Allarme spyware: cresce l¿offensiva dei software spia, ma gli utenti ne ignorano la pericolosità

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Uno studio realizzato da America Online e dal National Cyber Security Alliance, ha rivelato che sono tantissimi i computer di casa infestati da programmi spia (spyware) di cui gli utenti ignorano l¿esistenza.

Questi programmi avrebbero infettato l¿80% dei Pc privati, mentre i loro proprietari ignorano quasi completamente l¿abc per proteggersi da questo tipo di minaccia che li rende vulnerabili come se ognuno di loro uscisse di casa col numero della propria carta di credito tatuato in fronte.

Molti utenti, spiega Tatiana Gau di Aol, ignorano la differenza tra un firewall e un software anti-virus, lasciando tutti i propri dati sensibili sul Pc, senza attivare alcun tipo di protezione.

I due terzi degli utenti non hanno installato il firewall (un software che rappresenta una barriera di protezione in grado di monitorare e limitare le informazioni trasmesse tra il computer e una rete o Internet) e, mentre l¿85% degli utenti possiede un anti-virus, i due terzi non l¿hanno aggiornato nelle ultime settimane.

Secondo i risultati dello studio, un utente su cinque ha un virus attivo annidato nel proprio computer, mentre risulta sempre pi&#249 evidente che bisogna fare di pi&#249 per sensibilizzare la gente sul problema della sicurezza informatica.

Molti utenti sono ad esempio convinti che per non prendere ¿infezioni¿ nocive, basti evitare di visitare siti web ¿pericolosi¿, di aprire eMail sospette o ancora che basti un semplice anti-virus per bloccarne l¿ingresso.

Ma non &#232 cos&#236 semplice: gli spyware finiscono nel Pc con l”installazione di altri programmi (per esempio giochi, player multimediali, tool di download e via dicendo) a cui sono allegati.

Nonostante sia stata pi&#249 volte denunciata la presenza di spyware all”interno degli Accordi di Licenza, la maggioranza degli utenti non li legge e quindi molto difficilmente verr&#224 mai a sapere di avere uno di questi software sul proprio computer.

Gli spyware possono causare problemi al funzionamento della macchina, sommergere l¿utente di messaggi pubblicitari non sollecitati, scoprire password, numeri delle carte di credito o altri dati strettamente privati.

La diffusione degli spyware sta creando non pochi problemi agli utenti, poich&#233 questi programmi, oltre a essere degli ¿spioni¿, sono difficili da rintracciare e rimuovere e possono causare anche problemi al computer, rendendolo instabile e soggetto a crash di sistema improvvisi.

Non tutti i programmi della definiti come spyware sono tuttavia pericolosi. Le applicazioni per la condivisione di file in grado di analizzare il contenuto dell”hard disk, contengono spesso dei programmi che servono a inviare agli utenti messaggi pubblicitari. Tali software, chiamati “adware”, non raccolgono informazioni personali, e gli utenti possono, quasi sempre, disinstallarli facilmente.

La portata del fenomeno &#232 tuttavia vastissima: secondo uno studio condotto da Earthlink e Webroot Software ci sarebbero in media 28 spyware in ogni computer ed oltre il 30% dei computer avrebbe almeno un trojan all”interno del sistema operativo.

Salassati dagli alti costi per la gestione delle chiamate di protesta di utenti irritati ¿ e per la paura che i consumatori frustrati decidano di non comprare pi&#249 nuovi prodotti ¿ i fornitori di accesso a Internet, i produttori di software e di Pc, si sono coalizzati alla ricerca di nuovi metodi per aumentare la consapevolezza dei loro clienti e fornire loro gli strumenti giusti per la protezione delle loro macchine.

La Microsoft, ad esempio, ha aumentato la sicurezza del sistema operativo Windows XP, con l¿aggiornamento Service Pack 2.

Bill Gates, patron di Microsoft, ha reso noto che la sua societ&#224 ha speso oltre un miliardo di dollari per migliorare la sicurezza dei sistemi Windows, AOL ha comprato un¿intera pagina nei maggiori quotidiani per promettere maggiore sicurezza ai suoi utenti, mentre Dell ha avviato una campagna educativa per insegnare ai suoi utenti come scoprire e rimuovere gli spyware.

Ma molta strada &#232 ancora da fare per convincere gli internauti a fare di pi&#249 per la sicurezza dei propri sistemi: ¿Proprio come nessuno si aspetta di fare un incidente d¿auto, nessuno crede di poter restare vittima di un attacco informatico¿, spiega Ken Watson di NCSA.

¿Lo studio sottolinea quanto sia importante che ogni proprietario di un computer prenda seriamente la cybersicurezza, non solo come una questione di sicurezza personale, ma come questione di sicurezza nazionale¿proteggere la sicurezza della propria infrastruttura tecnologica vuol dire proteggere l¿intero sistema informatico¿, spiega Dan Caprio del Dipartimento Usa per il Commercio.

Il vero problema, dunque, &#232 il gap nella percezione reale del rischio che si corre. ¿C¿&#232 molta confusione¿, spiega ancora Caprio, e c¿&#232 bisogno di strumenti informativi pi&#249 efficaci e semplici da comprendere.

La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha recentemente approvato una legge che proibisce di ¿prendere il controllo¿ in remoto di un computer, modificando l¿home page o disabilitando i software anti virus senza il previo consenso dei proprietari.

Lo Spy Act dar&#224 alla Federal Trade Commission la facolt&#224 di monitorare le violazioni e infliggere multe fino a tre milioni di dollari e aprir&#224 la strada a una serie di regolamentazioni che governino i software capaci di trasmettere informazioni su Internet.

La FTC intanto, ha avviato la sua prima causa sugli spyware, contro la SmartBot.net e la Seismic Entertainment Productions, entrambe di propriet&#224 di Stanford Wallace.

Il giudice ha ordinato a Wallace di rimuovere i codici che, sfruttando le falle nella sicurezza dei sistemi, permettevano di monitorare i movimenti degli utenti per poi bombardarli di messaggi promozionali.

Wallace &#232 anche accusato della vendita di rimedi come lo Spy Wiper” e lo “Spy Deleter“, del tutto inefficaci, secondo la FTC.

Wallace, col tempo si &#232 aggiudicato il soprannome di ¿Spam King¿, dal momento che la sua societ&#224 la Cyber Promotions, &#232 stata ritenuta colpevole dell¿invio giornaliero di 30 milioni di junk mail.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico

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