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Finmatica firma un¿intesa con i sindacati per evitare 162 licenziamenti

Italia



Finmatica e i sindacati hanno raggiunto un accordo, firmato al ministero del Lavoro, per evitare la procedura di mobilit&#224 per 162 lavoratori dell”azienda. L¿intesa prevede la trasformazione in cassa integrazione straordinaria dei licenziamenti chiesti dall”azienda. I siti coinvolti dagli esuberi dichiarati dall”azienda sono quelli di Roma, Bari e, prevalentemente, Salerno. Finmatica, che occupa complessivamente 450 addetti, &#232 inoltre presente nel sito di Brescia.

I 162 lavoratori, spiega una nota della Fim-Cisl, verranno posti in cigs per 12 mesi, durante i quali sono previsti corsi di riqualificazione del personale finalizzati alla sua ricollocazione.

Sono stati individuati altri strumenti per gli esuberi come la collocazione presso altre aziende, la mobilit&#224 verso la pensione per coloro che raggiungono i requisiti e l”applicazione delle dimissioni volontarie.

¿A tale proposito – prosegue il comunicato – le parti hanno deciso di proseguire il confronto alla Presidenza del Consiglio, con il coinvolgimento delle istituzioni, per individuare percorsi che portino al reimpiego¿.

Il 18 ottobre scorso, la societ&#224 ha sospeso l”assemblea rinviando l”incontro con i soci al 3 novembre, e con esso l”eventuale decisione sulla liquidazione, per approfondire ulteriormente le discussioni in corso con Opera 21. A quella data il Cda sar&#224 in grado di “riferire all”assemblea la propria valutazione conclusiva sulla proposta di Opera 21“, come abbiamo letto in una nota dell¿azienda.

Opera 21, secondo quanto riferisce Finmatica, si dice infatti pronta ad iniziare l”attivit&#224 di due diligence sulla societ&#224 informatica bresciana, ritenendo che le trattative con l”azienda, l”azionista di maggioranza, Pierluigi Crudele, e le banche possano concludersi nell”arco delle prossime quattro settimane.

In una lettera inviata a Finmatica e a Crudele, Opera 21 ha precisato e integrato alcuni aspetti della manifestazione di interesse gi&#224 fatta pervenire in precedenza. La societ&#224, ha riferito Fimatica, “una volta esaurita la due diligence, raggiunti gli accordi che sanciranno l”operazione di ricapitalizzazione e salvo che la societ&#224 non sia messa in liquidazione ovvero ammessa a procedure concorsuali, conferma la propria disponibilit&#224 a procurare alla societ&#224, ovvero far s&#236 che la societ&#224 ottenga i mezzi finanziari necessari a far fronte alla gestione corrente fino alla conclusione dell”operazione di ricapitalizzazione, per un importo massimo di 4 milioni di euro”.

La lettera, e i mezzi finanziari per la gestione corrente ai quali si fa riferimento, fanno ritenere a Finmatica “l”adeguatezza dell”operazione proposta da Opera 21 e testimonia la seriet&#224 del suo interesse“.

Il Cda dell”azienda ha cos&#236 deciso di proseguire nelle discussioni con la societ&#224 e approfondirle ulteriormente, differendo l”adozione dei provvedimenti previsti dal codice civile in merito al capitale, che “allo stato non potrebbero essere altro che quelli relativi alla liquidazione“.

Al 3 novembre, tuttavia, il Cda di Finmatica non ritiene che saranno stati gi&#224 conclusi gli accordi che sanciranno l”operazione di ricapitalizzazione, da parte di Opera 21, e quindi renderanno possibile proporre ai soci di assumere le delibere necessarie alla ricapitalizzazione della societ&#224, in luogo di quelle relative alla liquidazione.

Se l”esito dei colloqui con Opera 21 sar&#224 positivo, insomma, il Cda di Finmatica il 3 novembre indicher&#224 ai soci i successivi passaggi dell”operazione.

Quanto alla manifestazione di interesse da parte di Cse, un consorzio bolognese di servizi che opera nel settore bancario, il Cda di Finmatica non ritiene sia percorribile, perch&#233 prevede tra l”altro il ritorno ”in bonis” della societ&#224 prima dell”intervento dell”investitore.

Cse ha inviato una proposta pi&#249 circostanziata, loro sono interessati al software finanziario ma sarebbero affiancati da altri soggetti interessati alle altre parti.

La proposta di Cse, ha spiegato una fonte, non prevede l”ingresso diretto nel capitale ma chiede alle banche creditrici di convertire almeno in parte i crediti in capitale, per riportare in positivo il patrimonio netto ed evitare cos&#236 la liquidazione.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

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