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Operazione Newsletter: Buongiorno Vitaminic collabora pienamente alle indagini per dimostrare che non esiste reato

Italia



In merito alle indagini della Procura di Milano in materia di privacy che hanno coinvolto negli scorsi giorni la società, Buongiorno Vitaminic si appresta a sottoporre al Pubblico Ministero la versione dei fatti per chiarire la propria posizione giudiziale e chiedere, a comprova delle proprie tesi, un approfondimento delle indagini sull’accaduto.

 

In una nota dell’azienda, Mauro Del Rio, fondatore, presidente e azionista di riferimento di Buongiorno Vitaminic, afferma: ¿Siamo tranquilli e vogliamo essere pienamente collaborativi con gli organi giudiziari. Con Andrea Casalini (Ad di Buongiorno, ndr), i nostri legali e il responsabile del trattamento dei dati abbiamo definito la situazione e stiamo per consegnare la memoria legale al magistrato¿.

¿Per chiarire fino in fondo la nostra posizione ¿ ha aggiunto Del Rio – daremo alla magistratura, non solo le prove del diverso andamento dei fatti oggetto dell’indagine rispetto a quanto descritto nella denuncia, ma anche elementi utili a comprendere quanto il nostro modus operandi sia rispettoso delle leggi in vigore¿.

 

Del Rio spera che sia questa l’occasione per chiarire, una volta per tutte, ¿la correttezza delle nostre pratiche commerciali, dei nostri processi operativi e dei nostri strumenti tecnici riguardo alle normative in materia di privacy¿.

 

Il presidente di Buongiorno Vitaminic si ritiene dispiaciuto che, a fronte di sforzi che collocano il Gruppo tra le aziende più avanzate del mondo nella gestione dei temi di permission (trattamento dei dati), ¿¿permanga da parte di alcuni un pregiudizio negativo che, senza alcun riferimento alla realtà dei fatti, continua a confondere chi semplicemente raccoglie indirizzi e diffonde messaggi eMail con chi, come Buongiorno, si occupa in modo professionale di marketing digitale¿.

 

Lo scorso 3 novembre i vertici di Buongiorno.it sono stati denunciati dal Nucleo Regionale della Polizia Tributaria di Milano per illecito trattamento dei dati personali” e per accesso abusivo a un sistema informatico.

La società ha immediatamente negato ¿nel modo più assoluto di aver continuato a gestire una lista di terzi dopo la risoluzione del contratto, voluto da Buongiorno stessa, nell’ambito di un programma di miglioramento degli standard di gestione e tutela della privacy, imposto da Buongiorno alle terze parti ospitate sulla propria piattaforma¿.

In una nota, Buongiorno Vitaminic si è subito dichiarata tranquilla di poter chiarire completamente presso le Autorità competenti la posizione propria e dei propri manager, che è ¿assolutamente corretta dal punto di vista dei rapporti contrattuali con terzi, del rispetto delle normative sulla Privacy e, in generale, della fairness commerciale e professionale¿.

 

La società come persona giuridica è stata indagata in base alla legge 231 del 2001 che impone la costituzione di determinati modelli organizzativi al fine di prevenire gli illeciti.

Il Gruppo, denunciato dalla Guardia di Finanza e per la quale il pm Gianluca Braghò ha chiuso le indagini, ha ammesso l’avviso giunto a carico dell’Amministratore delegato, del Responsabile trattamento dati e della società stessa in seguito agli accertamenti fatti dalla Procura della Repubblica di Milano sul sito Buongiorno.it riferibile alla società.

 

Secondo le ipotesi mosse al termine dell’operazione di accertamenti di polizia denominata Newsletter, la Guardia di Finanza avrebbe accertato un illecito trattamento dei dati personali di oltre 450mila persone. Questo nell’ambito di un’ inchiesta che sta proseguendo, visto che la società oggetto dell’indagine gestisce infatti in via diretta o indiretta altri database contenenti i dati personali di quasi 50 milioni di utenti italiani e stranieri iscritti a varie newsletter. Si tratta della prima operazione di questo genere dall’entrata in vigore del nuovo testo unico sulla privacy.

 

In particolare secondo gli accertamenti, è stato ricostruito che la società era stata incaricata di gestire, per conto di un’altra impresa online, il database degli iscritti a una newsletter abbinata a un noto sito Internet, Fuorissimo.it. Dopo la risoluzione del contratto con il titolare del sito, la società secondo gli investigatori avrebbe continuato a utilizzare il sistema informatico di gestione del servizio di newsletter inviando migliaia di eMail pubblicitarie agli abbonati senza averne chiesto il preventivo consenso. Si tratta del fastidioso, quanto dilagante, fenomeno conosciuto tra gli utenti Internet come spamming.

 

Secondo l’accusa da qui è derivato un immediato e rilevante vantaggio per il mancato pagamento degli introiti al titolare del sito e per l’abusiva diffusione dei messaggi pubblicitari. Inoltre, vi sono stati in base agli accertamenti problemi per gli utenti che in molti casi si sono trovati nell’impossibilità di eliminare i messaggi non autorizzati dalla propria casella di posta elettronica.

Gli elementi acquisiti nell’inchiesta sono stati comunicati dalle Fiamme Gialle anche al Garante per la protezione dei dati personali che dovrà ora pronunciarsi su un¿eventuale sanzione amministrativa a titolo di risarcimento danni che può arrivare fino a 250 euro per ogni comunicazione indesiderata.

 

Più specificamente, dal 2002 Buongiorno, per prima in Europa, ha adottato nell’ambito della procedura di raccolta dei dati personali degli iscritti alle newsletter proprietarie la regola del double opt-in, ovvero la richiesta agli utenti di confermare una seconda volta l’iscrizione a ricevere informazioni e pubblicità via eMail.

l’azienda spiega che questa procedura del double opt-in non è richiesta dalle leggi italiane e europee ed è tuttavia considerata la best-practice nel settore. Oltre ad adottare questa regolamentazione per le newsletter di cui è editore, a partire dal 2003, Buongiorno ha richiesto a tutte le terze parti proprietarie di newsletter che utilizzavano la piattaforma di distribuzione di Buongiorno e usufruivano della forza vendita della concessionaria Buongiorno per raccogliere proventi pubblicitari, di adottare a loro volta la procedura di double opt-in.

 

Buongiorno ha poi deciso di interrompere la collaborazione con numerosi list-owner, che non intendevano adeguarsi a tale prassi. Le indagini nascono dalla denuncia di un terzo proprietario di una lista ospitata che si era rifiutato di uniformarsi alle best practice indicate da Buongiorno.

 

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Raffaella Natale

 

 

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

 

´Accuse prive di fondamento´. Buongiorno Vitaminic ribatte con forza alla denuncia di spamming

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