Mercati Ict: aumentano imprese e addetti, ma crescono anche le criticità

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Presentato a Milano, alla presenza del ministro Lucio Stanca e del Sottosegretario Maurizio Sacconi, il Rapporto 2004 su ¿Occupazione e formazione nell¿ICT¿, curato da Federcomin, Anasin ed Assinform, con la partecipazione di Aiip, Clusit, Fedoweb e FRT.

La ricerca, sviluppata con la collaborazione scientifica della Facolt&#224 di Scienze Statistiche dell¿Universit&#224 di Milano Bicocca, Unioncamere e NetConsulting, presenta un¿approfondita analisi, quantitativa e qualitativa, sull¿evoluzione dell¿occupazione generata dall¿ICT e dei processi formativi all¿interno della Digital Economy.

Quali i risultati pi&#249 significativi del Rapporto?

Aumentano le imprese e gli addetti ICT, ma crescono anche le criticit&#224. Le imprese del settore ICT in Italia sono passate da 84.900 nel 2002 a 85.600 nel 2003 (+0,8%), ma di queste quasi il 10% &#232 in situazione di criticit&#224, con un aumento del 5,1% rispetto all”anno precedente.

Sono oltre 28.000 le imprese ICT, strutturate e con addetti, con una presenza significativa delle societ&#224 di capitali. Segno di solidit&#224 del comparto, nonostante le criticit&#224.

Gli occupati diretti del settore ICT sono cresciuti nel 2003 dell¿1,5%, per un ammontare di 608.000 unit&#224.

Il Rapporto individua per&#242 un aumento progressivo del differenziale tra addetti nominali e addetti a tempo pieno (Full Time Equivalent, che ammontano a 578.000), per la crescita degli occupati a tempo parziale (questi ultimi, pari a 30.000, con un aumento del 36,4% sul 2002). Agli addetti del settore vanno sommati gli addetti ICT presso le aziende utenti (pari a circa 400.000,+1,5% rispetto al 2002), che fanno dell¿ICT un settore di circa un milione di addetti, pari a oltre il 5% della forza lavoro in Italia.

Anche nel caso degli addetti presso gli utenti va segnalata la crescita consistente degli occupati a tempo parziale, pari a 21.000, con un aumento del 40% sull”anno precedente.

Quattro milioni di Power User e sette milioni di Generic User

Il numero di Power User (lavoratori in grado di utilizzare molteplici soluzioni applicative, specifiche della propria mansione e del business, in modo autonomo ed avanzato) nel 2003 &#232 risultato praticamente statico: 3.950.000 unit&#224, con un tasso di crescita medio annuo nell¿ultimo biennio dello 0,6%.

I Generic User (lavoratori che impiegano le tecnologie in modo pi&#249 ripetitivo rispetto ai Power User, in modo limitato ai soli strumenti messi a disposizione della loro specifica area di attivit&#224) ammontano a 6.965.000, con un incremento del 2%.

L¿incidenza dei Power User sul totale degli occupati dipendenti &#232 pari al 26,3%, in calo rispetto al 26,7% del 2001. L¿incidenza dei Generic User &#232 aumentata, passando da 45,9% a 46,4%. Le attivit&#224 formative rivolte ai Generic User presso le aziende utenti sono aumentate, mentre sono calate quelle indirizzate a Power e No user.

Ancora oltre quattro milioni di No User

I No User (lavoratori che non fanno alcun uso delle tecnologie e delle soluzioni IT) sono 4.085.000 (il 27,2% del totale occupati) e sono aumentati rispetto al 2001 con un tasso di crescita media annua dell¿1,1%.

La perdita di terreno dei Power User e la crescita dei No User evidenzia lo stato di sofferenza attuale delle imprese nel mantenere le competenze interne al passo con l¿evoluzione tecnologica, ma anche le difficolt&#224 di un Sistema Paese che non &#232 ancora in grado di formare adeguatamente i dipendenti e di permettere alle loro competenze di crescere di pari passo con l¿evoluzione tecnologica in atto.

In crisi la formazione (-10,4%)

Il 2003 &#232 stato un anno di crisi per l¿attivit&#224 di formazione IT, che ha registrato un valore pari a 630 milioni di euro: in calo, rispetto al 2002, del 10,4%. All¿interno delle aziende del campione, le attivit&#224 formative ICT si sono rivolte nel 46,6% dei casi agli specialisti ICT. Nel restante 53,4% le iniziative di formazione hanno riguardato tutti gli altri addetti aziendali, con la prevalenza, in quest¿ambito, delle risorse che utilizzano in modo pi&#249 o meno intenso l¿informatica rispetto ai cosiddetti No User.

La contrazione degli investimenti in formazione &#232 un altro elemento di preoccupazione, in una fase di mercato contraddistinta da crescenti criticit&#224 nelle imprese e negli addetti del comparto. E” forte l”esigenza di una svolta, da parte delle istituzioni e delle stesse imprese, indirizzata a valorizzare gli aspetti formativi di tutte le risorse, quelle pi&#249 generiche e quelle pi&#249 avanzate, per il beneficio dell”intero sistema economico.

Commentando il Rapporto, Alberto Tripi, Presidente di Federcomin, ha detto:¿Nuovi profili professionali e flessibilit&#224: sono queste le caratteristiche del mercato del lavoro nell¿ICT, un settore che &#232 sempre pi&#249 vitale per l¿economia del Paese in un momento in cui i dati sull¿occupazione ci collocano in fondo alla classifica europea. Nel dibattito sul DPEF noi chiediamo con forza che l¿innovazione diventi una priorit&#224 e che le poche risorse a disposizione siano indirizzate a sostenere le imprese che investono sull¿intelligenza e sulla creativit&#224. Credo che le misure di riduzione degli incentivi per le imprese, annunciate nei giorni scorsi, rappresentino un colpo grave che rischia di compromettere qualsiasi ipotesi di ripresa economica¿.

Mentre per Franco Patini, Presidente di Anasin: “Con le difficolt&#224 del periodo si sta perdendo occupazione pregiata e formazione nell”ICT, cio&#232 si stanno perdendo competenze, “e-skills”. E gli effetti saranno pesanti, se non si prendono subito contromisure, per un lungo tempo a venire. La perdita di competenze, nella societ&#224 della conoscenza, &#232 come la distruzione di foreste per la natura”.

“Il rallentamento nella crescita effettiva dell”occupazione e l”impoverimento nella qualit&#224 delle risorse ICT e nella loro formazione ¿ &#232 stato il commento di Pierfilippo Roggero, Presidente di Assinformsono segnali molto preoccupanti non solo per il nostro settore, ma per tutto il sistema economico nazionale. In linea con i programmi della nuova Presidenza di Confindustria, auspichiamo che l”innovazione delle imprese e delle risorse umane entri nel cuore delle strategie/delle attivit&#224 del Governo e degli stessi imprenditori, a beneficio della competitivit&#224 della nostra economia”.

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