Parte la guerra ai pirati del cinema: denunce a raffica anche per chi scarica un solo film

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Detto, fatto! Le major cinematografiche avevano preannunciato un¿ondata di azioni legali contro i pirati del cinema, e nono sono tardate ad arrivare.  

I maggiori studios di Hollywood hanno avviato una serie di denunce contro gli utenti sospettati di avere scambiato film via Internet. Gli utenti, identificati per ora solo col numero privato di accesso al Web, rischiano 30mila dollari di multa per violazione delle leggi in materia di proprietà intellettuale.

La sanzione arriva fino a 150mila dollari, se l’utente in questione sapeva di infrangere le norme sul copyright.

¿Non ha importanza se le azioni legali sono contro 10 o 500 persone – ha dichiarato John Malcolm, vicepresidente della Motion Picture Association of America (MPAA)  La cosa più importante è che si capisca che non c’è impunità contro questo reato¿.

 

Alcuni utenti si sono visti recapitare a casa l’avviso di garanzia per aver scaricato un solo film, come il recentissimo Spider-Man 2 o Troy.

Hollywood vuole frenare con tutti i mezzi a disposizione la pirateria di film in Rete, contando anche sulla collaborazione di imprese tecnologiche.

Lo ha fatto capire chiaramente il nuovo presidente della potente MPAA Dan Glickman, che dallo scorso settembre ricopre il posto che era stato per tanti anni di  Jack Valenti.

¿l’avvento delle nuove tecnologie offre nuove opportunità e nuove sfide¿, ma ci pone davanti anche alla minaccia della pirateria, ha dichiarato Glickman.

¿Ho già annunciato ¿ ha continuato¿ che perseguiremo tutti coloro che rubano film sulla Rete. E¿ una tappa importante. La pirateria rappresenta una grave minaccia per l’industria cinematografica¿.

Da qui la necessità di lanciare una dura campagna, come del resto già avviata dalle major discografiche, per portare in tribunale tutti gli utenti che scaricano illegalmente film dalla Rete.

 

La pirateria, che costa più di 3 miliardi di dollari l’anno agli studios, ¿rende più del narco-traffico e, diversamente da questo, non prevede rischi¿, ha precisato Glickman. Coloro che scaricano film dalla Rete, pensano di agire nell’anonimato e di non rischiare nulla per i loro furti. ¿Hanno torto. Noi sappiamo chi sono, e li perseguiremo legalmente¿, ha rilanciato il presidente della MPAA.

 

Secondo la MPAA, l’industria del cinema impiega circa 1 milione di americani e la pirateria di film minaccia una fetta importante dell’economia del Paese.

La pirateria di film, rappresenta per l’industria mondiale del cinema, un mancato guadagno annuo di circa 3,5 miliardi di dollari ¿senza contare le perdite subite per i centinaia di migliaia di downloading illegali che avvengono ogni giorno dalla Rete¿, ha sottolineato la MPAA.

 

Tra le nuove iniziative della MPAA, anche quella di offrire gratuitamente agli utenti un software capace di rintracciare i contenuti piratati che si trovano sull’hard-disk del computer e di individuare e cancellare eventuali collegamenti a piattaforme di file-sharing.

A detta dei promotori, questo programma potrebbe rivelarsi molto utile per i genitori i cui figli scaricano illegalmente dalla Rete.

l’obiettivo è quello di permettere agli utenti che hanno violato le norme in materia di copyright di mettersi in regola.

 

l’offensiva avviata dalla MPAA, che segue una massiccia campagna di informazione avviata dall’inizio dell’estate, si pone sulla stessa linea di quella iniziata nel settembre 2003 dall’associazione americana dell’industria discografica (Recording Industry Association of AmericaRIAA), in nome delle major, Universal, SonyBMG, Warner ed EMI, che accusano i pirati online della crisi delle vendite di CD dal 2000 a oggi.

La RIAA si è anche lanciata direttamente contro i singoli utenti e non più solo contro gli Internet service provider o i gestori delle piattaforme gratuite di scambio.

In un anno, circa 5.000 utenti delle reti peer-to-peer sono stati indagati, e un caso su cinque si è risolto in via stragiudiziale, secondo quanto riferiva la RIAA a fine agosto.

Allo stesso tempo, si è assistito a un aumento notevole delle piattaforme legali, come l’iTunes Music Store di Apple, che stanno registrando un gran successo presso gli utenti.

 

Il parere comune è che avviare delle azioni legali non sia lo strumento più efficace per fermare la pirateria, anche se sicuramente contribuisce.

Gli esperti ritengono invece necessaria l’adozione di disposizioni normative che vadano nel senso della protezione dei contenuti digitali coperti da copyright, ma che tengano anche conto dei mutati tempi.

Nella società di oggi, le case cinematografiche, come quelle discografiche, non possono prescindere dal considerare Internet un canale di diffusione notevole.

Forse una politica di riduzione dei prezzi dei Cd e dei Dvd, accompagnata dalla messa online di piattaforme legali per scaricare musica e film, metterebbe le major sulla giusta via e permetterebbe agli utenti di rispettare le leggi.

 

 

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Raffaella Natale

 

 

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