute) nel primo anno al 29,48% nel secondo.

Analoga tendenza si registra prendendo in esame le sole segnalazioni relative a siti pedo-pornografici residenti in Italia: nel semestre aprile-settembre 2004 la media di tali segnalazioni &#232 scesa al 3,8% rispetto al 9,72% dell¿intero biennio 2002-2004.

¿La generale diminuzione di materiale pedo-pornografico localizzato su siti, pagine web e spazi liberi, e, in particolare, di quello residente su server italiani, &#232 un dato positivo¿, commenta Roberta Cecchetti, Coordinatrice del Progetto Stop-It di Save the Children Italia.

¿Questo dato si spiega con la maggiore attenzione al problema da parte delle Istituzioni e del settore privato e con una pi&#249 incisiva attivit&#224 di contrasto portata avanti dalle Forze dell¿Ordine e da hotline come Stop-It. Tuttavia nella crescente opera di repressione¿, prosegue la Coordinatrice di Stop-It, ¿resta aperto e senza risposte adeguate il problema dell¿individuazione delle vittime di pedo-pornografia, ovvero dei bambini le cui immagini circolano infinite volte in rete¿.

Dal 1998 a oggi sono stati 145.587 i siti web monitorati dalla Polizia Postale italiana, 138 quelli illegali residenti in Italia, 2273 le perquisizioni effettuate, 115 gli indagati sottoposti a provvedimenti restrittivi, 4 i bambini identificati.

Ma chi sono i bambini vittime di pedo-pornografia?

Il progetto Copine (Combating Paedophile Information Networks in Europe) dell¿Universit&#224 di Cork, Irlanda, che fino ad agosto 2004 ha gestito uno dei pi&#249 grandi database di immagini pedo-pornografiche rende noto che delle 150.000 foto e oltre 400 video, pi&#249 della met&#224 rappresenta bambine ritratte in attivit&#224 sessuali esplicite e soggette a violenze sessuali.

Circa il 40% delle bambine e oltre il 50% dei bambini ha un¿et&#224 compresa fra 9 e 12 anni, il 10% ha un¿et&#224 ancora inferiore. Nella grande maggioranza dei casi i bambini sono bianchi dai tratti indo-europei; in genere i bambini asiatici appaiono in immagini dove assumono pose erotiche, pi&#249 o meno esplicite.

Le immagini pedo-pornografiche vengono diffuse attraverso canali commerciali e non-commerciali. I siti pedo-pornografici commerciali sono spesso indicizzati sui motori di ricerca oppure &#232 possibile accedervi attraverso siti pornografici apparentemente legali e pubblicizzati attraverso lo spamming.

Esiste poi il canale non commerciale, utilizzato da chi ha come interesse quello di soddisfare le proprie pulsioni sessuali. Il materiale prodotto e diffuso &#232 quasi sempre ¿amatoriale¿, ovvero consta di immagini prodotte con strumenti ¿artigianali¿ in ambienti ¿familiari¿.

Save the Children pone l¿accento anche sui rischi legati all¿uso dei nuovi media da parte dei pi&#249 piccoli, un tema pi&#249 volte ribadito e sottolineato anche dal 5° Rapporto Nazionale sulla condizione dell¿infanzia e dell¿adolescenza, condotto da Eurispes e Telefono azzurro e presentato stamani a Roma.

Nel 2002 erano circa 2.5 milioni i bambini di et&#224 compresa fra i 2 e i 13 anni connessi alla rete, mentre nel 2003 il 90% dei giovani possedeva un telefono cellulare.

I rischi derivanti da un uso non consapevole delle nuove tecnologie sono quelli di un¿esposizione a contenuti non sempre a misura di bambino e, in certi casi anche di essere contattati da adulti per fini sessuali.

I minori ¿on-line¿ inviano e ricevono sms, chattano, frequentano le communities, luoghi virtuali dove ci si incontra in Internet. E¿ in questa fitta rete di scambi che spesso si inseriscono i pedofili, che cercano di mettersi in contatto col minore, di guadagnarne la fiducia e costruire con lui un rapporto esclusivo al fine di ottenere un incontro.

La rete rappresenta dunque un luogo in cui &#232 molto facile imbattersi in malintenzionati che cercano di carpire la fiducia dei pi&#249 giovani per ottenere.

Certo non si pu&#242 dire che Internet sia la causa del fenomeno, ma sicuramente contribuisce alla sua espansione, grazie a una struttura che favorisce l¿anonimato dei navigatori.

Tuttavia Internet &#232 e resta, prima di tutto, anche un formidabile strumento attraverso il quale i minori possono reperire informazioni, comunicare e dare spazio alla loro creativit&#224.

L¿approccio pi&#249 efficace &#232 quindi quello di fornire a bambini e ragazzi un¿informazione equilibrata sia sulle opportunit&#224 che sui rischi della rete. La responsabilizzazione del minore, favorita dalle accresciute capacit&#224 di difendere la sua persona, la conoscenza e comprensione del rischio rappresentano la migliore risposta al problema della sicurezza dei minori in rete.

Pedo-pornografia: chi sono le vittime e quali i rischi su Internet?

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico