Crisi della musica: dopo l¿OK della Ue alla fusione, Sony e BMG licenzieranno 2.000 dipendenti

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Europa



Le case discografiche Sony e BMG (Gruppo Bertelsmann), che aspettano ancora l¿OK dalla Commissione Ue alla fusione, prevedono di avviare un taglio al personale di circa 2.000 dipendenti, una volta ottenuta l¿autorizzazione a questa operazione. La notizia si legge nell¿edizione odierna del Financial Times.

Il nuovo Gruppo SonyBMG vorrebbe effettuare almeno l¿85% dei tagli entro giugno prossimo, prevedendo spese di ristrutturazioni eccezionali tra i 300 e i 350 milioni di dollari, riporta il noto quotidiano finanziario, citando una fonte vicina al dossier.

Da questa fusione, le due major sperano di ricavare nuove sinergie annue per un valore di 280 milioni di euro.

Sony e BMG contano di ottenere il via libera dalla Commissione europea e dalle Autorit&#224 americane alla concorrenza (Federal Trade Commission) la prossima settimana.

Dopo aver espresso un parere che non sembrava favorevole a questa fusione, l¿Antitrust Ue sembra ormai prossimo a dare il proprio OK, rinunciando a chiedere delle concessioni, secondo quanto riferiscono alcune fonti concordanti.

Se l¿operazione Sony-BMG passasse, il mercato musicale passerebbe da cinque a quattro major discografiche – Universal, SonyBMG, Warner ed EMI – che controllerebbero circa l¿80% del settore discografico europeo, e i maggiori mercati nazionali dello Spazio economico europeo.

Secondo gli esperti, l¿analisi effettuata dalla Commissione sulle conseguenze di una fusione che darebbe vita a un operatore con una quota del 25,2% del mercato mondiale della musica, &#232 notevolmente pi&#249 ¿dettagliata¿ rispetto a quella effettuata nel 2000, quando a voler realizzare una fusione erano le societ&#224 Warner ed EMI.

All¿epoca, le Autorit&#224 di Bruxelles si erano, in effetti, essenzialmente limitate a studiare gli effetti della fusione sul mercato della produzione musicale, lasciando da parte le conseguenze che avrebbe avuto su quello della registrazione musicale, vale a dire la vendita dei Cd.

A maggio, i servizi dell¿Antitrust Ue avevano indirizzato a Sony e BMG una severa lista di obiezioni, nella quale si stimava che, da un¿analisi preliminare, l¿operazione sembrava incompatibile con le disposizioni normative Ue in materia di concorrenza.

Una jointventure al 50% tra le due big del mercato musicale, potrebbe portare ad una tacita collusione nei prezzi, come viene evidenziato da alcune similarit&#224 gi&#224 rilevate nel prezzo di vendita al dettaglio e all”ingrosso.

Ma Sony e BMG hanno risposto che l”accordo e i prezzi potrebbero essere compatibili con una libera competizione.

Inoltre, hanno aggiunto le due major, le apparenti similarit&#224 rilevate nei prezzi possono essere il risultato dell”utilizzo della media nel calcolo dei prezzi al mercato, mentre rilevazioni pi&#249 dettagliate avrebbero rilevato l”esistenza di disparit&#224 nei prezzi pi&#249 veritiere.

Sony e BMG hanno spiegato che ogni Paese ha un mercato differente e non ci sarebbe ¿n&#233 omogeneit&#224, n&#233 collusione tacita¿, come ha indicato una fonte, a margine del primo giorno di audizione, avvenuta a porte chiuse a Bruxelles.

Le case discografiche indipendenti avevano lasciato intendere che la Commissione evocava, nella comunicazione della lista di obiezioni che aveva fatto pervenire a Sony e BMG, la possibilit&#224 che i due Gruppi coordinassero i loro prezzi. Cosa smentita dalle due major discografiche.

La notizia, di un cambio di parere da parte della Ue, ha naturalmente spiazzato i player del settore, ormai convinti che Bruxelles avrebbe fatto valere la loro causa ed evitato il rischio di un¿ulteriore concentrazione sul mercato della musica.

Evidentemente le due case discografiche si sono mostrate sufficientemente convincenti, nel corso dell¿audizione, ma anche nelle argomentazioni scritte che, hanno dovuto trasmettere precedentemente alla Commissione, per portare l¿Antitrust alle loro ragioni.

Sony e BMG hanno presentato fin dall¿inizio il loro matrimonio come un mezzo per affrontare la crisi del settore, determinata a loro avviso dall¿esplosione della contraffazione di Cd e dalla pirateria online.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

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