Le emittenti locali spagnole chiedono al governo di essere parte attiva nel passaggio alla TDT

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Europa



Le emittenti locali spagnole sono determinate ad avere un ruolo attivo nello sviluppo del mercato della Tv digitale terrestre (TDT).

Le Tv hanno chiesto al governo socialista Zapatero di essere coinvolti nella trattative per la nuova mappa della TDT, attraverso la creazione di una Commissione composta dalle emittenti locali spagnole e dagli esperti nominati dal governo.

Le emittenti hanno anche chiesto una maggiore trasparenza nell¿assegnazione delle licenze per la Tv digitale terrestre, ma soprattutto hanno chiesto alle Autorit&#224 competenti un periodo transitorio nel quale le Tv locali potranno trasmettere sia in analogico che in digitale, almeno fino al 2008.

Gli operatori spagnoli hanno infatti accolto positivamente la scelta del governo di far slittare la prevista data del 1° gennaio 2006 per lo switch-off delle emittenti locali.

Il Ministro dell¿Industria, Josep Montilla, ha annunciato nei giorni scorsi che saranno apportate delle modifiche alla legge che regolamenta il sistema radiotelevisivo e il passaggio al digitale terrestre, in modo da fissare una nuova data, quella del gennaio 2008.

La Spagna &#232 stato uno dei quattro Paesi europei, con Gran Bretagna, Svezia, e Finlandia, ad aver aperto la via alla Tv digitale terrestre. Ma &#232 anche uno di quelli che hanno avuto grossi problemi con la sperimentazione e rimane tutt¿ora in posizione molto fragile.

Incapace di fronteggiare la concorrenza del cavo e del satellite, il bouquet commerciale QuieroTv, lanciato nel maggio 2000, ha depositato il bilancio nell¿aprile 2002. Le frequenze sono state immediatamente riattribuite dal governo, ma senza successo.

A inizio anno, il settore registrava 130 milioni di euro di perdite, stando a quanto dichiarato dal quotidiano finanziario Cinco Dias. Meno di 20.000 di televisori su 26 milioni sono adatte a ricevere il segnale del digitale.

L¿odierna decisione del governo Zapatero risponde alle richieste avanzate dagli operatori televisivi e dall¿industria, che ritengono irrealistici i tempi fissati dalla legge e hanno chiesto un rinvio dei termini inizialmente previsti.

Le Autorit&#224 regionali avranno adesso tempo fino al giugno del prossimo anno per assegnate le licenze per la TDT attraverso offerte pubbliche. Il termine inizialmente previsto era quello del dicembre 2004.

Il governo probabilmente aumenter&#224 anche il numero dei canali locali in digitale terrestre, modificando l¿attuale mappatura della TDT per tutta la Spagna.

Nel frattempo il governo ha deciso anche di stringere la morsa intorno alle Tv pirata, nel tentativo di oscurare tutte le emittenti locali che trasmettono senza avere alcuna licenza.

Il ministro Montilla ha infatti spiegato che attualmente sono in corso operazioni per ottenere la chiusura delle Tv locali, ma l¿intenzione &#232 di intensificare gli sforzi a partire dal 2006, quando per trasmettere sar&#224 necessario aver ottenuto una licenza per il digitale.

Il governo Zapatero sta dimostrando una reale intenzione a portare avanti fattivamente il progetto della Tv digitale terrestre, non dimenticando di mettere mano al piano di riassetto dell¿intero sistema radiotelevisivo spagnolo.

Il 2004 potrebbe essere un anno di svolta per i media pubblici e privati spagnoli.

Il primo importante passo in questo senso, &#232 stato la nomina di un comitato di esperti che dovr&#224 riformare l¿intero management e le strategie della RTVE (radiotelevisione pubblica spagnola).

I cambiamenti non lasciano da parte anche le emittenti private, specie quelle rimaste vicine alle posizioni dell¿ex premier Jos&#233 Maria Aznar.

Dalla vittoria di Jos&#233 Luis Zapatero, il 14 marzo scorso, tutta l¿attenzione &#232 rivolta al futuro della televisione pubblica.

L¿intervento risulta ormai necessario e non &#232 pi&#249 procrastinabile, visto che l¿emittente pubblica, creata sotto il regime franchista, &#232 schiacciata dai debiti da una decina di anni ormai.

Nel prossimo esercizio finanziario, i debiti, che si sono quadruplicati in otto anni, dovrebbero arrivare a 6,8 miliardi di euro.

Agli occhi del governo, si tratta di una situazione divenuta insostenibile, che potrebbe mettere in pericolo la stabilit&#224 finanziaria del Paese.

Il comitato di esperti ha ancora sei mesi per pensare e proporre una nuova struttura per la Tv pubblica, destinata a renderla indipendente dal potere politico, e ancora per studiare nuove soluzioni di finanziamento.

Davanti alla possibilit&#224 di una privatizzazione della Tv pubblica, &#232 naturale che tutto il mercato radiotelevisivo spagnolo subirebbe uno sconvolgimento. Le prime a temere questa possibilit&#224 sarebbero sicuramente le emittenti private, che al di l&#224 degli ottimistici bilanci, vedi Telecinco e Antena 3, si troverebbero davanti un nuovo e agguerrito competitor.

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, consulta:

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Il primo documento, disponibile dall”8 settembre 2004, &#232 “The next moves: Convergence in the communications and content industries“, di Agilent Technologies per The Economist Intelligence Unit.