Spam: l¿IETF boccia il Sender ID Microsoft

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Lo spam infastidisce sempre pi&#249 gli utenti Internet di tutto il mondo e le iniziative per bloccare l¿invio di massa di posta non sollecitata si susseguono senza sosta.

Non &#232 andata bene, per&#242, a Microsoft che, proponendo il software Sender ID pensava di poter liberare il cyberspazio dalle noie della posta spazzatura: l¿IETF (Internet Engineering Task Force), l¿organismo che approva l”adozione degli standard utilizzati in Internet, ha infatti bocciato la tecnologia.

La motivazione pare risiedere nel fatto che Sender ID &#232 si gratuito, ma sempre sotto licenza, quindi a trarne il maggiore beneficio sarebbe la potente societ&#224 di Bill Gates.

Lo standard Sender ID, &#232 il risultato della fusione di due progetti diversi e convergenti: il Caller ID della Microsoft, e il Sender Policy Framework (SPF) firmato dal co-fondatore di pobox.com, Meng Weng Wong.

La tecnologia, che si basa sulla verifica della veridicit&#224 degli indirizzi che compaiono nei messaggi spam, funziona in tre passaggi: pubblicazione dell”indirizzo IP presso i server di posta in uscita del DNS (Domain Name System), verifica di ogni messaggio e attribuzione di responsabilit&#224.

Se il messaggio &#232 identificato come spam, viene eliminato.

Tutto abbastanza semplice, se non fosse per il fatto che il sistema non sembra compatibile con gli standard di posta diversi dal servizio HotMail di Microsoft.

Gi&#224 all¿inizio di questo mese, Apache e Debian ¿ che fanno parte del gruppo di lavoro che si &#232 occupato della convalidazione del Sender ID – avevano espresso i loro dubbi sulla tecnologia, considerata l¿ultima trovata di Gates per rimpinguare le casse del Gruppo di Redmond e avevano fatto sapere che il software non avrebbe mai potuto essere inserito nei loro ¿pacchetti¿, perch&#233 incompatibile con la filosofia del software libero.

¿Noi siamo dell”idea che a nessuna compagnia dovrebbero essere permessi

diritti intellettuali (intellectual property rights IPR) sul cuore

dell”infrastruttura di Internet ¿ si legge nella lettera aperta di Debian – Noi crediamo che l¿ IETF debba rinnovare le sue politiche su questi diritti in modo da assicurare che l”infrastruttura che sta alla base di Internet rimanga libera¿

Apache e Debian, che sostengono l¿open source, potrebbero in un certo senso essere definiti ¿di parte¿, ma la loro posizione &#232 stata ripresa dall¿IETF che considera inaccettabile la mancanza di trasparenza della societ&#224, che non vuole cedere i brevetti delle proprie tecnologie e ha mantenuto la propriet&#224 intellettuale anche di alcune componenti del Sender ID.

Se per&#242, il mondo open source pu&#242 brindare alla bocciatura del software dell¿odiata Microsoft, non sar&#224 la stessa cosa per la comunit&#224 Internet mondiale che dovr&#224 fare i conti con lo spam per chiss&#224 quanto tempo ancora.

Maria Pia Caruso

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